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Intese verticali e Franchising una comparazione degli ordinamenti italiano e canadese

Proprietà intellettuale e franchising

In questo paragrafo si accennerà alle disposizioni in materia di proprietà intellettuale, che interessano la distribuzione di beni in molteplici e significativi modi. Ciò é tanto più vero nella materia del franchising, in quanto il trasferimento dell'insieme dei diritti di proprietà industriale ed intellettuale ed il loro sfruttamento commerciale rappresenta il “marchio” distintivo di questo particolare contratto sia in Italia che in Canada.

La legislazione in materia, applicabile in Canada, include il Trade Mark Act, il Patent Act, il Copyright Act e l'Industrial Design Act.
Questi atti traducono il proposito dello stato Canadese di proteggere i diritti di proprietà intellettuale e garantire ai loro creatori i benefici derivanti dal relativo sfruttamento.
Nonostante il Bureau abbia sottolineato nelle sue linee guida come la Competition Law e la proprietà intellettuale lavorino insieme per promuovere l'economia, é interessante notare come possa essere rilevata una certa tensione nel modo in cui questo proposito é declinato nel Competition Act.

E' possibile scorgere un confronto tra due suoi obbiettivi: quello di massimizzare il benessere attraverso la concorrenza e l'incentivazione alla ricerca e la concessione di diritti di esclusiva. Le dette questioni sono state affrontate in sentenze come Warner Music Canada e Tele-Direct. In questi casi si può notare come il Tribunale si sia sempre pronunciato in favore del proprietario del diritto intellettuale, rimarcando la speciale considerazione che viene data all'innovazione quale fonte di progresso economico. Nel caso Tele-Direct il Tribunale ha infatti stabilito é una prerogativa del proprietario, quella di rifiutare la concessione in licenza del marchio. Similmente, gli é concesso di determinare, specificamente, le persone a cui concedere questo privilegio; la selettività nella concessione di licenze é fondamentale nella logica di protezione del commercio attuata in Canada.

I marchi sono beni preziosi e rappresentano una notevole ricchezza nel mercato. La decisione di concedere in licenza un marchio, essenzialmente per condividere la reputazione investendo nel bene, é un diritto che, nell'ordinamento canadese, spetta interamente al titolare del marchio.

Nel caso Warner Music Canada é stato stabilito che il “diritto di Copyright” possa essere definito un “prodotto”, con riferimento alla definizione data nella s. 75 del Competition Act, ma viene sottolineata la sua caratteristica di esclusività. Al proprietario di tale diritto viene infatti concessa la facoltà di rifiutare la concessione della licenza.

Il giudice del caso Warner, ebbe a chiarire come il diritto di esclusione sia fondamentale per la proprietà intellettuale e non possa essere considerato anti-competitivo. Ciò, afferma il giudice, alla luce del fatto che nella storia giurisprudenziale della sezione 75, non si rilevano intenzioni di prevedere un obbligo di concedere licenze di proprietà intellettuale.

A livello generale la norma che difende la concorrenza dall'uso illegale dei diritti intellettuali e industriali é contenuta nella s.32. Essa prevede che ogni qualvolta la proprietà intellettuale venga conferita al fine di danneggiare la competizione, la Corte Federale del Canada possa emettere su esclusivo impulso dell' Attorney General of Canada una serie rilevante di ordini per combattere queste distorsioni.
Nonostante l'esistenza della s. 32, la cui portata é generale, le condotte concernenti questo tipo di diritti possono ricadere sotto l'applicazione di altre norme del Competition Act. Diamo quindi uno sguardo d'insieme ai rapporti che intercorrono tra alcune di queste fattispecie e i diritti di proprietà intellettuale.

In riferimento alla Price Maintenance non esistono dubbi circa la sua applicazione ai concedenti questi diritti: i franchisor. La sec. 76(3) chiaramente si riferisce anche a coloro che hanno l'esclusività di diritti e privilegi conferiti da licenze, brevetti, coyright, disegni industriali.

La norma affronta, anche, il caso in cui questi diritti siano usati indirettamente per perseguire un controllo sui prezzi. Per ciò che riguarda le restrizioni sia a livello di prodotti che di territorio contenute nella s. 77, il discorso viene complicato dalla necessità che, specialmente nei rapporti di franchising, alcune determinate restrizioni siano concesse al fine di un corretto svolgimento del rapporto Infatti la sec. 77(5) contiene la cd. “franchise exemption”, la quale proibisce al Tribunale di emettere degli ordini nei casi in cui una parte conceda all'altra l'uso del proprio marchio per identificare il business.

Si tratta di un'eccezione specificamente indirizzata al franchising distributivo, in quanto tra i requisiti dell'esenzione si richiede: un sistema di vendite definito del concedente e che all'interno dell'offerta al pubblico del concessionario non ci siano prodotti dominanti. Questa norma comunque potrebbe porre alcuni seri problemi in caso ne venisse data un interpretazione troppo restrittiva.

Con lo stesso fine é stata introdotta anche l'eccezione alla sec. 77(6) che si riferisce nello specifico al franchising di cibi e bevande che avviene sotto un determinato marchio commerciale.
Infine in riferimento al Refuse to Deal vale ancora quanto accennato ad inizio paragrafo circa il diritto dei detentori di un diritto di proprietà intellettuale di farne l'uso che ritengono più opportuno senza il rischio di incorrere, in linea generale, in un ordine del Competition Tribunal.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Intese verticali e Franchising una comparazione degli ordinamenti italiano e canadese

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Informazioni tesi

  Autore: Roberto Bonsaver
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Bergamo
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Enrico Ginevra
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 143

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