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Lo sviluppo dei criteri metodologici della teologia nella Chiesa cattolica indicati dai documenti della Commissione Teologica Internazionale

Sviluppo dei criteri metodologici della teologia cattolica attraverso i documenti della CTI: dalla sintesi alla critica

Guardando all'insieme e in senso crescente cronologico vediamo come la CTI abbia, nel tempo, sviluppato – nel periodo di quarant'anni – un'analisi e una proposta teologica interessante con uno sviluppo sempre più completo.
Partendo dal documento del 1972 vediamo che abbiamo due polarità di riferimento: una situazione di evidenza pluralistica in campo teologico – morale come viene specificatamente presentato, ma che riguarda il campo esteso di tutta la teologia e dall'altra una necessità di unitarietà della Chiesa. Il documento si pone il problema di come mettere insieme queste due realtà che discendono da due fronti che non sono ad escludendum l'uno dell'altro o contrapposti. Il pluralismo o pluralità di visioni teologiche – sempre alla luce della Scrittura, della Tradizione e del Magistero – è già presente nella Paradosis della Chiesa sin dai primi tempi antichi e ha trovato armonia nel percorso dei secoli grazie alla fedeltà di un Magistero che ha salvaguardato, alla luce della stessa Tradizione, l'autenticità del messaggio nella varietà e ricchezza delle espressioni e degli sguardi teologici. Del resto la stessa unità della Chiesa è un cantiere sempre aperto, parlarne ancora nei contesti teologici significa rileggere questo aspetto ecclesiale alla luce delle verità di fede in una coniugazione spazio- temporale che non la limita, ma l'arricchisce di novità e freschezza, sempre tenendo alta la luce della Parola di Dio nella sua interpretazione autentica da parte dei successori degli Apostoli. L'insistenza sulla permanenza delle formule di fede nasce dall'esigenza di riaffermare – ad appena sette anni dalla fine del Vaticano II! – il bisogno di una Chiesa che veniva percepita dallo stesso Magistero, come una realtà – nonostante la ricchezza dei documenti conciliari – da fermare e precisare. Potremmo dire che questa analisi e questa valutazione d'insieme, svolta in quindici punti molto essenziali – con assenza di note e di riferimenti bibliografici –, si appoggia su affermazioni radicate nella Tradizione.
Le dodici tesi invece ben strutturate di "Magistero e teologia" sono al contrario molto ricche di documentazione richiamando in particolare i documenti conciliari ed una affermazione di papa Paolo VI – detta per la prima volta in una sua allocuzione, siamo nel 1966, un anno dopo la fine del Concilio! – sul rapporto tra teologia e magistero. Qui notiamo una nuova impostazione benché siano trascorsi solo tre anni dal precedente documento della CTI dove l'incipit è prettamente montiniano. Le stesse tesi – dodici per la precisione – hanno la capacità di far fare all'analisi e alla considerazione della teologia nel contesto ecclesiale di Popolo di Dio da parte del Magistero, un salto di qualità entrando nello specifico delle relazioni infra-ecclesiali. Lo sguardo sui vari aspetti che abbiamo presentato precedentemente ci permette di vedere in nuce ciò che poi abbiamo visto nascere nel 2012 con l'ultimo documento della CTI, Teologia oggi. Però sentiamo di dire che questo testo, benché con tutta la sua capacità di stringatezza e sintesi nonostante i diversi problemi affrontati, ha un approccio alla relazione magistero-teologi così confidenziale e così comunionale da far sentire battere il cuore dell'ecclèsia. È lo stile, in sintesi, la modalità che fa percepire questa fraternità umana e cristiana da un ordinario testo che ordinario non è. Lo straordinario è dato, alla decima tesi, dal termine "dialogo", tanto caro a Montini. È lui che ha originalmente ed esclusivamente approcciato tale tema del dialogo già in pieno Concilio, producendo l'enciclica Ecclesiam suam e che richiama qui con amore e fraterna condivisione ecclesiale (Cfr. 3., 4.2.). Questo aspetto, per noi così importante da sempre, specialmente oggi come oggi, trova nell'ultimo documento della CTI, ben diciotto citazioni della parola dialogo disseminate un po' in tutto il testo del 2012.
L’interpretazione dei dogmi del 1990, documento sorto quindi anni dopo, tocca la questione fondamentale della considerazione nella Chiesa del dogma cattolico. Questo documento, curatissimo e complesso sotto tutti i punti di vista diventa cruciale per la puntualizzazione – una volta per tutte – di tale problema. Gli spaccati teologici – perché di fatto è un puro documento teologico - ci inquadrano il problema sotto tutti i punti, scritturistici, della Tradizione, del Magistero ed ecclesiale. L'ancoraggio dei vari passaggi è stabilizzato e ricco di riferimenti della Scrittura, della Tradizione e del Magistero in una lettura circostanziata e inquadrata nelle varie fasi dello sviluppo concettuale ed interpretativo dei dogmi cattolici. Questo documento è stato creato per rispondere alle pretese interpretazioni teologiche avanzate da correnti teologiche che negli anni precedenti – praticamente nel post-concilio, anni '70 – '80 – hanno come rotto quel paradigma di fondo della Tradizione cattolica sull'interpretazione dei dogmi. Rottura che è avvenuta alla luce di sviluppi socio-politico-economici che si possono inquadrare nella rivoluzione sessantottina proveniente dagli Usa e approdata nel Vecchio Mondo alla fine degli anni '60 per poi svilupparsi in proprio ed invadendo tutto il vissuto umano e sociale fin dalle sue convinzioni più profonde investendo anche gli spazi esistenziali del singolo e delle comunità, tra cui anche la Chiesa cattolica. Infatti il punto cruciale sul quale fa bene il testo del 1990 a soffermarsi è la questione della relazione tra verità e storia. È qui che si svolge il nesso più radicale della concezione dell'essere nel mondo alla luce della verità. Lo spiegare come nasce in casa cattolica tale rapporto e come si sciolgono i conflitti in merito è il passaggio successivo che abbiamo visto concretizzarsi nella concezione della verità secondo la Scrittura, la Tradizione e l'interpretazione magisteriale alla luce dei nostri tempi e della varietà delle culture. La pregnanza teologico-magisteriale è data dall'alta competenza sia del prof. Kasper e dalla regia complessiva ed ultimativa del card. Ratzinger.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Lo sviluppo dei criteri metodologici della teologia nella Chiesa cattolica indicati dai documenti della Commissione Teologica Internazionale

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Informazioni tesi

  Autore: Piero Cappelli
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2012-13
  Università: Pontificia Università della Santa Croce - ISSRA - Roma
  Facoltà: Teologia
  Corso: scienze religose
  Relatore: Gianfranco Calabrese
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 107

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