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Il Venture Capital: il fondo ''Vertis Venture'' e l’investimento in ''Personal Factory''

Il trattamento fiscale delle operazioni di Venture Capital in Italia

La tassazione è tradizionalmente menzionata nella letteratura tra le determinanti in grado di influenzare la domanda di capitale di rischio.
Politiche fiscali mirate, infatti, possono stimolare la crescita del settore del Venture Capital attraendo flussi di investimenti privati, qualora si possa contare su un sistema di tassazione non particolarmente aspro.
A differenza di altri paesi europei, l'Italia non ha una lunga storia di politiche di incentivazioni fiscali mirate al settore del Venture Capital. Per lungo tempo, la tassazione del settore in questione è ricaduto nel regime fiscale comune applicabile agli investitori (quali l'aliquota d'imposta sulle plusvalenze ordinarie o la tassazione è generalmente applicata agli altri proventi finanziari) ed ai fondi di Venture Capital (soggetti a regime fiscale applicabile ai fondi chiusi). Ma alcuna norma specifica è stata emanata, ad esempio, per il casso di finanziamento di società in fase di start-up.
Un primo passo verso il sostegno degli investimenti effettuati nel capitale di rischio attraverso la previsione di incentivi fiscali, si è avuto nel 2003 quando l'Italia ha introdotto l'imposta sostitutiva del 5% (in luogo del tasso ordinario del 12,5%) per le Structured investment vehicle o SIV (fondi che si indebitano a breve termine e presta a lungo). Le SIV si indebitano sul mercato del commercial paper (vedi Abcp) e usano questi fondi per comperare titoli lunghi (Abs, Cmbs, Rmbs... e altri titoli cartolarizzati): la differenza fra il rendimento di questi ultimi e il costo (più basso) del finanziamento a breve rappresenta l'utile del Siv.
L'obiettivo dell'incentivo era quello di stimolare la quotazione di società a bassa capitalizzazione, infatti, ai fini dell'incentivo, il fondo doveva dimostrare che almeno due terzi del patrimonio erano stati investiti in azioni di questo tipo di società.
La Commissione europea, però, ritenne che tale normativa rappresentasse un vantaggio selettivo ingiustificato, andando contro le norme del Trattato europeo, in quanto provocava una distorsione della concorrenza.
Più recentemente, nel 2008, sulla scia dell'esperienza francese, è stato introdotto un nuovo incentivo fiscale, il quale prevede l'esenzione fiscale per le plusvalenze sulla vendita di titoli partecipativi detenuti in start up, a condizione che:
• la newco abbia iniziato la sua attività da non più di sette anni prima della vendita della partecipazione;
• le azioni della newco siano state detenute per un periodo minimo di tre anni;
• le plusvalenze siano reinvestite in altre star up (sistema roll—over).
Un passo importante nella politica fiscale italiana si è avuta nel 2011 quando fu introdotto un incentivo fiscale specifico con l'obiettivo di promuovere l'accesso delle Venture Capital a supporto dei processi di crescita di nuove imprese. L'incentivo in argomento copre il finanziamento di Venture Capital in senso stretto: il beneficio è legato alla gestione del fondo e viene rilevato direttamente dai detentori di quote del fondo. Rientrano in tale fattispecie i fondi che investono almeno il 75% dei propri capitali in società non quotate, intervenendo nelle fasi di start up, seed ed espansione. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il Venture Capital: il fondo ''Vertis Venture'' e l’investimento in ''Personal Factory''

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Informazioni tesi

  Autore: Viviana La Gatta
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli studi di Napoli "Parthenope"
  Facoltà: Economia
  Corso: Management e controllo d'azienda
  Relatore: Stefano  Monferrà
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 126

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