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La rappresentazione degli interessi in Italia: il caso del nucleare

Il disastro di Chernobyl e il Referendum del 1987 con la sospensione del nucleare in Italia

Come visto in precedenza, dopo un relativamente autonomo procedere in campo elettronucleare con la realizzazione di centrali di diversa tipologia, a partire dall'inizio degli anni '70 la scelta nazionale – sancita nel PEN del 1975 – si indirizzò verso gli impianti di tecnologia americana. Certamente, influirono al riguardo anche pressioni politiche di Washington, in un periodo in cui la politica italiana era indebolita dalla sua notevole turbolenza.
Nel marzo del 1979, la centrale americana di Three Mile Island, in Pennsylvania, subì un incidente al termine dei quali l'impianto risultò inutilizzabile. Le conseguenze per le maestranze (tre operai lievemente irraggiati) e per l'ambiente furono sostanzialmente nulle. Ma esso fu cavalcato dalla lobby antinucleare americana che non esitò a drammatizzarne le conseguenze radiologiche ed ambientali con dati ampiamente diffusi a livello internazionale. Successive indagini dimostrarono che tali dati erano stati artatamente ingigantiti anche più di 100 volte.
Le oltre 100 centrali elettronucleari già in esercizio negli USA, alcune delle quali sostanzialmente "gemelle", per tecnologia e modalità gestionali, di quella incidentata di Three Mile Island, continuarono a funzionare. Ma l'effetto psicologico dell'evento fu molto profondo. Inoltre, a seguito dell'incidente le autorità di controllo americane imposero costose misure di sicurezza aggiuntive, spesso ridondanti rispetto a quelle già esistenti, con conseguente aumento dei costi dell'energia elettronucleare.
Ciò, unitamente al successivo crollo del prezzo internazionale del petrolio, determinò le maggiori conseguenze negative sul successivo sviluppo elettronucleare americano. Entrambi i fatti determinarono, comunque, una diminuzione dell'interesse dell'industria elettrica americana, tutta basata sull'iniziativa privata e sulla massimizzazione del profitto.
Le conseguenze dell'incidente furono pesanti anche per lo sviluppo nucleare italiano, sia perché ingigantite dall'ancora embrionale, ma virulenta lobby antinucleare nazionale, sia perché fornirono un'ottima scusa al sistema autorizzativo italiano – già caratterizzato da una cultura fortemente burocratizzata e iper-garantista – per accentuare il suo già marcato immobilismo decisionale, riguardo sia alle centrali già operanti, sia a quelle di cui si era avviato o si pensava di avviare la realizzazione.
La lobby pro-nucleare, sostenuta dai numerosi costruttori che si erano candidati a realizzare il Piano di Donat Cattin, e praticamente abbandonata dal mondo scientifico, reagì al clima sfavorevole che si stava creando in conseguenza dell'incidente di Three Mile Island, organizzando a Venezia una “Conferenza nazionale sulla sicurezza nucleare”. L'iniziativa ebbe un risultato apparentemente favorevole alla prosecuzione del programma nucleare italiano.
La lobby antinucleare, inserendosi anche nel clima di contestazione sociale che andava manifestandosi in quegli anni in Italia, intensificò progressivamente la propria azione, avendo come obiettivo il blocco del Piano nucleare del Governo. Un significativo risultato di immagine fu conseguito nell'aprile del 1985, con una manifestazione nazionale promossa da Legambiente contro il Piano in questione, fu caratterizzata da largo seguito ed ampia risonanza mediatica. Le tecniche del lobbismo dei pro e degli anti-nuclearisti differivano grandemente. I primi facevano appello a considerazioni scientifiche e a dati di beneficio, costo e rischio. I secondi a manifestazioni di piazza, privilegiando gli aspetti emotivi e simbolici, anche se miglioravano progressivamente la loro preparazione tecnico-scientifica. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

La rappresentazione degli interessi in Italia: il caso del nucleare

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Informazioni tesi

  Autore: Riccardo Nucci
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Pierluigi  Petrillo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 245

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