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Le osteotomie vertebrali nel trattamento delle patologie spinali maggiori

I criteri di correzione del Sagittal Imbalance

La condizione patologica di squilibrio sagittale deriva sempre da un tentativo precedente di compensazione. L'individuo sano è in grado di mantenere una posizione eretta senza alcuno sforzo muscolare, al contrario un individuo affetto da tale patologia non è più in grado di mantenere la posizione eretta perché la sua forza, la sua resistenza muscolare e il range di movimento concesso dalle sue articolazioni, non sono più tali da consentirgli il mantenimento di una postura ergonomica senza affidarsi ad un aiuto esterno, quale il sostegno di un bastone.

I soggetti con allineamento sagittale meno efficiente, richiedono una compensazione attiva (che si basa sempre su uno sforzo muscolare) che passa attraverso una lordosi compensatoria, una diminuzione della cifosi, una retroversione pelvica fino alla flessione delle ginocchia: tutti passaggi che conducono ad un quadro patologico conclamato.

Il dolore associato ad articolazioni artrosiche, dischi intervertebrali degenerati o compressione radicolare è ben noto. Tuttavia anche un imperfetto equilibrio sagittale è causa di dolore e perdita di autonomia personale per l'eccessivo sforzo muscolare necessario a mantenere la posizione eretta. Quando tale sforzo muscolare è inferiore rispetto alla capacità muscolare dell'individuo, possiamo aspettarci che il soggetto sia relativamente asintomatico. Quando invece esso è più elevato rispetto alla capacità fisica del soggetto, si sviluppano i sintomi da sovraccarico muscolare.

Tra i vari meccanismi che possono entrare in gioco per correggere qualsiasi tendenza di squilibrio sagittale ricordiamo:
• la contrazione dei muscoli spinali posteriori solleva il tronco verticalmente.
Questo richiede uno sforzo anomalo e doloroso per i muscoli della colonna vertebrale, per evitare uno sbilanciamento in avanti. Il dolore può essere inoltre causato anche da una pressione eccessiva sulle faccette posteriori;
• la retroversione del bacino;
• l'iperestensione delle anche che ha un limite generalmente di 10°, noto come la "riserva di estensione";
• la flessione delle ginocchia, nelle forme più gravi, controllata dal quadricipite.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le osteotomie vertebrali nel trattamento delle patologie spinali maggiori

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Casella
  Tipo: Tesi di Specializzazione/Perfezionamento
Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia
Anno: 2013
Docente/Relatore: Alberto Corradi
Istituito da: Università degli Studi di Milano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 74

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Parole chiave

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sagittal imbalance
osteotomia
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fusione intersomatica con cage
spo
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sacral slope
pelvic tilt
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