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Viaggio nel postmodernismo russo attraverso le opere di V. Sorokin, V. Pelevin, V. Erofeev

Il mignolo di Buddha

Il romanzo Il mignolo di Buddha è diviso in dieci capitoli, ognuno dei quali è dedicato a una parte diversa di quello che per ora chiameremo “sogno”. In ogni sezione di questa esperienza onirica il protagonista vive delle vicende diverse l'una dall'altra per ambientazione, compagni di avventura e periodo storico; a volte “rientra” nel sogno dei capitoli precedenti, a volte no. L'attenzione del lettore è persistentemente sollecitata da tali mutamenti. […]

Il primo capitolo si apre nel viale Tverskoj di Pietroburgo, poco dopo il primo anniversario della Rivoluzione, dove il protagonista del libro, Petr Pustota, incontra il suo amico Von Ernen. Insieme si spostano a casa del primo, dove Von Ernen gli spiega che la sua recente promozione (grazie a una telefonata a Gor’kij) gli ha fruttato la macchina di servizio e la Mauser. É però reticente a dire per quale organo esattamente lavora, ma Petr capisce che deve avere a che fare con il settore culturale. Subito dopo i fatti evolvono: Von Ernen minaccia l'amico con la pistola, ma quest'ultimo con abile mossa riesce a portare la situazione a suo favore e a uccidere l'avversario. […]

Nel secondo capitolo il protagonista si risveglia in un manicomio con una camicia di forza. I due marinai sono ora diventati infermieri e lo trascinano dal dottor Timur Timurovič, con cui Petr comincia un discorso delirante sulla diagnosi e sui letterati arrivando a parlare della Cina e della Crimea. Per placarlo il dottore gli fa un’iniezione, ma sotto l'effetto di questa Pustota sente il racconto altrettanto vaneggiante di Marija su una passeggiata finita con un volo in aeroplano con Schwarzenegger.

Nel terzo capitolo si risveglia a casa sua, dove qualcuno sta suonando un brano di Mozart al pianoforte: è Čapaev, che amichevolmente sporge la valigetta, che era di Von Ernen, a Petr, dopodiché gli chiede di accompagnarlo al fronte orientale offrendogli un impiego politico come commissario nelle unità militari. […]

Nel quarto capitolo viene risvegliato da Vladimir Volodin: si trova di nuovo nella clinica insieme con altri pazienti. Sono tutti nudi immersi in delle vasche. La scena si sposta poi in un'altra stanza, dove il dottor Timurovič spiega ai suoi pazienti il metodo “Jung”, un esperimento consistente di sedute di idro-psico-terapia e sedute di estetica curativa. […]

Nel quinto capitolo Petr si risveglia accanto ad Anna, la donna gli riferisce che ormai è estate, che è rimasto a lungo in coma in seguito alla battaglia in cui si è valorosamente distinto. Ripresosi completamente, Petr invita Anna a bere un caffè: inizialmente parlano della rivoluzione ma il vero intento del protagonista è quello di rivelare ad Anna i sentimenti che prova per lei. […]

Nel sesto capitolo il protagonista della vicenda diventa proprio Serdjuk. Suo compagno d'avventura è il giapponese Kowabata. I loro discorsi vertono soprattutto sulla tradizione e sulla poesia. Il rituale del Seppuku in particolare richiede il suicidio da parte di Serdjiuk, che quindi si pugnala allo stomaco con un coltello.
L'avvenimento più importante del settimo capitolo è l'incontro tra Petr e il Barone Nero, cioè Jungern von Stenberg, difensore della Mongolia interna. Il protagonista pensa che sia l'inventore dell'esperimento psichico attuato dal dottor Timurovič. Con questo strano personaggio Petr fa una sorta di viaggio nell'aldilà. Inoltre a causa del suo accompagnatore s’insinua il dubbio nella sua mente che questa sia la vera realtà e tutte le altre un sogno.

L'ottavo capitolo è imperniato su un dialogo delirante tra Volodin, compagno di Petr nella clinica psichiatrica, con due mafiosi, Koljan e Šurik. I passaggi da un discorso all'altro, come dalle droghe agli spacciatori, o dai film alla religione, sono del tutto privi di senso e con una visione del tutto distorta.

Nel nono capitolo scopriamo che quello precedente è stato scritto da Petr, che cerca di appuntare i propri sogni come suggeritogli da Čapaev. Successivamente il primo incontra Anna e le chiede ancora un appuntamento, ma lei rifiuta. […]

Il decimo capitolo presenta un'animata discussione del protagonista con i suoi compagni di clinica sui propri sogni. Il dottor Timurovič ritiene ormai opportuno dimetterlo per aver raggiunto la catarsi completa. Uscito dal manicomio, si dirige verso il viale Tverskoj, lo stesso dell'inizio del romanzo. Ora però sono spariti il monumento di Puškin e il monastero della Passione e poco più in là ne hanno preso il posto insegne con scritto Samsung e oca-co a. Si dirige poi alla Tabacchiera musicale, dove si ubriaca e fa uso di ecstasy. Mentre si esibisce sul palco, spara al lampadario con una penna, provocando il caos. Esce dal locale e sale a bordo dell'autoblindo su cui lo aspetta Čapaev.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Viaggio nel postmodernismo russo attraverso le opere di V. Sorokin, V. Pelevin, V. Erofeev

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Informazioni tesi

  Autore: Rebecca Viale
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Scienze della mediazione linguistica
  Relatore: Massimo Maurizio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 41

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