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Il pensiero modernista egiziano negli scritti di Ahmad Amin

La relazione tra il mondo islamico e l'ovest del mondo

Il primo confronto diretto tra il mondo islamico e quello europeo possiamo farlo risalire al 1798, anno in cui ebbe luogo la campagna d'Egitto di Napoleone Bonaparte, sebbene già grazie ai contatti con l'Impero Ottomano, nella prima metà del XVIII secolo, erano state introdotte alcune innovazioni, in particolare nel settore militare. Con l'inizio di tali rapporti, il mondo islamico realizzò di trovarsi in netto ritardo, rispetto al mondo occidentale, in fatto di innovazioni e tecniche moderne. Questa fase, che Branca definisce ğumūd, ovvero fase della stagnazione della vita culturale, cambiò repentinamente a seguito di tali vicende storiche, ottenendo la giusta spinta per l'accelerazione del processo di rinnovamento intellettuale.
Con questa premessa ho voluto introdurre un altro tema a lungo discusso da Aḥmad Amīn, quello degli incontri e degli scontri tra oriente e occidente. Come ho già affermato, egli era molto legato alla sua terra tanto da considerare l'Egitto come il centro del suo mondo attorno al quale, poi, si organizzava la vastità del mondo islamico. La consapevolezza dell'esistenza di un'altra parte del mondo, quella occidentale, venne solo in un secondo momento. Nell'opera al-Šarq wa‘l-ġarb pubblicata postuma nel 1955, appariva chiaro che con il termine "est" continuava a voler indicare l'est del mondo arabo. Al di là di questa incertezza, lo studioso portò sempre avanti un'attenta analisi sia dell'uno che dell'altro mondo, al punto che di entrambi individuò i punti di forza e i punti deboli sulla strada del progresso. Amīn, ad esempio, ambiva alla realizzazione di un'unione di interessi tra i singoli individui e la nazione stessa, come accadeva in occidente, affinché, con tale unione, si potesse raggiungere il pieno benessere della comunità. L'autore, infatti, spiega che, nonostante sia est che ovest avessero tanti pregi quanti difetti, la debolezza più grossa del mondo islamico stava proprio nella tendenza a rafforzare l'individualità a discapito di quel sentimento di collettività che invece sta alla base dell'unione salda tra i popoli.
La preoccupazione più grande dello studioso era che il mondo islamico non riuscisse a stare al passo con il progresso del mondo occidentale. Tale cruccio non poteva essere risolto per mezzo di una cieca accettazione dei principi divulgati dagli europei, già in passato questo era avvenuto, e la diretta conseguenza era stata la confusione e la restrizione delle menti degli orientalisti, in quanto le nuove scienze non avevano un'origine innata nell'uomo. A rendere ancora più difficile la situazione c'era il fatto che queste scienze moderne non erano state integrate nel mondo islamico da parte degli orientalisti o dei musulmani stessi, bensì esse erano state introdotte con la forza durante la fase di colonizzazione britannica, rendendo il tutto ancora più difficile da accettare. Ciò nonostante, i progressi degli ultimi 50 anni dimostrarono che l'allora concezione che l'Europa aveva del mondo islamico era del tutto errata, non si trattava per nulla di un popolo incapace all'innovazione e restio al cambiamento. Il crollo della dinastia abbaside (1258) aveva, di fatto, causato solo un apparente irrigidimento culturale, le corti dei Califfi restavano il simbolo del lusso e le biblioteche egiziane erano di gran lunga più ricche e fornite di quelle europee, tanto da garantire loro elementi basilari per alcune discipline ancora poco conosciute all'occidente. […]

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Il pensiero modernista egiziano negli scritti di Ahmad Amin

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Informazioni tesi

  Autore: Giuseppina Preziusi
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
  Facoltà: Studi Orientali
  Corso: Lingue e Civiltà Orientali
  Relatore: Agostino Cilardo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 177

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