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Profili penali nell'attuale società multiculturale

L'Italia in bilico tra modello ''assimilazionista'' e modello ''multiculturalista''

Collocare il nostro Paese nel novero degli Stati "assimilazionisti" piuttosto che, invece, tra quelli "multiculturalisti", è compito, per il vero, non privo di difficoltà. Se, infatti, non è possibile ricondurre l'esperienza italiana al modello "assimilazionista", non è parimenti possibile affermare che l'Italia abbia aderito in toto all'ideologia "multiculturalista", anche perché le politiche italiane in materia di immigrazione mutano quasi ad ogni legislatura.
In realtà una esplicita, ma poco significativa, adesione al modello "multiculturalista" potrebbe ricavarsi dall'art. 42 T.U. immigrazione, che attribuisce allo Stato, alle Regioni e alle autonomie locali il compito di favorire "la conoscenza e la valorizzazione delle espressioni culturali, ricreative, sociali, economiche e religiose degli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia", nonché dall'art. 43, il quale vieta ogni discriminazione diretta o indiretta a danno degli immigrati. In ambito scolastico, sempre il T.U. in parola stabilisce che " la comunità scolastica accoglie le differenze culturali e linguistiche come valore da porre a fondamento del rispetto reciproco, dello scambio tra le culture e della tolleranza; a tal fine promuove e favorisce iniziative volte all'accoglienza, alla tutela della cultura e della lingua d'origine e alla realizzazione di attività interculturali comuni".
Anche dalla recente "Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione", adottata con decreto del Ministero dell'Interno nel 2007, potrebbe ricavarsi un'esplicita, ma altrettanto debole, adesione al modello pluralista-multiculturalista. Nel prologo, infatti, si legge, che "la Carta enuclea, anche in un ottica programmatica e in vista di una sempre più ampia realizzazione, i principi ispiratori dell'ordinamento e della società italiana nell'accoglienza e regolazione del fenomeno migratorio in un quadro di pluralismo culturale e religioso"; al punto 1 si afferma anche che "l'Italia è impegnata perché ogni persona sin dal primo momento in cui si trova sul territorio italiano possa fruire dei diritti fondamentali, senza distinzione di sesso, etnia, religione, condizioni sociali", e al punto 3 si puntualizza che "alle donne, agli uomini, ai giovani immigrati l'Italia offre un cammino d'integrazione rispettoso delle identità di ciascuno, e che porti coloro che scelgono di stabilirsi nel nostro Paese a partecipare attivamente alla vita sociale".
Come avviene in Paesi con più radicata esperienza "multiculturalista", anche in Italia sono state emanate specifiche disposizioni di legge che prevedono esenzioni, deroghe o comunque regimi giuridici particolari in forza dell'appartenenza ad un gruppo minoritario di immigrati, e che possono avere rilevanza anche in ambito penale.
D'altra parte, altri provvedimenti sembrano uniformarsi ad una ideologia di segno contrario: basti pensare, ad esempio, alla legge del 2006 che, incriminando la pratica dell'escissione genitale femminile, introduce un severissimo trattamento sanzionatorio; al decreto legge 92 del 23 maggio 2008, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica, che pare individuare negli immigrati il fattore di maggiore rischio per l'incolumità pubblica, introducendo, tra l'altro, la circostanza aggravante per lo straniero che commette un fatto trovandosi illegalmente nel territorio italiano; alla recentissima introduzione della figura del reato di immigrazione clandestina, alla cui commissione, nonostante non possa conseguire la pena della reclusione come inizialmente previsto nel relativo disegno di legge, si ricollegano pesanti sanzioni amministrative (comprese tra i cinquemila e i diecimila euro). [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Profili penali nell'attuale società multiculturale

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Informazioni tesi

  Autore: Giovanni Brianda
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Sassari
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Giampaolo Demuro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 133

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Parole chiave

globalizzazione
reato
multiculturalismo
culturale
assimilazionismo
escissione genitale
pusceddu
cultural defence
esimente culturale
reato culturalmente orientato

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