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Aspetti sociali della Schizofrenia: dalla compromissione alla riabilitazione

Interventi riabilitativi nella schizofrenia

Secondo Adler (1920), la schizofrenia sarebbe una sorta di "suicidio intellettuale di un individuo che si sente incapace di rispondere alle domande della società". I pazienti non tenderebbero a eliminare la realtà, della quale avrebbero estremo bisogno, ma a svuotarla di senso, svuotando di senso anche se stessi. Il trattamento della schizofrenia deve includere necessariamente una valutazione della disabilità. Secondo Ruesch (1971), tale valutazione deve comprendere una stima del funzionamento dell'individuo e una stima delle aspettative dell'ambiente nei suoi confronti, nonché dei limiti di tolleranza del sistema verso eventuali comportamenti disturbati e dei limiti di tolleranza del paziente verso il sistema stesso. Le strutture psichiatriche si sono trasformate proprio intorno al problema della schizofrenia; la distinzione tra terapia, presa in carico e riabilitazione può essere insensata: il percorso terapeutico deve essere composto da un'articolazione di interventi che tengano conto della soggettività del singolo paziente in un modello di rete. Nella schizofrenia è fondamentale il modello di rete, per considerare il disturbo dal punto di vista psicodinamico, psicosociale e psicobiologico. Tale articolazione a rete permette una visione più unitaria del paziente nel suo mondo; la rete è, inoltre, un percorso in cui un osservatore può occupare di volta in volta un diverso punto visuale e contiene la distruttività dei pazienti e lo scoraggiamento dei terapeuti. Nel trattamento della schizofrenia bisogna sempre tener conto dell'incomprensibilità di fondo del soggetto schizofrenico, che tenta, tramite il delirio, di comunicare. Nell'arteterapia, i pazienti possono esternare una parte di quel mondo interiore difficilmente accessibile alla coscienza, cui il processo artistico fornisce una modalità per essere comunicato in una relazione con il terapeuta e con il gruppo di collaborazione. In pazienti con valenze artistiche, l'isolamento completo viene così rotto in modo accettabilmente poco traumatico; i pazienti più gravi possono inoltre mostrare un comportamento più strutturato, con grande sorpresa degli operatori. In questi pazienti, l'obiettivo centrale dell'arteterapia dovrebbe essere quello di promuovere un senso di appartenenza e la sensazione di avere un posto, di poter immaginare di avere uno spazio interiore che viene di volta in volta evocato tramite il disegno o gli oggetti. Per quanto riguarda invece l'utilizzo della parola come mezzo di comunicazione, i gruppi discussione si rivolgono a pazienti con patologia psicotica cronica o borderline; sono finalizzati all'espressione, alla discussione e alla riflessione in un gruppo su temi di vario genere, liberi o concordati, con la conduzione di uno o due terapeuti. Gli interventi dei terapeuti dovrebbero essere cauti e rispettosi del bisogno di difendersi del paziente: anche quando si cerca di aiutare la rielaborazione degli eventi, si deve considerare la necessità che il paziente ha di delirare e di avere vissuti allucinatori senza che ciò venga squalificato.

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Aspetti sociali della Schizofrenia: dalla compromissione alla riabilitazione

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Informazioni tesi

  Autore: Maura Matarese
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Catanzaro Magna Grecia
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Servizio Sociale
  Relatore: Pasquale De Fazio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 68

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