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LO STRAPPO - cambiamenti illogici e repentini nel gusto-

Diane Arbus: dal formalismo di moda agli scatti queer

Nata Diane Nemerov il 14 Marzo 1923, era figlia di una ricca famiglia ebrea proprietaria dei grandi magazzini Russeks in Fifth Avenue a New York. Suo padre David Nemerov, pover uomo di origini russe, riuscì a sposare la già ricca Gertrude Russeks e prendere in mano le redini del negozio di pellicce per trasformarlo in una vera e propria catena. Diane crebbe con il fratello maggiore Howard, celebre poeta americano, per il quale sentiva un forte legame d'amore, condividendo i pro ed i contro dell'appartenere ad una famiglia molto agiata. I due infatti, vissero sempre in contatto con la solitudine e, seppur contraddistinti da un'acuta intelligenza, ebbero un'infanzia affettiva piuttosto difficile per l'assenza fisica del padre, sempre a lavoro, ma non per questo meno influente nelle decisioni famigliari, e la caratteristica nube di sigaretta mischiata all'indifferenza della madre, poco affettuosa e propensa a stimolare i propri figli.
Tuttavia i giovani Nemerov ricevettero un'ottima educazione venendo affidati, inizialmente, alle cure di svariate bambinaie di differenti nazionalità, tra le quali una giovane donna francese il cui aspetto colpì molto la piccola Diane, come lei stessa scriverà più avanti: "Aveva un viso duro, triste, ma bello e io l'adoravo" e ancora "nel suo sguardo sembrava che si nascondesse un segreto molto triste" tratti che probabilmente hanno influito sulla donna che diverrà più tardi nonché sulla sua fotografia.
Dopo la nascita della sorella minore Renée, futura scultrice, Diane la prese sotto la sua ala protettiva. Era sua abitudine leggerle Joyce, Alice nel paese delle meraviglie e Il Mago di Oz, suoi racconti preferiti, perché già affascinata dall'immagine del corpo ed in particolare dalle narrazioni in cui lo "straordinario travolgeva il quotidiano", storie gotiche e tutto ciò in cui era la fantasia a dominare la realtà.
Frequentò la Ethical Culture School e le sue doti artistiche spiccarono fin da bambina, così come il suo carattere turbato e insofferente, attraverso di esse. Il suo professore d'arte Victor D'Amico ricorda che una volta diede come compito alla sua classe di disegnare una casa di fantasia. La maggior parte degli alunni disegnò case tradizionali in stile Tudor, Diane, invece, fu l'unica a disegnare una casa rotonda con finestre ovunque e pochi mobili affinché non rischiasse di urtarli mentre camminava nel buio, cosa che stranamente le piaceva, la faceva sentire al sicuro e a suo agio. Considerava il buio "rifugio in cui acquattarsi ed aspettare i mostri ed il brivido di terrore che le facevano provare."
La vita di Diane non è sempre stata di libri e solitudine interiore, ciò che l'ha sempre seguita fin dalla nascita era l'arte. La sua famiglia ne era intrisa: la nonna paterna, impeccabile sarta, insegnò l'arte del cucire al figlio, futuro padre della fotografa, il quale aveva appreso dalla madre anche le tecniche dell'acquarello. David Nemerov infatti, nei suoi viaggi d'affari a Parigi, da cui riprendeva gli stili e le ultime mode delle passerelle, cercava sempre di ritagliarsi del tempo libero e raffigurare, fogli e matite alla mano, splendidi scorci della Ville Lumière. Era nel DNA dei Nemerov e Diane lo ereditò totalmente, tant'è che il padre prese la decisione di farle seguire lezioni di disegno dopo scuola da Dorothy Thompson, illustratrice di Russeks. Questa figura, probabilmente la prima beatnik che incontrò, fu importante per Diane: le impartiva due volte a settimana lezioni di disegno e poi, insieme, andavano al Met e le parlava d'arte. La vera svolta con questa donna, però, fu l'approccio agli acquarelli di Grosz che dal liceo in poi non avrebbe mai più abbandonato Diane.
A soli quattordici anni incontrò il suo Romeo a prima vista, come in una delle tante storie di fantasia di cui andava ghiotta. Si chiamava Allan Arbus, bello, magro e riccioluto. Di giorno svolgeva la mansione di fattorino presso Russeks e la sera frequentava il college. Anche lui amava l'arte e voleva fare l'attore. Invaghiti l'un l'altro erano disposti a sposarsi appena adolescenti, ma ovviamente la famiglia di Diane si oppose dando involontariamente vita ad una relazione clandestina che durò a lungo. In questo periodo, grazie ad Allan, la giovane Nemerov riscoprì sé stessa e raggiunse una maggiore consapevolezza del proprio corpo, fino ad allora ulteriore elemento di paura e vergogna, abbandonandosi anche ad un rituale del tutto curioso: ogni notte, si chiudeva in bagno e, certa della presenza di occhi maschili negli altri appartamenti, iniziava a spogliarsi, sfiorarsi e toccarsi compiaciuta degli sguardi altrui.
All'età di diciotto anni, nel 1941, Diane diventa la signora Arbus ed inizia ad affiancare il suo giovane marito nella fotografia di moda curando, inizialmente, le pubblicità dei Grandi Magazzini Russeks. Allan le aveva insegnato tutto quello che imparava alla scuola di fotografia ed insieme avevano creato una piccola camera oscura nel bagno del loro appartamento.
Durante il Dopoguerra la fotografia di moda era influenzata dall'eleganza e dagli studi di fotografi come Steichen, Louise Dalh-Wolfe, John Rawlings, George Platt Lynes, Horst P. Horst e dall'audace Erwin Blumenfield. Dall'altra parte, fin dal '34, Martin Munkacsi si era imposto rivoluzionando la fotografia di moda grazie all'apporto di una visione più realistica: dando spazio al movimento, gli abiti venivano inseriti nel contesto per cui erano stati realizzati.
Dopo essersi recati in diverse agenzie pubblicitarie con la loro cartella di fotografie, nel 1947 ottennero un appuntamento con la più giovane art-director di Condé Nast, Tina Fredericks, che li segnalò al suo capo, il memorabile Alexander Liberman. Da allora lavorarono regolarmente per Glamour facendo spesso innervosire la Fredericks: più volte non ne condividevano l'idea di un progetto e le sedute di posa erano lunghissime, perché tutto doveva essere perfettamente come lo immaginavano, ciò, ovviamente, influiva sulla spesa per le modelle. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

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Informazioni tesi

  Autore: Flavia De Marco
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Beni culturali
  Corso: Culture e Tecniche della moda
  Relatore: Federica Muzzarelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 46

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moda
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jean paul gaultier
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