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Training per il controllo dell'impulsività in pazienti psichiatrici con comorbilità da uso di sostanze

Impulsività: definizione e rapporto con patologie psichiatriche e uso di sostanze

Uno degli elementi principali dei pazienti psichiatrici in comorbilità con uso/abuso di sostanze è l'impulsività. Questa risulta essere sintomo di molte patologie psichiatriche tra cui il Disturbo Bipolare (soprattutto in fase ipomaniacale e maniacale) e diversi Disturbi di Personalità, tra cui il Borderline. È altresì uno degli elementi principali in persone che soffrono di abuso di sostanze.
Innanzitutto cosa si intende per impulsività?
Non esiste una definizione univoca di impulsività, in quanto questa risulta essere una caratteristica complessa e suddivisibile in più elementi. Si può definire l'impulsività come una tendenza a rispondere velocemente e senza adeguata riflessione, come una reazione immediata a uno stimolo (Murrey); in questa definizione è implicito il concetto del rischiare. Nella psichiatria descrittiva l'impulsività viene considerata in modo più ampio, come espressione di fenomeni eterogenei, tanto che Barrat (1997) propone una sottotipizzazione del comportamento impulsivo, presupponendo l'esistenza di:
• un'impulsività motoria, definita come tendenza ad agire senza pensare
• un'impulsività cognitiva, intesa come la tendenza a prendere rapide decisioni
• un'impulsività non pianificata, che si delineerebbe come una modalità di comportamento caratterizzata da una scarsa valutazione delle conseguenze.
In sintesi il comportamento impulsivo può essere definito come "predisposizione a rapide, non pianificate reazioni a stimoli interni o esterni, senza considerazione per le conseguenze negative di queste reazioni per l'individuo impulsivo stesso o per gli altri" (Moeller et al., 2001).
L'impulsività è altresì caratteristica di chi usa sostanze, in particolare diversi studi la collegano all'uso di alcol, cannabis e cocaina. Non è chiaro il rapporto temporale tra questi due fattori, ossia se l'impulsività presente come tratto di personalità nell'adolescente e quindi nell'adulto faciliti l'utilizzo di droghe, o se l'utilizzo delle stesse aumenti l'impulsività più o meno latente della persona. Quello che è certo è che studi di neuroimaging hanno dimostrato che l'uso di queste sostanze provochi una diminuzione del volume di alcuni distretti cerebrali direttamente collegati al controllo del comportamento impulsivo come ad esempio la corteccia cingolata anteriore, frontopolare, e parietale superiore. Queste aree risultano più compromesse in soggetti "doppia diagnosi" rispetto che in pazienti psichiatrici mono-diagnosi.
Infine numerosi studi dimostrano una forte associazione tra alti livelli di impulsività e una bassa qualità della vita. Ad esempio lo studio Quality of life and impulsivity in bipolar disorder condotto da Victor, Johnson e Gotlib, sottolinea questa relazione in pazienti psichiatrici affetti da disturbo bipolare, concludendo, supportato dai dati, che l'impulsività (indagata tramite l'uso delle scale BIS-11 e PUM) sia fortemente correlata con bassi livelli di qualità di vita percepita (come rilevato dal questionario WHOQoL) e con la presenza di molte comorbilità. Gli autori suggeriscono quindi che interventi sull'impulsività potrebbero aiutare a migliorare la qualità di vita. [...]

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Training per il controllo dell'impulsività in pazienti psichiatrici con comorbilità da uso di sostanze

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Informazioni tesi

  Autore: Simona Schiano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Brescia
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Tecniche della Riabilitazione Psichiatrica
  Relatore: Emilio Sacchetti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 96

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Parole chiave

aggressività
psichiatria
doppia diagnosi
cognitivo comportamentale
disturbo borderline di personalità
impulsività
riabilitazione psichiatrica
dipendenza da sostanze
comorbilità da uso di sostanze

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