Il Fair Play Finanziario nella gestione delle società di calcio

Il calcio è un settore che nel corso degli anni è stato travolto da numerose mutazioni, sia per quanto riguarda l'assetto economico-finanziario, sia per quanto riguarda la fisionomia stessa del prodotto calcio che è passando dalla semplice attività ludica, fenomeno di aggregazione ad un vero e proprio business.

Il gioco del calcio è sempre più associato al concetto di azienda, vale a dire a quell'insieme di elementi che vengono messi in relazione tra di loro al fine di ottenere un determinato prodotto e o servizio. Prima dell'emanazione del D.L 485/96 ci potevano essere dubbi sul fatto di considerare le società di calcio come imprese, da momento che non potevano distribuire i dividendi, dopo l'introduzione della legge i dubbi cessano di esistere.

Le società di calcio, come le imprese, per poter conseguire i proprio fini devono essere in grado di operare in condizioni di:
• autonomia, ossia devono essere capaci di vivere senza dover ricorrere ad interventi di sostegno e di copertura da parte di altre economie;
• durabilità, ossia devono essere capaci di durare nel tempo anche in ambiente mutevole.
Ai principi si aggiunge anche l'economicità, che è la regola di condotta, che permette alle imprese di funzionare e di conseguire i propri fini.

Come nelle imprese, anche nelle società di calcio troviamo gli organi di governo (nazionali ed internazionali), i fattori produttivi (i giocatori), i datori di lavoro (le società di appartenenza), i beni offerti sul mercato (le partite disputate, ma anche i giocatori che vengono scambiati, generando plusvalenze) ed infine i consumatori (gli spettatori e i tifosi). Ed è proprio su quest'ultimi che il mondo del calcio ha costruito la sua fortuna: sui tifosi, sulla loro passione e sul loro senso di appartenenza, che ha permesso alle società di sopravvivere anche quando le performance economico-finanziarie, ma anche calcistiche, non erano ottimali.

A differenza di un settore tradizionale, il calcio si differenzia principalmente per il fatto che gli obiettivi economico-finanziari vanno di pari passo con quelli agonistici e sociali, mentre nelle imprese tradizionali, gli obiettivi economici sono al primo posto. L'altro elemento che differenzia il settore calcistico da quello tradizionale è il concetto di concorrenza.
Una società di calcio a differenza di una normale impresa, non può crescere da sola, è necessaria una complementarietà tra i prodotti, la concorrenza è un fattore chiave per incrementare il valore delle performance e allo stesso tempo per attirare sempre più spettatori. La concorrenza è alla base della sopravvivenza dello spettacolo calcistico: i concorrenti sempre più forti insieme all'incertezza del risultato determinano il successo del sistema calcio. Le squadre avranno si interesse a sconfiggere l'avversario, ma non ad escluderlo, ed anzi avranno interesse a mantenere un equilibrio competitivo, necessario per garantire l'attrattività del prodotto. Già intorno alla metà degli anni sessanta, Neale fece notare come il fatturato delle società sportive dipendesse dalla qualità dei suoi concorrenti, questo perché maggiore è l'incertezza del risultato maggiore sarà l'interesse dei tifosi-consumatori. […]