Skip to content

''Ādam'' 2011: lettura socio-politica di una musalsal egiziana del post Rivoluzione

Una lente di ingrandimento sulla mobilitazione egiziana pro Intifada e la posizione del regime di Mubarak

Gli universitari furono i primi a scendere in campo a sostegno dell'Intifada palestinese: le manifestazioni iniziarono alla fine del mese di settembre 2000, a ritmo quasi quotidiano. Secondo Fāṭima Farağ, la prima manifestazione fu quella del 29 settembre, organizzata da "islamisti" all'Università di Alessandria, a cui parteciparono circa 6000 studenti. Seguirono gli atenei di al-Manufiyya, Zaqāzīq, del Cairo, e la mobilitazione divenne nazionale. Mentre la Fara. attribuì almeno una parte della mobilitazione a studenti "islamisti, Ḥussām al-Ḥamalāwī, attivista socialista all'epoca studente all'Università Americana, affermò che in questa fase furono i piccoli gruppi di studenti vicini o appartenenti a partiti e movimenti di sinistra ad organizzare le manifestazioni. In base alla sua ricostruzione, gli universitari membri o simpatizzanti della Fratellanza Musulmana sarebbero stati inizialmente assenti o contrari alle proteste. In ogni caso il Presidente della Repubblica, il Partito di governo e quelli di opposizione, così come le autorità religiose, condannarono in blocco le azioni militari israeliane, in linea con l'opinione pubblica. Ciononostante, non manca chi rimproverò alla leadership politica una scarsa mobilitazione e al governo la mancata decisione di liquidare le relazioni diplomatiche con Israele.
D'altro canto, le Forze di Polizia si dispiegarono davanti ai campus, alle scuole ed alle sedi dei sindacati professionali, impedendo l'ingresso di attivisti negli atenei: usarono lacrimogeni, manganelli ed arresti per contenere le manifestazioni ed evitare che gli studenti si riversassero in strada. Solo al Cairo, decine di universitari furono arrestati e trattenuti per vari giorni; in centinaia furono fermati e rilasciati in giornata. Non furono solo gli universitari a mobilitarsi: intellettuali, giornalisti e professionisti di vari settori si coalizzarono in comitati per condannare la normalizzazione delle relazioni tra Egitto ed Israele. Si creò una vasta rete di solidarietà che coinvolse il Sindacato dei Giornalisti e i vari partiti. In particolare, alcuni attivisti della "Generazione degli anni Settanta" afferenti alla Sinistra, costituirono al Cairo il "Comitato Popolare Egiziano di Sostegno all'Intifada Palestinese" (EPCSPI), a cui aderirono anche nasseristi, islamisti e liberali. A novembre, una numerosa delegazione del EPCSPI accompagnò alla frontiera al confine con Gaza il primo convoglio di alimenti e medicine. Tra fine 2000 ed inizio 2002, il Comitato organizzò otto convogli, incoraggiando il boicottaggio dei prodotti statunitensi ed israeliani. Esso monitorava, criticava e condannava l'azione dei governi arabi nei confronti di Tel Aviv attraverso i media e le proteste di strada. Queste attività erano accolte molto favorevolmente da una gran parte della popolazione egiziana, nelle città come nei villaggi: si moltiplicarono i Comitati regionali, che agivano in autonomia rispetto a quello della capitale. Nonostante le reazioni ambivalenti del governo, nel complesso, tuttavia, si poteva affermare che nel corso del primo anno di Intifada, esso condannava duramente le posizioni israeliane. Coerentemente, le manifestazioni di piazza erano parzialmente tollerate, le raccolte di donazioni e le campagne di boicottaggio accettate ed i camion che il Comitato accompagnava al confine con Gaza venivano lasciati passare, anche se le forze di polizia dispiegate sul posto controllavano che i contatti tra attivisti egiziani e cittadini palestinesi fossero limitati e contenuti.
Dopo l'11 settembre 2001, invece, il regime adottò una linea più dura.

