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Società Economia Speculazione. L'importanza di Bretton Woods.

Il mercato della domanda e dell'offerta: Smith, D. Ricardo, J.M. Keynes, Milton Friedman

Il termine economia nasce dall’unione di due parole greche: oikos e nomos, le quali rispettivamente significano casa ovvero beni di famiglia, e norma o legge.
Il termine assume dunque fin dal suo nascere due significati. Il primo: utilizzo di risorse scarse per il soddisfacimento dei bisogni individuali e collettivi contenendo la spesa. Il secondo: il complesso organizzativo e istituzionale posto in essere per attuare il fine predetto.
Il sistema economico, secondo la visione dell'economia di mercato nella moderna società occidentale, è costituito dal complesso delle connessioni fra diversi vasi comunicanti. Primi fra tutti produzione e consumo, cui però sono legati lavoro, risparmio, investimento.
Va ricordato che quando si parli di soddisfacimento dei bisogni individuali per ciò si intende ottimizzazione delle risorse e dei profitti, i quali però dovranno dar luogo ad aumento della ricchezza-benessere sociale e quindi al miglioramento della qualità di vita. Normalmente si ha, all’interno di un determinato paese, una produzione che, tramite l’occupazione, crea reddito (POR); il reddito viene quindi in parte speso per soddisfare la domanda, che dà luogo al consumo o spesa.
Ed eccoci al punto cruciale: la domanda e l’offerta relative ad un determinato bene danno luogo al prezzo di mercato.

Influenzano la domanda: il prezzo del bene; il prezzo dei beni complementari o succedanei; il reddito; le aspettative dei consumatori sulle possibili varianti; il costo del danaro; l’elasticità della domanda stessa; i bisogni del consumatore; l’aumento o la diminuzione demografica. L’offerta, per contro, altro non è che la quantità di beni o servizi messi in vendita in un dato momento ad un dato prezzo. Il prezzo di vendita è influenzato dai costi di produzione: uomini, mezzi, danaro.
La domanda di un bene diminuisce al crescere del prezzo mentre l’offerta, al crescere del prezzo, aumenta. Si dice esservi equilibrio tra domanda ed offerta quando le due curve, poste sugli assi cartesiani, abbiano un andamento inverso ma uguale.
Il discorso si complica e si amplia quando si osserva che non tutti i beni necessari agli individui possono essere prodotti in patria. Ne deriva il gioco sia delle politiche di mercato (tipi di intervento o non-intervento statale ovvero politica economica) che dell’equilibrio di politica monetaria interno a ciascun paese, determinato dai famosi pilastri: politica di bilancio, politica monetaria e politica di regolazione di mercato.

Assai in breve possiamo dire che le prime teorie di politica economica fanno capo ai realisti scozzesi, ed in particolare ad Adam Smith (1723-1790). Egli è quel liberista scozzese che postula, perché si possa creare il perfetto equilibrio tra curva della domanda e curva dell’offerta, la necessità della mano invisibile del libero mercato, in cui l’incontro tra domanda e offerta creerà un equilibrio naturale e perfetto di cui tutti saranno soddisfatti, in quanto l’interesse individuale si coniugherà con quello collettivo. Potremmo anche dire che la Teoria è valida: nella realtà cade perché, alla base, dà per scontati concorrenza leale e spirito onesto degli imprenditori anche se, bisogna aggiungerlo, Smith comunque prevedeva che a sopravvivere fosse il più forte.
Tra il 1772 ed il 1823 entra in campo un altro brillante teorico, destinato a scrivere pagine indelebili nel grande libro della politica economica: David Ricardo, padre di numerose teorie. Quella di cui qui vogliamo parlare è la Teoria dei vantaggi comparati. Ricardo rileva il seguente fenomeno: dati il paese A ed il paese B, quando il costo di produzione di un bene in A sia inferiore rispetto a B, se ne avrà che a B converrà importare quel bene e viceversa esportare un bene richiesto da A per lo stesso motivo. Ogni Paese, perseguendo il maggior guadagno, si specializzerà nella produzione del bene per il quale ha il vantaggio comparato. Seguono le teorie interventiste del britannico John Maynard Keynes (1883-1946). Secondo Keynes, il libero mercato non è in grado di garantire un equilibrio tra domanda ed offerta che dia come risultato la piena occupazione (cui corrisponde la maggior produzione di ricchezza e quindi il miglior sfruttamento delle risorse). Necessita pertanto l’intervento dello Stato che dovrà intervenire sia con la politica fiscale che con quella monetaria.
L’altro grande che non può non essere ricordato è Milton Friedman (1912-2006). Con lui nasce la Scuola monetarista, la cui miscela è la seguente: libero mercato; intervento statale per mezzo della politica monetaria il che significa governo della liquidità, anche, per il tramite del tasso di interesse (favorire o restringere per conseguenza la massa monetaria in circolazione). [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Società Economia Speculazione. L'importanza di Bretton Woods.

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Informazioni tesi

  Autore: Laura Carlodalatri
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Politiche e Sociali
  Relatore: Simone La Bella
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 115

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