Creare, Fecondare e trasformarsi

Ripercorrere la mia formazione personale e professionale significa mettere a confronto due realtà che si integrano, rispetto ad un contesto quotidiano da me vissuto e trasformato. Dopo il diploma di scuola superiore come perito in telecomunicazioni (indirizzo mai veramente conforme alle mie capacità e aspirazioni!), decido di assecondare la mia naturale propensione verso le scienze umanistiche, entrando nel mondo universitario come aspirante psicologo. Tralasciando i cambiamenti didattici e metodologici che ha subito la facoltà di psicologia e il mondo accademico, vorrei evidenziare quale è stata, ed è, la spinta motivazionale che mi fece scegliere tale facoltà: la volontà di aiutare un altro essere umano a trovare o a ritrovare le proprie risorse individuali e profonde, nel momento in cui attraverso il suo vissuto personale, egli stesso si ritrovi a vivere un disagio che da solo non riesce a gestire con le proprie forze.
Oggi posso affermare, alla luce del significato del Counseling, che quelle intuizioni giovanili si sono rafforzate e concretizzate in immagini chiare e distinte, espressione di un desiderio di far ritrovare la strada nella possibile nebbia che nella vita si pone dinanzi all'esistenza di un individuo.
Credo, comunque, che in ogni studente la decisione di scegliere Psicologia sia una naturale propensione verso l'altro ma anche, e soprattutto, un sottotitolo neanche tanto celato di risolversi attraverso questo percorso formativo. Sicuramente nel proporre al cliente un aiuto vi è comunque uno scambio, che deve essere qualitativo e non certo legato all'acquisizione di dati personali.
La prima parte della mia carriera universitaria svoltasi quando ancora era vigente il vecchio ordinamento, agli inizi è stato un susseguirsi di esami con buon profitto, che a tutt'oggi hanno lasciato ben poca traccia.
È rimasta in me la consapevolezza che per affrontare certe patologie ci vuole una preparazione e non solo una predisposizione in ambito psicologico; quest'ultima la considero il vero talento che si può nutrire solo facendo un costante e sereno percorso di analisi interiore che mai può considerarsi concluso.
Il punto di svolta di questa mio primo cammino formativo di studente è arrivato quando ho preso coscienza che lo studio, così come proposto, non mi dava strumenti e risposte esaurienti a ciò che avevo ipotizzato all'atto della mia scelta accademica e quindi professionale.
Vari i fattori soggettivi e oggettivi, tra cui lavoro e questioni legati alla sfera familiare, che mi hanno fatto pian piano allontanare dall'università fino ad avere la ferma intenzione di lasciarla; poi ho intrapreso ciò che a tutt'oggi è la mia principale attività: Educatore nella scuola dell'infanzia e primaria, di discipline legate all'attività motoria e ai vari linguaggi espressivi tra cui la musica e il movimento. Questo passaggio è avvenuto dopo aver acquisito il titolo di Insegnante di Psicomotricità attraverso un Master in Psicologia dello Sport, settore e ambito poco sviluppato in Italia soprattutto quando parliamo di Sport Amatoriale. […]