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L'emigrazione italiana nel secondo dopoguerra: la famiglia Leonetti e gli Stati Uniti degli anni '50 del Novecento

Gli Italoamericani

A causa della mancanza di registri nazionali e locali, è difficile stimare con certezza quanti americani oggigiorno abbiano radici italiane, e l'unica fonte a cui potersi affidare sono i diversi censimenti tenuti dal 1850 ad oggi.
Per oltre un secolo i cittadini americani nati negli Stati Uniti erano tenuti solo a specificare il colore della propria pelle, quanto bastava per dividere la popolazione in bianchi, neri, cinesi e indiani o "altro", categoria aggiunta nel 1950 per coloro che avessero origini razziali miste. Solo nel 1980 la domanda sulla razza di appartenenza venne sostituita da una in cui il cittadino era tenuto a specificare le proprie ascendenze, permettendo una classificazione più precisa della variegata popolazione americana.
Nel 2010 secondo il censimento ufficiale, circa 17.250.000 milioni di persone residenti negli Stati Uniti dichiaravano di avere ascendenze italiane.
L'America per gli italiani è sempre stata una sorta di terra promessa dove i propri sogni diventavano realizzabili, dove a tutti veniva data la possibilità di vivere una vita diversa e migliore.
È stato così per i primi emigranti, che più di un secolo fa affrontavano il lungo viaggio attraverso l'Oceano Atlantico per sbarcare ad Ellis Island e lì ricostruirsi una vita, inseguendo una felicità che in Italia era stata strappata via dalla povertà e dalle guerre. Lo stesso sentimento pervadeva anche gli animi di chi l'Italia l'ha lasciata dopo la seconda guerra mondiale, con ancora milioni di italiani costretti a lasciarsi alle spalle un paese ferito e la povertà.
Per i milioni di italiani giunti negli Stati Uniti, il processo di integrazione fu lungo e non privo di difficoltà.

"America, noi l'abbiamo scoperta; noi le abbiamo dato il nome, italiani ed italoamericani l'hanno esplorata, costruita e combattuto per essa, tuttavia i libri di storia danno poca attenzione ai numerosi contributi degli italiani e degli italoamericani alla nostra grande nazione"

R. Romano nel suo saggio "Il lungo cammino dell'emigrazione italiana" (1992) fa luce sull'impatto che gli italiani avevano nei paesi ospitanti.

Quel che è impressionante è constatare che questi italiani - dal senso nazionale tanto debole allorquando vivevano in patria - scoprono l'italianità nel ritrovarsi all'estero: non sono più veneti o calabresi, genovesi o napoletani ma, semplicemente, italiani. Non che siano mancati screzi tra gruppi di meridionali e di settentrionali, ma non più gravi di quelli che riscontriamo tra marsigliesi e bordelesi.

Gli emigranti italiani si sentivano figli della stessa patria solo grazie ad un'affinità di costumi e una somiglianza di linguaggio, quanto bastava però per aiutarsi a vicenda nel superare le mille avversità che dovevano affrontare in un nuovo paese.
Se nei paesi latini gli italiani avevano contribuito ad una evoluzione culturale, diverso era negli Stati Uniti, dove soprattutto nei primi decenni del fenomeno migratorio, gli italiani erano accusati di aver "importato" oltre oceano realtà politiche sconosciute quali l'anarchismo e il socialismo.

In realtà l'italiano è tutt'altro che un proletariato rassegnato: la sua venuta è sinonimo di sciopero, di lotta di classe, di organizzazione operaia.

Con l'aumento vertiginoso degli italiani e un crescente anti-italianismo, nelle grandi città gli immigrati iniziarono a raccogliersi e vivere in quartieri che ben presto diventarono le little italies d'America. Allo stesso tempo cambiava l'opinione sugli italiani, non più visti solo come quelli del buon cibo o dell'arte, gli anni del proibizionismo, la mafia e criminali come Al Capone, contribuirono a creare stereotipi negativi e pregiudizi.
Particolarmente attive a difesa degli italoamericani, la CSJ (Commission for Social Justice, CSJ) e la OSIA (Order Sons of Italy in America) a partire dagli anni settanta si resero protagoniste di diverse iniziative atte a contrastare quegli stereotipi affibbiati alle nuove generazioni di americani con radici italiane. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'emigrazione italiana nel secondo dopoguerra: la famiglia Leonetti e gli Stati Uniti degli anni '50 del Novecento

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Russomando
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Alessandra Gissi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 63

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