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Comprensione del testo scritto nel primo anno di scuola primaria: contributi longitudinali di abilità cognitive, linguistiche ed esperienze di home literacy

L'Home Literacy Model

L'home literacy può essere considerata come l'insieme di tutte quelle pratiche educative che vengono normalmente svolte in casa dai caregiver o dai parenti più stretti e che concorrono allo sviluppo cognitivo, creativo e lessicale del bambino. Praticare home literacy significa non solo insegnare l'alfabetizzazione funzionale (insegnare a leggere a scrivere) ma la letteratura esistente (Sénéchal, LeFevre, Hudson, Lawson, 1996; Sénéchal, LeFevre, Thomas, Daley, 1998) pone all'interno di questo vasto panorama educativo anche attività eseguite fuori casa, come ad esempio portare il figlio in biblioteca, frequentare il teatro, il cinema, le librerie, ma non solo. Volgendo lo sguardo agli approcci teorici citati nei capitoli precedenti, è possibile collegare il concetto di home literacy ad importanti attività di lettura condivisa di libri di immagini, nelle quali l'interazione tra genitore e figlio è un evento significativo per lo sviluppo di competenze linguistiche e comunicative (Bruner, 1983; Tomasello, 2009).

L'Home Literacy Model (Sénéchal & LeFevre, 2002) sostiene che esporre i bambini ad esperienze di lettura condivisa col genitore e insegnare loro a leggere e a scrivere sono due tipi di attività ben distinte tra loro. Queste due attività sono diversamente collegate allo sviluppo del linguaggio, alla letteratura emergente e alla conoscenza fonemica. In pratica, gli autori sostengono che la lettura di libri e storie (condivisa col genitore) e le attività culturali svolte fuori casa (andare in libreria, in biblioteca, al cinema, a teatro, ecc.) promuovono lo sviluppo delle abilità di comprensione orale nei bambini di età prescolare e rientrano nella più vasta categoria delle attività non formali o non strumentali, mentre genitori che praticano attività più formali o strumentali (es. insegnare a leggere e scrivere) promuovono l'acquisizione delle abilità emergenti di alfabetizzazione.

In una ricerca longitudinale di Sénéchal (1998) sono stati misurati i diversi effetti delle pratiche di home literacy sullo sviluppo del linguaggio scritto e orale in un campione di 110 bambini canadesi di 5 anni, 58 dei quali visti successivamente all'età di 6,5 anni, rispettivamente frequentanti prima la scuola dell'infanzia e poi l'ultimo anno di scuola primaria. Ai bambini sono state somministrate prove di intelligenza e di comprensione orale e del testo scritto. Ai genitori dei bambini è stato somministrato un questionario per raccogliere informazioni sulle pratiche educative svolte assieme al figlio e anche una checklist in cui dovevano indicare il nome di autori e i titoli di libri per bambini che conoscevano. Dai risultati delle analisi è emerso che l'esposizione dei bambini alla lettura di favole e libri spiegava solo le abilità di comprensione orale ma non quelle di comprensione del testo scritto nel primo anno di scuola primaria. Di contro, l'insegnamento formale da parte dei genitori spiegava una varianza statisticamente significativa delle abilità di comprensione del testo scritto ma non di quelle di comprensione del testo orale.

I risultati della ricerca sono a supporto del fatto che si sta parlando di due attività scollegate, la prima riguardante pratiche non formali, quali ad esempio leggere libri e raccontare storie, frequentare le biblioteche o fare assieme al figlio giochi educativi per ampliare il vocabolario, mentre la seconda riguardante pratiche formali legate all'acquisizione della capacità di leggere e scrivere, quali appunto insegnare a riconoscere le vocali e leggere le parole o scrivere il proprio nome. Gli autori considerano quindi varie misure di comprensione del linguaggio orale (vocabolario/testo e anche fonologia) e abilità che riguardano il codice scritto, ovvero la decodifica. Nello studio non viene considerato principalmente il ruolo della comprensione del testo scritto, ma emergono comunque dati molto interessanti: in una prima analisi trasversale fatta sul gruppo di bambini della scuola d'infanzia e del primo anno di scuola primaria, emerge che le attività informali influenzano le abilità linguistiche orali. Le attività formali invece predicono tutte quelle abilità legate all'apprendimento del codice scritto come lettura strumentale o decodifica. In una seconda analisi longitudinale fatta solo sui bambini frequentanti la scuola primaria, che considera come variabile dipendente la decodifica o lettura di parole (non la comprensione del testo scritto), gli autori hanno trovato che non ci sono effetti delle attività di home literacy dopo aver controllato le abilità che definiscono orali e scritte valutate all'inizio della prima elementare. A livello trasversale le due attività di home literacy correlano con precursori diversi, mentre a livello longitudinale non correlano con la decodifica dal momento che incorre il processo di alfabetizzazione. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Comprensione del testo scritto nel primo anno di scuola primaria: contributi longitudinali di abilità cognitive, linguistiche ed esperienze di home literacy

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Informazioni tesi

  Autore: Valentina Castello
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia dello sviluppo e dell'educazione
  Relatore: Lucia Mason
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 90

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Parole chiave

comprensione del testo
home literacy
prima elementare
fattori contestuali
decodifica del testo
apprendimento lettura
simple view of reading
modello multicomponente

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