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Pietro Citati: l'attività critica

Il declino della lingua italiana

Il discorso del cambiamento della lingua italiana ed europea è affrontato da Citati da diversi punti di vista, tra cui quello della lingua parlata ogni giorno da tutti.
Osservando, ad esempio, il linguaggio adoperato da una commessa in una boutique dove era entrato con la moglie ne deduce che:

«La lingua comunicativa, dei droghieri e degli uomini d'affari, era condannata. La commessa aveva deciso il nostro futuro: «Noi abbiamo optato per un discorso sull'ampiezza». Tra poco il contagio si sarebbe esteso, e tutti gli italiani avrebbero imitato quella commessa. Giornalisti, politici, uomini d'affari, impiegati, operai avrebbero preso a gorgheggiare in questa lingua volatile e incomprensibile, dove non ci sono più né cose né sentimenti, dove non si vende né si compra, dove non si mangia né si vota, ma ci si perde nell'«ampiezza» illimitata della fantasia verbale.»

Si nota come anche nel linguaggio di tutti i giorni si utilizzino giri di parole, per esempio, la commessa di cui si parlava sopra, invece che indicare un abito ad una sua collega chiedendole una taglia più grande di quella presa in esame mentre l'altra continuava a prendere la taglia sbagliata, dice che stavano optando per modelli ampi, anche se per fare una cortesia a favore della signora.

Citati propone una soluzione per salvare la nostra lingua in un elzeviro: «Possiamo difenderla soltanto in un modo: cercando di parlare e di scrivere secondo la sua natura e la sua tradizione.»

Molte lingue europee stanno mutando soprattutto dal punto di vista della diminuzione dei vocaboli come per esempio nella lingua inglese.
Il fenomeno italiano è totalmente diverso:

«Nel caso dell'italiano assistiamo a un fenomeno singolare, che credo unico nel panorama delle lingue europee di oggi. La nostra lingua si imbruttisce non per via della sua progressiva povertà, ma del tentativo di ostentare una ricchezza metaforica inesistente.»

Dilaga nella lingua parlata, la voglia di ostentare un linguaggio di cui non c'é sempre bisogno: «Da una decina d'anni, continua a sopravvivere l'espressione, che si è diffusa mostruosamente insinuandosi tra gli altri vocaboli. Chi parla, sta confidando al suo uditorio pensieri semplicissimi, quasi elementari, o raccontando un evento comune. Ma vuole dare l'impressione che il suo pensiero sia difficile, arduo, labirintico, problematico, e che l'evento sia complicato e quasi incomprensibile. Così dice, solennemente, in qualche modo, confidando di avvolgere il suo uditorio e di venire avvolto in una nube di rispetto e di reverenza.»

Questo brano è tratto dalla tesi:

Pietro Citati: l'attività critica

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Informazioni tesi

  Autore: Ilaria Cancelli
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere
  Corso: Editoria e scrittura (giornalismo)
  Relatore: Carlo Serafini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 98

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