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L’impatto della crisi sul mercato del lavoro giovanile: come evitare una lost generation?

Generazione NEET: gli orfani del futuro

All'interno del problema della disoccupazione generale descritto nel capitolo precedente, ne esiste uno ulteriore più specifico. Si tratta della disoccupazione giovanile. I giovani, cioè gli individui tra i 15 e i 24 anni, possono essere considerati le vere vittime della recessione economica attuale. Questa, ha messo a dura prova i mercati del lavoro ma ancor di più, ha prodotto effetti gravi sulle possibilità occupazionali dei giovani; un aspetto decisamente importante, poiché sta producendo profonde conseguenze sul futuro delle giovani generazioni e quindi dell'intera popolazione mondiale. Le opportunità di ottenere o mantenere un impiego per i giovani si sono significativamente ridotte ed il calo dell'occupazione non ha portato però ad un aumento degli studenti o dei giovani impegnati in percorsi formativi. Questa nuova categoria di giovani, compresa nella fascia d'età 15-29 anni, il cui numero ultimamente è andato crescendo, è chiamata "NEET", cioè "Not (engaged) in Education, Employment or Training", acronimo che indica un settore di popolazione svantaggiata, che non lavora e sembra non aver contatti, né aspirazioni verso il mondo del lavoro e che non è inserita in percorsi di istruzione (scuola/università) o di formazione. L'acronimo NEET è stato usato per la prima volta nel Regno Unito alla fine degli anni Ottanta, per definire una modalità alternativa di categorizzazione dei giovani in seguito ai cambiamenti occorsi nelle politiche in materia di indennità di disoccupazione. Da allora, l'interesse per il gruppo NEET è cresciuto a livello politico nell'UE e definizioni equivalenti a "NEET" sono state create in quasi tutti gli Stati membri. La necessità di concentrarsi maggiormente sui NEET è ora centrale per la nuova serie di orientamenti integrati per le politiche economiche e occupazionali proposti dalla Commissione europea. Questa categoria viene in genere collocata nella fascia di età 15-24 anni ma ormai, proprio a causa della crisi in atto, in alcune indagini si arriva a comprendere anche popolazioni fino a 35 anni. Paradossalmente è la generazione che ha studiato di più nella storia, ma non riesce a trovare un impiego. «Se si potessero raccogliere tutti in una nazione, i giovani disoccupati sarebbero un Paese popoloso come gli Stati Uniti. Nel mondo, sono 290 milioni le persone fra i 15 e i 24 anni che non hanno un impiego, non studiano o non stanno facendo un tirocinio. Lo stima la Banca Mondiale, secondo la quale un quarto dei giovani, ormai, non ha prospettive, ma anche chi lavora, molto spesso, ha solo un impiego temporaneo o non regolato. Nel mondo industrializzato, la condizione di NEET, si applica 26 milioni di giovani. Un terzo degli Under 24, dunque, non ha nulla da fare e non fa nulla. L'International Labour Office stima che nel 2018, ancora il 12,8% dei giovani sarà senza lavoro e oggi siamo al 12,6%. Un terzo dei giovani impiegati nel mondo industrializzato e un quinto nei Paesi in via di sviluppo ha un contratto a tempo determinato o flessibile. Il risultato è che la metà dei giovani contribuisce meno di quello che potrebbe alla produttività del proprio Paese. Per effetto della crisi il numero di giovani che non sono occupati, né impegnati in corsi di studio o formazione è aumentato globalmente, anche se le peggiori performance si registrano nel contesto europeo. Le dimensioni del problema parlano da sé: sulla base delle stime Eurostat più recenti, nel 2013 la percentuale di giovani NEET nella fascia di età 15-24 era del 15,8% nei 27 paesi dell'UE, percentuale che corrisponde a circa 8 milioni di giovani. L'Eurofound ha calcolato che nei paesi dell'Unione Europea, si possono contare circa 14 milioni di giovani NEET.

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L’impatto della crisi sul mercato del lavoro giovanile: come evitare una lost generation?

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Mariano Egidi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze dell'amministrazione e del governo
  Relatore: Marcello Signorelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 177

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