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Origine e provenienza dei prodotti alimentari: un problema irrisolto nel diritto dell'Unione Europea

La tutela del Made In Italy

In origine l'espressione Made in Italy fu utilizzata dai produttori italiani, a partire dagli anni '80, nell'ambito di un processo di rivalutazione e difesa dell'italianità del prodotto, allo scopo di contrastare la falsificazione della produzione artigianale e industriale italiana, in particolar modo nei quattro settori di eccellenza italiana: cibo, moda, arredamento, meccanica. In Italia noti anche come "le quattro A": Agroalimentare, Abbigliamento, Arredamento, Automobili.
Ancora oggi leggiamo su riviste e giornali dell'orgoglio per il Made in Italy e sentiamo parlare in tv o alla radio dell'eccellenza italiana nel settore alimentare e di come questa sia a rischio e vada tutelata.
La tutela dei prodotti Made in Italy è, quindi, un argomento attualissimo, di cui si parla in dottrina, in giurisprudenza e in Parlamento da diversi anni.
Questo perché il settore alimentare italiano è una delle più importanti risorse da salvaguardare, dal momento che rappresenta uno dei pilastri della nostra economia, il quale potrebbe essere utilizzato come strumento per rilanciare la nostra credibilità nel mondo.
Da molti anni in Italia si è acceso il dibattito sulla necessità di adottare un marchio volto alla tutela dei prodotti agroalimentari Made in Italy, dibattito che è tornato alla ribalta in vista dell'Expo 2015, che avrà come tema "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita" e che punterà i riflettori sul comparto agroalimentare.
Infatti, l'attuale ministro all'agricoltura, Maurizio Martina, ritiene che siano maturi i tempi per la creazione di un marchio unico dell'agroalimentare italiano, destinato in specie all'export e alla tutela dei nostri prodotti all'estero.
Esiste già, in effetti, un disegno di legge, il n. 1061 presentato il 13 settembre 2013 dalla vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, e attualmente in esame alla decima commissione permanente, sull'istituzione del marchio "Italian Quality" per il rilancio del commercio estero e tutela dei prodotti Italiani, una sorta di passaporto che consentirebbe ai nostri prodotti di essere riconosciuti nel mondo.
Tale ddl viene giustificato dai suoi promotori alla luce della necessità di offrire una via d'uscita all'economia italiana, caratterizzata da un mercato interno in forte crisi a causa della debolezza della domanda interna, attraverso la promozione e la tutela del commercio estero. Questo perché il Made in Italy significa, per i consumatori di tutto il mondo, qualità assoluta e, per noi italiani, rappresenta anche un asset di valore inestimabile.
Dobbiamo ricordare, però, che esso non rileva solo dal punto di vista economico, ma deve essere tutelato in quanto espressione di conoscenze, valori e tecniche, che hanno saputo sopravvivere e adeguarsi alle nuove esigenze del mercato. Un mercato globale in cui i produttori italiani sono svantaggiati rispetto a quelli dei nuovi Paesi emergenti, che producono a costi molto più bassi e in assenza di disposizioni che tutelino la sicurezza e la salute dei lavoratori, e in cui i prodotti italiani sono oggetto di imitazione e contraffazione. Ancora, un mercato dove anche i consumatori, attenti all'origine del prodotto e per i quali il fatto che l'intero ciclo di produzione si svolga in Italia costituisce criterio di scelta, risultano svantaggiati. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Origine e provenienza dei prodotti alimentari: un problema irrisolto nel diritto dell'Unione Europea

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Informazioni tesi

  Autore: GIADA RUSCICA
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: DIRITTO DEGLI ALIMENTI
  Relatore: MARIA PIA GENESIN
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 241

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Parole chiave

etichettatura
origine degli alimenti
provenienza dei prodotti alimentari
etichettatura d'origine
regolamento n. 1169/2011

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