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Mobilità sociale, disuguaglianze e scuola

Statistiche sull'abbandono scolastico (drop out)

Se diamo uno sguardo ai dati europei ed effettuiamo un confronto statistico con le altre nazioni ci accorgiamo che l'Italia è un paese a bassa scolarità. Il gap più significativo si registra nell'istruzione universitaria, ma un certo divario è evidente anche nel caso della scuola secondaria.
Ma perché in Italia si verifica un così basso conseguimento scolastico?
Le cause principali sono i bassi tassi di passaggio ai livelli superiori e gli elevati tassi di abbandono. La fuoriuscita dal ciclo formativo (o dispersione scolastica) rimane alta. Il rapporto IARD del 2002 sulla condizione giovanile in Italia valuta al 5,7% il tasso di dispersione dei ragazzi tra i 15 e i 17 anni. Oltre ai costi economici individuali in termini di opportunità di guadagno future, la dispersione scolastica comporta anche costi sociali, economici e non economici. Un elevato livello di fuoriusciti dal sistema scolastico comporta uno spreco di risorse, un minor livello di capitale umano e possibili fenomeni di marginalità sociale.
La dispersione è un fenomeno complesso fatto di mancati ingressi, evasione dell'obbligo scolastico, frequenze irregolari, bocciature, abbandoni, ecc. Secondo i dati, c'è ancora una frazione pari a circa il 3,6% di «evasori scolastici» principalmente concentrati nelle regioni meridionali che non completano l'istruzione dell'obbligo. Una frazione aggiuntiva di studenti non si iscrive o abbandona poco dopo l'iscrizione secondaria (16%). Infine solo il 77% di coloro che si iscrivono al primo anno della scuola secondaria di secondo grado raggiunge il diploma di maturità.
Ma quali sono le ragioni per cui gli italiani hanno tassi di scolarità minori degli altri europei? E perché anche coloro che vanno a scuola non conseguono risultati soddisfacenti?
La principale spiegazione è la forte relazione fra le scelte, le performance degli studenti italiani e i livelli di istruzione dei genitori. Dall'indagine ISTAT sui diplomati del 1998 risulta una forte correlazione tra il livello di istruzione dei genitori e il voto conseguito all'esame di licenza media; d'altra parte il giudizio di licenza media e il livello d'istruzione dei genitori sono i fattori che contribuiscono in buona misura a orientare le scelte scolastiche successive; più del 70% dei figli di genitori con alto livello d'istruzione e buoni voti all'esame di licenza media sceglie il liceo. I licei, contrariamente agli istituti tecnici e soprattutto professionali, sono caratterizzati da tassi di drop out molto bassi; sarebbe quindi la scelta in età precoce, determinata in misura rilevante dai genitori e dalla loro istruzione, a determinare i destini scolastici dei ragazzi.
Anche le ricerche di Mocetti [2004] dimostrano come il processo di selezione scolastica inizi già alla scuola media per cui il titolo di studio dei genitori e l'occupazione professionale del padre sono elementi fondamentali. Riassumendo, la scuola non è capace di colmare le lacune e le carenze formative di chi proviene contesti familiari svantaggiati e le disuguaglianze di partenza vengono riprodotte ed amplificate nei livelli più alti dell'istruzione. Anche la scelta del tipo di scuola superiore in cui iscriversi è legata al livello culturale e alla condizione economica della famiglia, e un più alto livello di scolarità dei genitori è associato a una maggiore probabilità di continuare e di scegliere i licei.
Chi ha completato in ritardo la scuola dell'obbligo e si è iscritto alla secondaria superiore ha una maggiore probabilità di uscirne senza aver conseguito il diploma; chi è iscritto alle medie all'età di 15 anni è più probabile che venga avviato al lavoro o che abbandoni la scuola. Mocetti nota che l'abbandono scolastico della scuola superiore è strettamente connesso al background familiare; l'abbandono è maggiormente diffuso fra i figli dei lavoratori autonomi e degli imprenditori, forse perché possono usufruire di un'opportunità di lavoro istantanea. Mocetti sottolinea che la presenza di settori di attività a basso contenuto di capitale umano incentiva l'uscita dal sistema scolastico o la scelta di indirizzi di studio che diano un diploma direttamente spendibile nel mercato del lavoro.
L'espansione di lavori stagionali ha avuto un effetto decisamente positivo e rilevante sulla possibilità di continuare gli studi: il lavoro estivo infatti costituisce un'occasione lavorativa che assicura guadagno ma che contemporaneamente non intralcia gli studi. Una condizione economico - familiare favorevole diminuisce le possibilità di interruzione degli studi e di avviamento al mondo del lavoro; i giovani che si ritrovano in famiglie con un solo genitore hanno maggiori possibilità di avviarsi verso il mondo del lavoro, così come coloro che sono iscritti ancora alle medie o ad una scuola professionale [Cfr. Checchi 2010: 135-140].

Questo brano è tratto dalla tesi:

Mobilità sociale, disuguaglianze e scuola

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Informazioni tesi

  Autore: Gianni Pecoraro
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Gianna Cappello
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 51

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Parole chiave

scuola
disuguaglianze sociali
mobilità sociale
differenziazione sociale
disparità di ricchezza
dispersione scolastica

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