Mentre il Comitato di Solidarietà preparava la manifestazione per l'anniversario dell'inizio dell'Intifada, Farīd Zahrān, che ne era portavoce, venne arrestato con l'accusa di diffondere false informazioni ed organizzare manifestazioni. Oltre trecento supposti militanti di organizzazioni islamiste furono rinviati a giudizio dinanzi al tribunale militare, mentre la Fratellanza Musulmana veniva colpita da una campagna di arresti. Le manifestazioni di solidarietà tornarono a svolgersi tra quattro mura. La primavera 2002 decretò tuttavia la ripresa delle proteste di piazza, incentrate sulla richiesta di sospendere le relazioni diplomatiche con Israele ed espellerne l'ambasciatore. Il 29 marzo, i manifestanti si radunarono dopo la preghiera alla moschea di al-Azhar. Il giorno successivo, iniziarono le proteste nelle università, ad Alessandria, al Cairo ed in altre province. Centinaia di manifestanti radunati al Sindacato degli Avvocati tentarono più volte di rompere il cordone di sicurezza formato dalle Forze di Polizia, da cui vennero bloccati a colpi di manganello. Le manifestazioni e le iniziative di solidarietà con la Palestina continuarono per tutti i mesi di aprile e maggio 2002, nonostante la dura repressione delle Forze dell'Ordine e l'inizio di una lunga serie di arresti. L'anniversario dell'inizio dell'Intifada fu segnato da una nuova ondata di proteste nelle università, e da manifestazioni in varie località. Dinanzi alla sede della Lega Araba si radunarono circa duemila persone, tra cui attivisti di tutto l'arco politico: alla solidarietà con la Palestina si aggiunse l'opposizione al possibile attacco statunitense all'Iraq, e la preoccupazione per il futuro dell'Egitto nel quadro degli scenari regionali. Le Forze di Polizia si dimostrarono in quell'occasione tolleranti. Intanto la mobilitazione proseguì ma era giustificata da ideologie e visioni differenti, vedeva gradi di partecipazione molto diversi: mentre i partiti di opposizione erano per lo più assenti dalle piazze, il Comitato convogliava le posizioni e le iniziative di individui, gruppi ed organizzazioni emarginati o formalmente esclusi dalla sfera pubblica. La Fratellanza tendeva a partecipare pur mantenendo sempre un atteggiamento cauto, senza sbilanciarsi troppo agli occhi del governo. Questo andava di pari passo con la strenua riluttanza che una parte della Sinistra nutriva nel collaborare con i Fratelli musulmani. Fu il progetto dell'amministrazione Bush nei confronti del regime di Ṣaddām Ḥusayn ad attenuare temporaneamente le divisioni interne al Comitato. Il movimento filo-palestinese evolvette allora in una serie di gruppi ed iniziative che coniugavano il supporto all'Intifada con l'opposizione ai progetti della Casa Bianca per il Medio Oriente, e, più in generale, alla globalizzazione, interpretata come progetto di colonizzazione economica. A livello nazionale, l'invasione in Iraq mise in evidenza la scissione tra volontà popolare ed iniziative governative -repressione della "piazza", iniziative diplomatiche, acquiescenza e collaborazione con i governi israeliano e statunitense.

Per chi manifestava era chiaro che la leadership politica aveva scelto di adottare nei confronti dei propri cittadini un atteggiamento più fermo di quello mantenuto nei confronti di Tel Aviv e Washington. La crisi regionale e le manifestazioni contro l'invasione dell'Iraq sancirono lo spostamento dell'attenzione pubblica sulla situazione nazionale: i timori per le conseguenze della guerra, le difficili condizioni economiche in cui versava il paese, l'approssimarsi delle elezioni presidenziali e parlamentari rendevano urgente l'esplicitazione di istanze più mirate nei confronti del regime egiziano. In questo caso la mobilitazione investì una porzione di popolazione assai più ridotta, composta essenzialmente da un' élite di attivisti politici di varia provenienza e rinforzata dall'apporto degli universitari.
La mobilitazione aveva volto così la propria attenzione sul fronte della riforma politica interna. Tuttavia il supporto alla causa palestinese e la condanna alle azioni militari israeliane ripresero con vigore tra dicembre 2008 e marzo 2009, in relazione alla situazione nella Striscia di Gaza ed alle posizioni ufficiali in merito, ed infine nel 2010, per condannare la costruzione di un muro di separazione sul valico di Rafaḥ.

Questo brano è tratto dalla tesi:

''Ādam'' 2011: lettura socio-politica di una musalsal egiziana del post Rivoluzione

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Gabriella Quagliato
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e istituzioni economiche e giuridiche del Mediterraneo e dell'Asia e dell'Africa Mediterranea
  Relatore: Barbara De Poli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 318

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

telenovela/ musalsal egiziana 2011
analisi telenovela egiziana post rivoluzione 2011
rivoluzione egiziana 2011
conseguenze 11 settembre sugli arabi-musulmani
impatto seconda intifada palestinese in egitto
soap opera
fiction araba
ramadan

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi