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Tendenze seriali e mitopoiesi del fumetto supereroistico americano

Il genere supereroistico e i suoi modelli seriali

A partire da oltre settantacinque anni di pubblicazioni a fumetti, a cui si aggiungono programmi radiofonici, giocattoli, film per il grande schermo e serial televisivi, videogiochi e romanzi, comparsi e cosparsi nel corso di tutta questa lunga tradizione stampata, è possibile riscontrare quei tratti caratterizzanti la narrativa supereroistica come tipologia narrativa o genere.

L’elemento distintivo che definisce questo specifico genere è la presenza, in una narrazione, di uno o più personaggi dotati di determinate caratteristiche: il supereroe (superhero, o super-hero o super hero in inglese).
La tipologia narrativa può essere inserita in ambientazioni diverse e non è limitata dalle e alle ambientazioni stesse, sebbene il genere supereroistico ne abbia alcune tipiche e frequenti. Una storia che veda l’assenza di tali personaggi, a prescindere dalla straordinarietà degli scenari o delle situazioni, difficilmente e comunque non necessariamente potrà essere inserita nella tipologia in questione. Allo stesso modo, l’inserimento nella categoria di racconti precedenti la nascita del genere e legati a figure mitiche o a eroi leggendari peccherebbe quanto meno di ingenuità: caratteristica extradiegetica ma imprescindibile per la definizione del genere è stata la costruzione della comunicazione di massa sul modello industriale, che ha portato alla stretta connessione tra la massiva serializzazione produttiva delle loro storie e la creazione e il conseguente sviluppo di queste figure mitiche.

La caratterizzazione del genere supereroistico è legata prevalentemente alle tendenze mostrate nel corso del tempo dall’editoria a fumetti, ma ha senso estenderla alla tipologia narrativa tout court, per la grande permeabilità di stili ed elementi estetici e narrativi che c’è riguardo a questo genere tra mezzi di comunicazione distinti, soprattutto recentemente e sempre di più nei sensi percorsi dagli adattamenti di questi personaggi, cioè per lo più dal fumetto ad altra trasposizione ed eventuale ritorno.
Inoltre è importante ricordare come il genere supereroistico e il medium fumetto hanno rappresentato un matrimonio praticamente perfetto per decenni, almeno fino alla creazione e allo sviluppo, negli ultimi vent’anni, di tecnologie per gli effetti speciali che rendessero credibili gli eroi e i loro superpoteri per le trasposizioni cinematografiche e televisive. «I supereroi in costume diventarono rapidamente l’immaginario per definizione degli albi a fumetti, prevalentemente perché era un immaginario che questo medium poteva rendere meglio di qualunque altro.»

Il matrimonio tra supereroi e fumetti è stato determinato da due fattori, un primo estetico-economico e un secondo storico. «I fumetti costano meno, e costano meno proprio per quegli aspetti per cui il cinema è più dispendioso. Per la DC Comics non è più costoso che John Byrne [artista molto importante, ndr] disegni Superman mentre rimette in orbita una stazione spaziale, o che si fa il bagno sulla superficie di una stella, piuttosto che mostri Clark Kent [la controparte umana di Superman, ndr] mentre attraversa la strada quando va in ufficio.» Un paesaggio alieno cinematograficamente credibile, un’esplosione improbabile che sia realmente spettacolare, tutto quello che richiederebbe o quanto meno avrebbe richiesto un tempo un dispiegamento di mezzi incredibilmente caro o impossibile, possono essere risolti dalle abili matite dell’artista di turno: «i disegnatori e gli sceneggiatori di fumetti potevano produrre tutto quello che poteva essere concepito, che era più di quanto creatori di film e di programmi radiofonici potessero pretendere.»
Si potrebbe addirittura dire che, per quanto riguarda l’aspetto strettamente grafico, si sia sviluppata una vera e propria “scuola” di disegno —se non nel senso generalmente attribuito a questo termine dalla storia e dalla critica d’arte, almeno nell’accezione della costruzione di una comune convenzione espressiva. «Il disegnatore di fumetti sviluppa una familiarità, per meglio dire quasi un agio informale, nel maneggiare ambientazioni straordinarie ed esotiche. Tali scene possono essere presentate occasionalmente, per poche vignette soltanto, o si può fare uso di una sconcertante varietà di scenari in una storia, se necessario.»

A questo fattore estetico andava ad aggiungersene un secondo, ovvero la storica aura di inoffensivo prodotto per bambini che i supereroi si trascinano di fatto a tutt’oggi fin dalle loro origini. Dopo l’avvento della censura all’inizio e nel corso degli anni ’50, nel momento in cui vennero praticamente quasi cancellati dal mercato altri generi di successo — horror e poliziesco sopra tutti —, negli Stati Uniti il medium fumetto trovava nel genere supereroistico il contenuto quasi esclusivo da veicolare.
Dai fumetti di supereroi e dalla loro serializzazione, o, ancora meglio, dai diversi tipi di serializzazione a fumetti dei supereroi si possono ricavare le caratteristiche del supereroe in generale e delle sue principali declinazioni. In questa parte verranno presentati gli aspetti generali del supereroe e nelle successive saranno anticipati i diversi modelli di serialità e di correlati eroi, che saranno poi specifico argomento dei capitoli seguenti.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Tendenze seriali e mitopoiesi del fumetto supereroistico americano

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Carlo Ripamonti
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2013-14
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Fausto Colombo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 344

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fumetti
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