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La controcultura editoriale in Italia tra anni '60 e anni '70

La rivoluzione Dylan: tutto inizia con un cantautore

Nel dicembre del 1964 moriva, in una camera del motel Hacienda di San Francisco, Sam Cooke, compositore e discografico, considerato il fondatore della soul music; ma la sua morte è solo l'inizio di una fusione tra rock e soul che influenzerà musicisti come i The Animals, Simon and Garfunkel, Van Morrison, James Taylor, i Beatles (in particolare John Lennon), John Mayer ma soprattutto Bob Dylan.

Robert Allen Zimmerman, nato da famiglia ucraina, non è un innovatore nel senso stretto del termine, nemmeno uno sconvolgente profeta musicale, ma, cioè che fa la rivoluzione Dylan, è essere in straordinaria sintonia con i tempi e in simbiosi con la necessità di cambiamento del suo tempo.
Dylan, trasferitosi da giovane a New York, diventa presto il folksinger preferito del Village scalando, a poco a poco, la notorietà dell'ambiente esibendosi nelle caffetterie per poi, dalle caffetterie stesse, diventare il simbolo di una generazione. Canzoni come Blowing in the wind, Masters of war, With God on our side e The times they are a-changing' diventano, nel 1964, gli inni per i movimenti pacifisti e i dei diritti civili; una voce che rappresenterà una generazione in un periodo tumultuoso per l'America, affrontando problemi sociali in modo serio e unendo la gente attorno alle sue canzoni e alla musica pop, trasformando la cultura di tutto il mondo.

Is worth savin' / Then you better start swimmin'
Or you'll sink like a stone / For the times they are a-changin' ….
There is a battle outside / and it is ragin'
It'll soon shake your windows / and rattle your walls
For the times they are a-changin' ..,
The order is / Rapidly fad in
And the first one now / will later be last
For the times they are a-changin'.

(Bob Dylan- The Times they are a-changing')

Bob Dylan è l'uomo della rottura con il classico, colui che per primo ha trasformato il folk in elettrico facendosi cacciare dal palco del festival di Newport, nel 1965, per "aver osato elettrificare l'aria con una chitarra e una band rendendo così stravolgibili tutti i "dogmi" musicali fino ad allora imposti."
"Il beat, arrivato in quell'anno al momento più stazionario della sua storia, venne definitivamente accantonato ad opera di tre brani miliari che scatenarono la moda folk-rock: Mister Tambourine Man dei Byrds, Like a Rolling Stone di Dylan e Go and Say Goodbye dei Buffalo Springfield."
"Il folk-rock diventa così la prima vera sintesi della nuova epoca americana" e da qui si sviluppò tutto il resto.
In Gran Bretagna la scena musicale non si identificava con il rock&roll, non apprezzava quelle sue attitudini "ribelli", non si divertiva ai suoi ritmi frenetici, ma dai blues club in su, la rivoluzione era cominciata anche in terra inglese. Diversamente dalla controparte rock, che era costruita attorno a meri imitatori, il cosiddetto British blues contava su veri innovatori che plasmarono la materia blues fino a farla diventare qualcosa di diverso: si vide una metamorfosi che trasformò il blues in musica "bianca" dove si enfatizzavano i ritornelli epici, si velocizzavano le chitarre ritmiche, le parti cantate venivano smorzate perché il suono fosse più operatico, si flettevano i cori, si aumentavano gli arrangiamenti organistici e si aggiungevano armonie vocali. In pochi anni, i musicisti di british blues si trovavano a suonare qualcosa di profondamente sentito, come era il blues americano, ma con una potenza mediatica che nessun altro aveva sulla Terra. […]

Questo brano è tratto dalla tesi:

La controcultura editoriale in Italia tra anni '60 e anni '70

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Informazioni tesi

  Autore: Debora Fugazzi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo
  Relatore: Mario Bottaro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 177

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anni sessanta
bob dylan
woodstock
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