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La produzione di rifiuti, gli sprechi alimentari e le possibili soluzioni: il Progetto No Waste a Reggio Emilia

Gli impatti degli sprechi alimentari

Un impatto è definito come un urto che avviene in modo brusco, considerato in relazione agli effetti che se ne possono risentire. Se prendiamo questa definizione e la colleghiamo agli sprechi alimentari si intuisce come le ripercussioni a questo problema possano avere effetti notevoli data la natura dei beni e delle risorse impiegate, la grandezza e l’importanza del fenomeno stesso. Gli impatti degli sprechi alimentari possono essere di tre tipi: ambientali, economici e sociali.

L’impatto ambientale
Per produrre il cibo che consumiamo vengono utilizzate una serie di risorse naturali, come l’acqua o la terra, e vengono dispersi una serie di gas nell’atmosfera, oltre alla produzione di rifiuti qualora questi cibi alla fine non venissero consumati. Per produrre il cibo che non consumiamo vengono utilizzate le stesse risorse e generati i medesimi gas. Generare sprechi alimentari gettando il cibo nell’immondizia equivale quindi a gettare anche tutte quelle risorse utilizzate inutilmente.

Ogni alimento che arriva sulle nostre tavole è il frutto di un viaggio lungo tutta la filiera agroalimentare. «Questo lungo viaggio from cradle to grave (dalla culla alla tomba) comporta un consumo di risorse, lavoro e conseguenti emissioni di gas serra. Considerando un alimento lungo tutto il suo ciclo di vita, quindi, si dovrà tenere conto anche dell’acqua, dell’energia e delle risorse che sono state consumate, e di conseguenza sprecate, quando questo cibo diventa rifiuto». Per questi motivi, per stimare l’impatto di un alimento sprecato è necessario considerare il suo intero ciclo di vita, tenendo altresì in considerazione gli impatti legati ai passaggi nelle varie fasi (basti pensare all’impatto dato dal trasporto della merce su gomma).
Gli indicatori più importanti che vengono considerati come maggiormente indicativi degli impatti ambientali sono tre:

** Il Carboon footprint (impronta del carbonio) è un indicatore che misura l’impatto che le attività umane hanno sul’ambiente in termini di emissioni di gas serra prodotte nell’intero ciclo di vita di un prodotto. Per la filiera alimentare queste emissioni sono costituite prevalentemente dalla CO2 generata dal consumo dei combustibili fossili, dal metano emesso dalle fermentazioni enteriche dei bovini e dalle emissioni di protossido d’azoto generate dall’utilizzo dei fertilizzanti;

** L’Ecological footprint (impronta ecologica) è un indicatore che misura la quantità di terra o mare biologicamente produttiva necessaria per fornire le risorse (energia e materia) consumate ed assorbire le emissioni e gli scarti associati ad un sistema produttivo. Indica quindi il peso che le persone esercitano sulla Terra, sia direttamente che indirettamente. Le diverse tipologie di territorio considerate sono: terreno agricolo, terreno a pascolo, foreste, area edificata, superficie acquatica e terreno per l’energia. L’unità di misura utilizzata ê l’ettaro globale (gha);

** Il Water footprint (impronta idrica) è un indicatore del consumo di risorse idriche associato alle filiera agroalimentare che misura il volume di acqua dolce utilizzata per produrre i beni consumati dalle persone. Questo consumo non deriva solamente dall’acqua “reale” che utilizziamo per bere e lavarci, ma soprattutto dall’acqua “virtuale”, cioê quella parte di acqua che ê necessaria per produrre il prodotto in questione e che nella maggior parte dei casi non è contenuta nel prodotto finale. Per produrre un kg di carne bovina ad esempio vengono utilizzati più di 15.000 litri d’acqua, per un litro di latte 1.000, per un kg di pane 1.600 litri e così via. Questo indicatore viene scorporato in tre componenti, che rappresentano tre diversi utilizzi dell’acqua: verde, l’acqua evaporata durante la coltivazione; blu, l’acqua superficiale o sotterranea utilizzata ad esempio per l’irrigazione; grigia, l’acqua inquinata derivante dal processo di produzione. L’unità di misura utilizzata è il m3.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La produzione di rifiuti, gli sprechi alimentari e le possibili soluzioni: il Progetto No Waste a Reggio Emilia

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Informazioni tesi

  Autore: Daniele Carpi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Cooperazione e Sviluppo Locale e Internazionale
  Relatore: Andrea Segrè
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 256

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