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Twitter e social media: sfide e opportunità per il giornalismo.

Informazione politica su Twitter nel sistema ibrido

Su Twitter abbiamo un flusso continuo di comunicazione che assume tratti inediti per via dell'ampliamento dei soggetti calati nelle vesti di testimoni e perché molto spesso la circolazione di informazioni sulla piattaforma supera i suoi confini approdando nei media tradizionali (Bentivegna 2013). Alfred Hermida parla poi di ambient journalism (2010a, 2013), cioè un ambiente che offre informazioni frammentate e in cui i cittadini producono piccoli contributi che possono essere considerati una forma di giornalismo. Lo studioso afferma inoltre che i tweet contribuiscono alla creazione di questo particolare ambiente giornalistico e sostiene che il valore non risiede nel singolo frammento di notizia ma nel quadro creato da tutti i tweet dello stesso argomento.

In tale ambiente, caratterizzato da un flusso continuo di informazione e dalla partecipazione di tanti soggetti diversi, i giornalisti non detengono più il monopolio sulla produzione e diffusione delle notizie perché si trovano a condividere questa attività con altri: lo si vede bene ricordando i contributi fondamentali degli utenti in occasione di eventi come la rivolta in Egitto o gli attentati terroristici visto che in molti casi i contenuti pubblicati in tempo reale su Twitter hanno costituito la principale fonte di informazione per ricostruire e interpretare avvenimenti altrimenti indecifrabili. Tutto questo comporta uno slittamento dei giornalisti dal ruolo di gatekeeping a uno di gatewatching: si pongono in una condizione ricettiva, cercando di cogliere le tendenze e facendo sempre più spesso riferimento ai tweet pubblicati dagli utenti. Certo è che grazie ai tweet i giornalisti possono individuare facilmente gli attori o i testimoni meritevoli di attenzione, inoltre Twitter è un serbatoio di sound bite, da sempre funzionali alle pratiche giornalistiche. Ciò non toglie che ci siano anche seri problemi riguardanti la natura delle informazioni diffuse via Twitter: la velocità infatti a volte comporta il sacrificio di accuratezza e controllo. Il problema è sentito soprattutto dai giornalisti, alle prese con informazioni difficilmente verificabili (Bentivegna 2013).

La diffusione degli interventi di nuovi soggetti, tra cui i cittadini, nella discussione politica ha fatto si che si realizzasse un'ibridazione mediale tra media nuovi (in questo caso Twitter) e tradizionali: per esempio accade sempre più spesso che i tweet di un giornalista o di un soggetto politico vengano riproposti dai media tradizionali, anch'essi a loro volta presenti sulla piattaforma per offrire link e riproporre servizi. Questo fenomeno sta modificando i cicli di produzione dell'informazione politica perché comporta anche che gli appartenenti alle non élite abbiano sempre più opportunità di partecipare alla produzione e siano anche in condizione di interagire con i membri delle élite, giornalisti e politici in particolare, come abbiamo già visto in parte riportando lo studio di Bentivegna e Marchetti sul dibattito televisivo "Italia bene comune".
Un altro esempio è ciò che è successo nel 2013 durante l'elezione del Presidente della Repubblica, quando la scelta è stata condizionata dall'enorme flusso di messaggi pubblicati sui social network: i messaggi contro la candidatura di Marini, la diffusione della foto dell'abbraccio tra Alfano e Bersani, i tweet di accusa di Grillo, Renzi e Vendola. Tutto ciò ha condizionato il dibattito pubblico ed è stato in grado di produrre degli effetti politici: "si può ipotizzare che i social network abbiano giocato un ruolo decisivo nella bocciatura di Marini e nel determinare lo sconquasso del gruppo dirigente del PD" (Mancini, Mazzoni 2013).

Nel sistema ibrido dunque i vecchi e i nuovi media interagiscono tra loro (lo si vedrà bene anche dallo studio di Mancini e Mazzoni sull'interazione tra carta stampata e social network, paragrafo 3), nutrendosi a vicenda e andando così a modificare la struttura dell'arena politica. Il successo del Movimento 5 Stelle ne è un esempio: il consenso è stato raccolto sul web ma è stato grazie al lavoro di diffusione di massa e amplificazione svolto dai media tradizionali che si è potuti arrivare al successo. È per questo motivo che sempre più politici scelgono di affidare i propri messaggi a Twitter malgrado la platea limitata della piattaforma: sanno che così facendo le loro parole arriveranno direttamente ai giornali, scavalcando il filtro delle agenzie di stampa.
Possiamo quindi affermare che i social network stanno cambiando la struttura e il funzionamento della sfera pubblica perché rendono il dibattito pubblico più complesso: se prima il discorso politico era appannaggio dei soli politici oggi abbiamo un sacco di attori, di natura diversa, abilitati a parlarne. Dunque il pubblico attivo si allarga e nuovi attori entrano a farne parte per mezzo di una sorta di "legittimazione digitale". Ma la complessità risiede anche nella struttura delle relazioni che si stabiliscono e soprattutto nella loro velocizzazione. Tutto ciò può portare grandi opportunità per la democrazia in termini di pluralismo, trasparenza e controllo sull'operato di chi detiene il potere; allo stesso tempo però la vita democratica diventa anche più complessa perché aumentano le negoziazioni, aumentano i punti di vista e le fonti di informazione e si rischia di incorrere in confusione e difficoltà di muoversi adeguatamente tra i messaggi e le informazioni (Mancini 2013).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Twitter e social media: sfide e opportunità per il giornalismo.

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Informazioni tesi

  Autore: Ambra Dinetti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Comunicazione, media e giornalismo
  Relatore: Carlo Sorrentino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 56

FAQ

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