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Middle income trap e global value chain analysis: il Vietnam nella produzione globale dell'elettronica

La crisi finanziaria globale: nuove opportunità per l'Est Asiatico?

Il settore dell'elettronica è stato colpito duramente dalla crisi finanziaria globale del 2008. Nonostante la difficoltà di quantificare i danni a livello globale, le cifre relative ai volumi del trasporto mondiale possono darci un'idea dell'impatto dello shock finanziario sulla produzione globale del settore. I risultati combinati delle sedici più grosse compagnie di trasporto marittimo, ad esempio, hanno mostrato un declino nei profitti del 40% nei primi mesi del 2009, passati dai 94 miliari di dollari del 2008 ai 56 miliardi nell'anno dopo.
Non indagheremo, in questa sede, gli impatti della crisi sul settore ma ci basta sapere che la produzione globale dell'elettronica e in particolar modo la produzione di beni intermedi, è sensibile ai cambiamenti sistemici, sia positivi che negativi. Così come dopo le bolle del 1985 e del 2001, rispettivamente i boom indotti dall'introduzione del PC e delle dot.com, anche dopo la recessione del 2008 il commercio di beni elettronici intermedi è aumentato. Mentre nei due primi casi, però, l'incremento era dovuto ad una crescita totale del settore, lo shock finanziario del 2008 e la crisi economica che ne è conseguita hanno indotto le aziende a tagliare i costi e soprattutto a implementare strategie più aggressive di outsourcing e offshoring (Sturgeon 2009).
Inoltre, siccome il settore dell'elettronica è noto come settore "propulsivo" e che le conoscenze tecnologiche tendono a concentrarsi solo in alcuni luoghi (ad esempio la Silicon Valley, l'Europa o il Giappone), i politici e i decisori pubblici non hanno esercitato troppa pressione sulle aziende per convincerle a produrre localmente e si sono mostrati contrari alla creazione di barriere al commercio. In breve, le TNC si sono trovate ancor più svincolate dai cordoni ombelicali che li tenevano, anche se per poco, ancora attaccati ai loro paesi d'origine e hanno potuto, così, intensificare la delocalizzazione verso le location low-cost, in primis l'Asia.
Secondo Dieter Ernst (2013) i cambiamenti indotti dalla crisi e in particolare l'esigenza dei contract manufacturer di aggiustare e razionalizzare l'organizzazione dei loro network ha generato due effetti interrelati: la crisi del modello di produzione americano e, contemporaneamente, l'apertura di nuove opportunità per i produttori asiatici.
Per modello di produzione americano Ernst intende, specificamente, un organizzazione che vede due attori principali: gli Original Equipement Manufacturer (OEM) e i contract manufacturer, entrambi di origini americane, che alimentano un circolo virtuoso fatto di inarrestabili processi di outsourcing limitati al paese d'origine e fanno largo uso di M&A; Sturgeon (2002), invece, così lo definisce: "Turnkey suppliers and lead firms coevolve in a recursive cycle of outsourcing and increasing supply-base capablity and scale, which makes the prospects for additional outsourcing more attractive".
Un esempio di tale modello è la Dell, un OEM americano che affida continuamente la manifattura e i relativi servizi ai contract manufacturer americani, come la Flextronics.
Sempre secondo Sturgeon, il modello americano continuerà a porre delle serie minacce ai fornitori asiatici, rappresentate dalla difficoltà di partecipare ai network globali di produzione per la presenza di crescenti barriere all'entrata. [...]

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Middle income trap e global value chain analysis: il Vietnam nella produzione globale dell'elettronica

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Informazioni tesi

  Autore: Luigi Di Costanzo
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Politiche
  Relatore: Pietro Paolo Masina
Coautore: Gianluca Petito
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 155

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Parole chiave

economia
vietnam
politica economica
asia
catena del valore
elettronica
samsung
global value chain
middle income trap
trappola del medio reddito

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