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Pontormo Visionario

Raffaello: il principe del Classicismo

Siamo nei primi anni del Cinquecento e incontriamo un personaggio come Raffaello.
Allievo del Perugino, da Urbino arriverà a Roma, passando per Firenze. La sua carriera si può dividere in tre fasi: la prima, peruginesca, legata al suo maestro e, tutto sommato, alla pittura quattrocentesca; la seconda, relativa al periodo fiorentino dell'artista; la terza, quella della maturità, in cui si troverà a lavorare a Roma, alla corte del papa.
Purtroppo la sua carriera avrà breve vita in quanto egli morirà giovane, nel 1520.
L'importanza di Raffaello è estrema anche per la successiva comprensione del Manierismo. Facendo un rapido Tour, partendo dagli albori della sua carriera, troviamo un'opera di estrema importanza, appartenente al suo periodo peruginesco: lo Sposalizio della Vergine (1504). Qui viene raccontato il matrimonio di Maria e Giuseppe da cui nascerà Gesù: il fulcro del discorso è che da questo matrimonio nascerà poi la Chiesa.

Soffermandoci per un attimo sullo schema compositivo, Raffaello segue quello della Consegna delle chiavi (1481-1482 circa) del Perugino. Da notare, inoltre, che sullo sfondo della scena vi è una chiesa che ricorda le architetture di Bramante. Giulio Carlo Argan, parlandoci di questa opera, dice che il luogo fisico dello spazio corrisponde al luogo metafisico. Ed è vero, in quanto ciò avviene attraverso l'adozione di una perfetta prospettiva (siamo nella celebrazione della prospettiva rinascimentale), la quale "corre" verso la chiesa, edificio che rappresenta non una semplice struttura fisica, ma la Chiesa in quanto istituzione.

Passando al periodo fiorentino dell'artista, vi troviamo opere come la Maddalena Doni (1506-1507 circa), commissionata dalla famiglia Doni. Cosa interessante è che, nonostante quest'opera sia un ritratto di un personaggio ricco borghese, c'è comunque un significato teologico: c'è un solo modulo, quello ovoidale, che si ripete all'infinito nell'opera. Pertanto, anche nel momento in cui viene affrontato un tema come quello del ritratto, è sempre presente l'idea che l'arte debba rappresentare la struttura architettonica e ordinata dell'Universo, che è frutto della creazione divina.

Quest'ordine generale si riflette anche nell'elemento particolare. Ovviamente stiamo parlando di un'arte colta, raffinata, intellettuale, piena di elementi di natura concettuale, di un'arte studiata nei minimi particolari, con motivazioni filosofico-teologiche: il caso non esiste, neanche una pennellata è frutto di esso. Altra opera del periodo fiorentino di Raffaello è la Madonna del Cardellino (1507 circa), sintesi della teologia cattolica.

Ultima opera d'impegno dipinta a Firenze è la Sepoltura di Cristo (1507). L'arte non deve occuparsi dell'orrore del mondo terreno, bensì deve esaltare l'Assoluto: Raffaello era cosciente di ciò che gli accadeva attorno, del fatto che nel mondo terreno ci fosse il peccato, il male; ma non era questo che doveva interessare l'artista, perché l'arte era tenuta ad elaborare un racconto fuori dal tempo, a parlare del mondo metafisico. In Raffaello il Classicismo funziona alla perfezione: la teoria classicista dice che si devono affrontare i temi drammatici, come la deposizione di Cristo, ma allo stesso tempo il dramma non deve essere eccessivo; ci deve essere il dolore, l'emozione, ma non un senso di lacerazione; ci deve essere il pathos, ma deve sempre rientrare nell'ordine, nella compostezza, non deve mai essere esagerato, non deve in nessun caso sconvolgere la composizione. Arriviamo ad affrontare il rapporto tra Raffaello e Michelangelo.

È un sentimento di amore e odio da parte dell'Urbinate: per un verso Raffaello è affascinato dalla figura di Michelangelo, addirittura lo citerà. Entrambi lavoreranno per papa Giulio II in Vaticano. Ci sarà uno scontro di proporzioni straordinarie: il duello Michelangelo vs Raffaello è un contrasto a livello caratteriale, psicologico, ma soprattutto sarà uno scontro culturale, filosofico e religioso. Mentre per Raffaello la fede religiosa è nient'altro che la dichiarazione chiara e distinta delle verità della fede, Michelangelo vive l'esperienza religiosa in maniera tormentata fino all'ultimo giorno della sua esistenza, a cui si aggiunge tutto il problema della sua omosessualità: si troverà diviso tra omofobia cattolica e omofilia pagana. Ecco il motivo della rottura con Michelangelo: in Raffaello non c'è il senso dello sconvolgimento, il senso della catastrofe, per Michelangelo, invece, la fede è tormento, è angoscia, quello con Dio è un rapporto straziante, mentre per Raffaello il rapporto con Dio è dimostrativo, matematico, geometrico. […]

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Informazioni tesi

  Autore: Marilde Mirra
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2010-11
  Università: Accademia di Belle Arti
  Facoltà: Design e Arti
  Corso: Pittura
  Relatore: Robertomaria Siena
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 179

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Parole chiave

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