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Dal Combattimento alla Lesione: Ricerca di Indicatori in Reperti Scheletrici Umani di Età Nuragica

Introduzione alla civiltà nuragica

Tra la fine dell'età del bronzo antico (2300-1700 a.C.) e gli inizi del Bronzo Medio 1 BM1 (1700-1600 a.C.), compare in Sardegna la così detta facies di Sa Turricola, considerata la prima manifestazione della civiltà nuragica. Questa cultura avrà in Sardegna un forte sviluppo lungo tutta l'età del bronzo, per poi gradualmente evolvere modificandosi nell'età del ferro a seguito dei contatti con le popolazioni fenicie e concludersi definitivamente nel IV secolo a.C. a seguito della conquista cartaginese dell'isola.

La principale manifestazione architettonica di questa civiltà è stata sicuramente il nuraghe, una torre ciclopica dalla forma troncoconica (o allungata nel caso dei nuraghi a bastione), costruita a secco mediante il solo utilizzo di massi di notevoli dimensioni. Tali strutture potevano disporre anche di tre camere con falsa volta ad ogiva, l'una sovrapposta all'altra in verticale, collegate da una scala elicoidale che poteva partire dal corridoio d'ingresso o dalla camera. La scala infine sfociava in una sorta di terrazzo realizzato al culmine della struttura, ed il suo perimetro era ulteriormente arricchito di particolari mensole a sbalzo, che ne aumentavano la superficie. L'intera isola è costellata da queste costruzioni, che sono ben valse a dare il nome a questa cultura.

Anche verso la fine dell'età del bronzo, quando i nuraghi non vennero più costruiti, tale cultura continuerà a riflettersi in questo monumento-simbolo, con la creazione di un'innumerevole quantità di manufatti facenti un chiaro riferimento alle strutture nuragiche: navicelle in bronzo con alberi maestri raffiguranti nuraghi, bottoni, lisciatoi, modellini in pasta vitrea, altari, betili-torre, modellini in bronzo, incisioni su forme vascolari e molti altri esempi.
Sebbene "l'età d'oro" della costruzione dei nuraghi fosse finita, il monumento rimaneva ancora un forte simbolo di riferimento per le popolazioni indigene. Altre manifestazioni architettoniche non meno importanti sono le tombe dei giganti, sepolcri collettivi di forma allungata, sviluppo delle più antiche allees, che vengono modificate con l'aggiunta ai lati dell'ingresso di due bracci murari ricordanti la forma di una mezzaluna, cooperanti a creare con il corpo tombale, forse una raffigurazione della divinità taurina da loro adorata.

Tra gli edifici cultuali del periodo nuragico sono di estrema importanza anche i pozzi sacri, strutture cultuali presso cui è stata ritrovata la quasi totalità delle statuette bronzee raffiguranti guerrieri armati, sacerdoti, sacerdotesse, capitribù, oranti, offerenti ed ex-voto, donati alla divinità per ingraziarsi la sua benevolenza. Da queste strutture inoltre provengono numerosi manufatti che testimoniano i contatti commerciali con luoghi anche molto distanti dall'isola (dal Baltico alla Grecia Micenea e a Cipro). Meno note ma non meno importanti, le strutture precedentemente note come megaron, sulla base della loro somiglianza con i contemporanei edifici abitativi greci, rinominati "templi in antis", edifici forse adibiti al culto di divinità uraniche o legate (come per i pozzi sacri e le fonti sacre) alle divinità dell'acqua o al suo utilizzo rituale; anche da questi edifici proviene un certo numero di manufatti di estrema importanza a livello iconografico (bronzi figurati). [...]

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Dal Combattimento alla Lesione: Ricerca di Indicatori in Reperti Scheletrici Umani di Età Nuragica

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Atzeni
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Scienze biologiche
  Relatore: Giovanni Umberto Floris
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 115

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Parole chiave

antropologia
archeologia sperimentale
nuragico
tauma
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segni traumatici

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