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Operazione Mare Nostrum. Dalla salvaguardia della vita in mare alla cancellazione di un intervento umanitario

Operazione Mare Nostrum. Obiettivi, costi e mezzi - dibattito in corso

L'Operazione Mare Nostrum nasce nel tentativo di portare a termine un duplice obiettivo: assicurare alla giustizia tutti coloro i quali lucrano sul traffico illegale dei migranti; garantire la salvaguardia della vita in mare.

Quello della salvaguardia della vita in mare è un principio giuridico fondamentale ed inderogabile. Esso si pone alla base del diritto internazionale del mare.
In particolare i Servizi di Ricerca e di Soccorso fanno spesso affidamento all'ausilio delle imbarcazioni per le prime forme si assistenza a quanti si trovano in pericolo in mare.
Secondo il Diritto internazionale marittimo il Comandante ha l'obbligo di prestare assistenza a coloro che si trovano in pericolo in mare. L'adempimento di tale obbligo è fondamentale per preservare l'integrità dei servizi di ricerca e di soccorso in mare. Questo obbligo si basa su due testi fondamentali: La Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare del 1982 e la Convenzione internazionale per la sicurezza della vita in mare.
La prima prevede che il Comandante di una nave presti soccorso a chiunque si trovi in mare ed in pericolo di vita e proceda nel modo più veloce possibile al soccorso della persona in pericolo se viene a conoscenza del suo bisogno di assistenza.
La seconda obbliga il Comandante di una nave “che si trovi nella posizione di essere in grado di prestare assistenza, avendo avuto informazione da qualsiasi fonte circa la presenza di persone in pericolo in mare, a procedere con tutta rapidità alla loro assistenza, se possibile informando gli interessati o il servizio di ricerca e soccorso del fatto che la nave sta effettuando questa operazione” [Capitolo V, Regolamento 33(1)].

Per quanto riguarda, invece, le operazioni di contrasto al traffico di vite umane, esse si basano sull'obbligo di assicurare l'incolumità ed il trattamento umano delle persone a bordo dell'imbarcazione sospettata di trasportare migranti in condizioni irregolari. In particolare le azioni di contrasto non devono mai essere poste in maniera tale da ledere la dignità umana.
Per realizzare queste finalità, sono impiegati nell'operazione il personale, i mezzi navali e gli aerei della Marina Militare. Ad essi sono affiancati i mezzi dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto, nonché il personale del Ministero dell'Interno, ovvero della Polizia di Stato, imbarcato sulle Unità predisposte dalla Marina Militare insieme ai vari Corpi dello Stato che concorrono al controllo dei flussi migratori via mare.
In particolare: la marina Militare che partecipa con 920 militari, una Nave anfibia dotata di strumenti sanitari di primo intervento; imbarcazioni con elicotteri a bordo; due pattugliatori con la possibilità di imbarcare un elicottero; due elicotteri pesanti; un velivolo munito di dispositivi ottici ad infrarosso.

Il vantaggio del ricorso ai mezzi messi a disposizione dalla Marina Militare consiste nella garanzia di maggiore efficienza rispetto alle motovedette della Guardia Costiera. Queste ultime, infatti, impiegherebbero molto più tempo per dirigersi dove è necessario prestare soccorso.
A bordo delle navi i migranti ricevono le prime cure. Una volta prestato loro soccorso ed assistenza si procede alle operazioni di sbarco.
Mare Nostrum nasce con l'impegno che l'operazione sarebbe stata finanziata con i bilanci dei singoli ministeri.
Il delicato e fragile contesto economico in cui versa il Paese, rende particolarmente difficoltoso giustificare agli occhi dell'opinione pubblica il ricorso a nuovi esborsi per finanziare un'operazione militare che ha come scopo l'accoglienza dello straniero.
Per questo motivo il Ministero della Difesa, da parte sua, non ha reso noto il costo dell'operazione.
In ogni caso, i fondi sono stati stanziati con il Decreto sull'emergenza immigrazione. Si tratta di circa 190 milioni ai quali si aggiungono più di 20 milioni per i Minori non accompagnati. A questi si devono aggiungere i 30 milioni promessi dall'Unione Europea all'indomani dei tragici fatti del 3 ottobre.
È istituito poi un fondo presso il Ministero dell'Interno per far fronte alle problematiche derivanti dal fenomeno migratorio. Tale fondo ha una dotazione di 190 milioni di euro da utilizzare per il 2013 per il quale è prevista una apposita relazione da presentare in Parlamento entro il 31 Marzo 2014. Le somme non utilizzate nel corso del 2013 sono spendibili nell'anno successivo. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Operazione Mare Nostrum. Dalla salvaguardia della vita in mare alla cancellazione di un intervento umanitario

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Informazioni tesi

  Autore: Federica Ruffa
  Tipo: Tesi di Master
Master in Mediazione Linguistica ed interculturale in materia di immigrazione ed asilo
Anno: 2013
Docente/Relatore: Donatella Tanzariello
Istituito da: Università degli Studi del Salento
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 55

FAQ

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Parole chiave

cap anamur
mare nostrum
hirsi
strage 3 ottobre 2013

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