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La Sindrome di Munchausen per Procura

La Vittima

Come tutte le vittime di violenza, quella della condotta abusante che caratterizza la Sindrome di Munchausen per Procura è spesso posta in secondo piano, per dare spazio all'autore sull'analisi del quale, sebbene la letteratura scientifica sia ancora quantitativamente lontana dall'essere soddisfacente, si sono concentrate le ricerche fino a questo momento considerate e grazie alle quali è stato possibile identificare e comprendere, non senza qualche difficoltà, le motivazioni che lo hanno spinto all'atto, approfondendo nella fattispecie lo studio della sua personalità e del contesto in cui è inserito.

Un'impostazione analoga non può invece essere seguita nel caso della vittima MSbP della quale i contributi analizzati si sono limitati a tracciare - in parte anche a causa della scarsa incidenza del fenomeno (0,4/100.000 bambini) - un profilo piuttosto generico. A differenza di altre forme di abuso, i precedentemente citati studi di Rosemberg (1987) e di Sheridan (2003) non hanno riscontrato una prevalenza di genere, anche se dal primo è possibile evincere che l'età media della vittima MSbP al momento della diagnosi è di circa 5 anni con un range che va da meno di un mese a diciassette anni circa (Ibid.).
Tuttavia individuare una condotta Munchausen a partire dall'esame obiettivo del bambino è un compito arduo e buona parte delle difficoltà sono ascrivibili a fattori etici e culturali che, almeno in un primo momento, inducono a non accettare l'ipotesi che esistano genitori capaci di procurare al proprio figlio sofferenze così efferate e persistenti come quelle inflitte da una madre MSbP. Non mettere in discussione quel background di valori e di principi che orientano il nostro agire e che sono così subdolamente distorti dal comportamento Munchausen è la principale causa che induce il medico a fidarsi delle parole materne - tanto accomodanti quanto ingannevoli - e a impegnarsi in una ricerca estenuante per lui e dolorosissima per il bambino.

In tale ottica sarebbe auspicabile che il clinico si adoperasse non solo per interpretare al meglio la sintomatologia riferita, ma anche per studiare le modalità cognitive e comportamentali sia del paziente - a meno che non sia ancora troppo piccolo - sia della madre, prestando inoltre particolare attenzione alle reazioni emotive di entrambi.
Pertanto, qualora i sintomi esposti non trovino riscontro all'esame obiettivo, è indispensabile cercare quelli di un ipotetico disagio psicologico, potenziali indicatori della Sindrome di Munchausen per Procura.

A tal proposito ritengo opportuno riportare i risultati di una ricerca condotta nei principali nosocomi veronesi per quantificare la percentuale di medici capaci di individuare la MSbP (Merzagora Betsos 2001). Nei novantadue questionari somministrati, metà a pediatri ospedalieri e metà a specialisti operanti in extra-moenia, la domanda concernente la conoscenza della condotta Munchausen era stata posta per ultima poiché si voleva capire se, anche senza sapere della sua esistenza, i medici si fossero imbattuti in casi simili. Dai risultati è emerso che, mentre solo il 46% dei liberi professionisti ne aveva sentito parlare, ben il 78% dei pediatri internisti sarebbe stato in grado di riconoscerla. Di questi tuttavia solo il 5% circa aveva affermato di essersi dovuto rivolgere alle forze dell'ordine, ma solo perché a partire dai segni riscontrati all'esame obiettivo del minore aveva ipotizzato una qualche forma di maltrattamento da parte dei genitori e non le conseguenze di una possibile condotta Munchausen.

L'esito della ricerca risulta quindi concorde con i dati inerenti la bassa incidenza della MSbP per il fatto che, come confermato dalla letteratura, non esiste una sintomatologia patognomonica che porti a una diagnosi inequivocabile. Tuttavia è possibile stilare una lista di quadri clinici e disturbi comportamentali potenzialmente correlabili a una condotta Munchausen e classificabili in due categorie: aspecifici a breve termine e specifici a lungo termine.[…]

Questo brano è tratto dalla tesi:

La Sindrome di Munchausen per Procura

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Informazioni tesi

  Autore: Daniele Genick
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Sociologia
  Relatore: Roberta Bisi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 114

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Parole chiave

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infermità
disturbo di personalità
autrice
violenza domestica
munchausen
seminfermità mentale
sentenza 9163/05 sezioni unite cassazione
sindrome di munchausen

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