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Il viaggio di Roland - Un Cavaliere, un Corno, una Torre: l'evoluzione di un Eroe letterario dal Medioevo a Robert Browning fino a Stephen King

Stephen King e i libri di The Dark Tower

Un cavaliere dall’armatura scintillante imbracciò la spada e combatté fino allo stremo sui campi di battaglia francesi suonando un corno come simbolo del suo sacrificio; dopodiché iniziò a viaggiare verso la Torre Nera, edificio etereo e misterioso che prese forma nella mente di illustri letterati britannici. La sua armatura si ammaccò e la sua mente fu offuscata dalla stanchezza e dal dubbio, ma il suo viaggio divenne un vessillo della lotta del Bene contro il Male. Lettori inglesi lessero di lui, ascoltatori di radio irlandesi furono consolati dalle sue eroiche gesta. Il viaggio del cavaliere verso la Torre Nera proseguì oltreoceano, fino a prendere la sua ultima e definitiva forma nei libri di uno dei più noti romanzieri americani dei nostri giorni. Stephen King spogliò Roland dell’armatura medievale e della spada per rivestirlo di un cappello di cuoio, un polveroso cappotto di pelle e di due potenti pistole a tamburo, sulle forme delle più tradizionali icone dei film western. Nacque così il pistolero Roland Deschain, ultimo cavaliere della stirpe di Gilead, città leggendaria sita nell’etereo Mid-World. Il suo obiettivo resta lo stesso dei suoi antenati letterari: trovare la Torre Nera e, una volta arrivato, far riecheggiare il corno dell’Eld, reliquia di tutta la sua progenie.

Il tutto inizia da uno Stephen King poco più che ventenne, scrittore di racconti amatoriali per riviste locali, ma dalle ambizioni quasi da folli. All’epoca, alla fine degli anni ’60, viveva di grandi speranze e di suggestioni letterarie e cinematografiche. La visione al cinema di Il buono il brutto il cattivo di Sergio Leone ma soprattutto la lettura della saga de The Lord of the Rings di J.R.R. Tolkien lo affascinano a tal punto che comincia anche lui a sognare di scrivere una storia che fosse altrettanto epica e colossale. Durante il suo ultimo anno di studi accademici, si impossessa di una risma di carta abbandonata nella biblioteca dell’Università del Maine. Lo strambo color verde brillante di quella carta gli suggerisce l’idea che su di essa avrebbe dovuto scrivere le prime pagine di una storia altrettanto eccentrica. È il Marzo del 1970. Il giovane King aveva ben stampate in mente le opere sopracitate e quel cavaliere della poesia di Browning dall’ambientazione così evocativa, che dichiara essere la massima ispirazione. Così sul primo foglio di quella strana risma di carta inserito nella macchina da scrivere King dattilografa la prima riga di quella che sarebbe diventato il suo opus magnus:

The man in black fled across the desert, and the gunslinger followed.

Quella frase si sarebbe sviluppata nel romanzo The Gunslinger, inizialmente pubblicato a puntate nel 1978 sul The Magazine of Fantasy and Science Fiction. Uscito quattro anni dopo Carrie, il suo primo romanzo e un anno dopo The Shining, King aveva dato inizio a una saga che abbracciava vari generi: un’epopea fantasy dal sapore western. Sapeva perfettamente però che la prima puntata delle vicende del pistolero Roland non solo non rientrava nel canone con cui stava abituando il suo pubblico, un horror psicologico con elementi paranormali che tirava fuori il Male più viscerale e primordiale dei suoi personaggi presi dalla vita comune, ma che non aveva assolutamente idea di come e quando si sarebbe conclusa. Nonostante questo, il romanzo vende tantissimo e il pubblico reclama a gran voce i capitoli successivi.

La gestazione di The Dark Tower prosegue lentamente e con grande sforzo, spesso arenandosi e sospendendosi a data da destinarsi; ma è solo dopo un prolifico periodo di produzione che corrisponde all’uscita di alcuni dei suoi romanzi più famosi, come The Stand (1978), It (1986) e Misery (1987), che King ultima e pubblica nel 1987 il secondo libro della serie: The Drawing of the Three. Seguono il terzo libro, The Waste Lands (1991) e il quarto, Wizard and Glass (1997). Dopo il quarto capitolo sembra che la saga si areni quasi definitivamente. King dichiara spesso di non avere il giusto guizzo d’ispirazione per narrare della ricerca di quella Torre che appare tremendamente lontana sia a Roland che al suo scrittore.

L’ispirazione arriva in maniera inaspettata e nel pieno stile di uno scrittore di horror. Il 19 Giugno 1999 King, durante una consueta passeggiata pomeridiana sulla Route 5, nel Maine Occidentale, viene investito in pieno da un minivan guidato da Bryan Smith, un guidatore che aveva avuto spesso il vizio di distrarsi al volante. Seguono un paio di anni di convalescenza per recuperare le numerose fratture, ma questo episodio da inizio ad un lento ma fruttuosissimo processo creativo che porterà King a rimettere mano alla saga, con l’inserimento di alcuni elementi ispirati proprio da quell’incidente: il simbolismo intorno al numero 19, l’incidente incastrato all’interno della trama e perfino King che si inserisce con il personaggio di sé stesso sono tutti nuovi elementi che danno vita a “The Little Sisters of Eluria”, racconto breve presente nella raccolta Everything’s Eventual (2002) la cui narrazione si colloca prima degli eventi del primo romanzo, e gli ultimi tre romanzi della saga: Wolves of Calla (2003), Song of Susannah (2004) e The Dark Tower (2004). Ultimata la saga, King raccoglie i frutti di ciò che ha seminato relativamente alla storia di Roland. Ne vengono fuori una serie di fumetti editi da Marvel supervisionati dallo scrittore, il progetto ambizioso ma apparentemente irrealizzabile di una serie di film ispirati alle gesta di Roland ed un ulteriore romanzo, una specie di spin-off che si colloca narrativamente tra il quarto e il quinto tomo della saga: The Wind Through the Keyhole (2012).

Questa è una breve biografia di Stephen King, ma solo in relazione alla gestazione delle storie di Roland. Per parlare in linea generale ed esaustiva di King e dei concetti della sua poetica non basterebbero tre tesi di laurea, così come il materiale letterario della saga The Dark Tower di cui si potrebbe parlare è ricco e tremendamente vasto, e probabilmente ancora troppo recente per avere un corpus di critica tale da fargli affondare con vigore le radici nella storia della letteratura americana. Per questo le pagine che seguiranno tracceranno in linea molto generale un quadro di che tipo di eroe sia il pistolero Roland Deschain, dell’atmosfera del Mid-World e dei suoi simbolismi, e di cosa si cela nella Torre Nera secondo King, sottolineando quei parallelismi che rimandano direttamente al Childe Roland di Browning, da cui, per ammissione dello stesso King, tutto è cominciato.

Questo brano è tratto dalla tesi:

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Informazioni tesi

  Autore: Tiziano Ferracci
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Lingue nella società dell'informazione
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Elisabetta Marino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 99

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