La dialettica di ideale ed esperienza nel Diario di Kierkegaard

Il quadro circa le ricorrenze dell'ideale all'interno del Diario si completa con la tematica della relazione tra ideale, Singolo, folla. Tale questione esula in parte dalla linea seguita finora nel capitolo, ma ci permette di completare tutte le questioni affrontate da Kierkegaard e in qualche modo legate alla sua considerazione dell'ideale. Per focalizzare il problema, possiamo riferirci alla domanda offertaci dal frammento 96: siamo capaci di slegarci dal sostegno offerto dalla società contemporanea? Nel rispondere a questa domanda, possiamo schierarci o dalla parte del Singolo, o da quella della folla e nella nostra scelta rientrerà comunque la nostra considerazione dell'ideale.
È bene precisare innanzitutto che, come per gli altri punti finora toccati, Kierkegaard avverte di avere una chiara missione in rapporto al Singolo e alla Folla: il frammento 547 ci spiega che la Folla è una categoria pericolosa e in sé negativa, dunque da combattere, mentre il frammento 1327 si pone dal lato opposto e sottolinea come la più alta missione di Kierkegaard, il servizio della verità, sia strettamente legata alla predicazione del Singolo e alla sua interiorizzazione.
Kierkegaard si pone, come il soldato alle Termopili, a guardia di uno stretto passo, attraverso il quale rischiano di passare pericolose orde di categorie sbagliate, che minerebbero il corretto uso delle nostre facoltà e non permetterebbero la vittoria della nostra più autentica individualità. Al tempo stesso, tale vittoria è possibile solo per il Singolo, che rischia di essere incastrato e inglobato in assurdi e universalistici sistemi, ma che con altrettanta forza deve invece preservarsi nella sua purezza e indisposizione al compromesso, per permettere alla cosa più alta, all'ideale, di predominare sull'Umanità, sulla Folla, sul Pubblico.
Proseguendo in ordine cronologico, il frammento 1841 ribadisce come la dimensione della relazione con la verità e l'ideale sia personale, introducendo la categoria negativa del seguace, una specie di discepolo che ricevendo la verità di seconda mano, rischia di attenuarla e abbassarlo, quanto più essa si fa numero. Anche il Kierkegaard degli ultimi anni insiste sul Singolo e sulla folla, nel frammento 2128, biasimando ancora una volta la Folla e il Pubblico e introducendo la categoria positiva di Comunità, una positiva dimensione sociale in cui il Singolo vale addirittura più dell'idea, mentre il frammento 2178 spiega come il Singolo sia la vera vocazione umana, ciò che ci dovrebbe distinguere dall'animalità, che trova invece nel genere il legame più forte. [...]