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Le recenti riforme del diritto di famiglia spagnolo in prospettiva comparatistica

La famiglia in Italia: recenti tendenze e profili di tutela

Il modello di famiglia, che lo Stato italiano attualmente riconosce, realizza e tutela, attraverso le proprie leggi e le proprie strutture istituzionali, rimane quello della tradizionale famiglia legittima. Questo è facilmente desumibile già dalla lettura dell’art. 29 della Costituzione italiana, in cui è sancito che «la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio». Nella tradizione culturale alla quale appartengono il vigente Codice Civile e la stessa Carta Costituzionale, il matrimonio è perciò inteso come “fondamento” della famiglia. Certo, anche nell’ambito del diritto di famiglia italiano si assiste ad un processo di differenziazione, che da un unico modello di famiglia porta all’emergere di molteplici “tipi” di famiglie: convivenze more uxorio, unioni omosessuali, etc. Ciononostante, nell’esperienza italiana, la famiglia regolata dal diritto sembra tuttora essere solo quella legittima, mentre gli altri modelli di famiglia, quando non ignorati, vengono essenzialmente disciplinati, solo per determinati aspetti, per “assimilazione” ed “equiparazione” a quella legittima.
Recentemente la Corte di Cassazione ha affermato con chiarezza che: «dovendo confrontarsi con le mutate concezioni di famiglia, che via via si sono affermate nella società moderna, la giurisprudenza, in materia di rapporti interpersonali, ha considerato la famiglia di fatto, quale realtà sociale che, pur essendo al di fuori dello schema legale cui si riferisce, esprime comunque caratteri ed istanze analoghe a quelle della famiglia stricto sensu intesa».
Certo è che, in un contesto di libera circolazione di persone, di beni e di sentenze, come è sempre più quello europeo, appare tutt’altro che improbabile che possano nascere conflitti in merito alla qualificazione e alla disciplina degli effetti conseguenti alla celebrazione, lecita in determinati Stati, quale ad esempio la Spagna, di matrimoni omosessuali.
[…]
A giudizio di chi scrive, ci sono tutti i presupposti per auspicare l’intervento dell’attuale legislatore italiano, il quale dovrebbe prendere atto dell’esistenza di unioni di fatto, ivi comprese quelle formate da coppie omosessuali, e predisporre una tutela ed una regolamentazione specifica del loro rapporto, così come avvenuto in altri ordinamenti europei.
Tra l’altro, il voler attribuire una veste giuridica alle unioni omosessuali non deve comportare necessariamente un’estensione dell’istituzione matrimoniale, che in Italia sappiamo essere esclusivamente riferita alle coppie eterosessuali.
L’esperienza della Spagna, che con la Ley 13/2005 ha ammesso il matrimonio fra persone dello stesso sesso, infatti, non è l’unico esempio di legislazione europea da seguire, anche se, per coraggio e ambizione di risultato, è sicuramente da ammirare.
Ricordiamo, infatti, che in Europa diversi Paesi si sono dotati di leggi che disciplinano unicamente le unioni omosessuali: è il caso della legge danese sulla “Partnership registrata”, così come le successive, ma analoghe, leggi in Norvegia, Islanda, Finlandia, Svezia, Germania e Svizzera, fino ad arrivare alla più complessa e articolata legge n. 944 del 15 novembre 1999, che ha istituito il “Pacte civil de solidarité” in Francia.
In definitiva, la tutela privilegiata che la nostra Costituzione accorda al rapporto coniugale (ex art. 29) non dovrebbe costituire, per il legislatore italiano, un impedimento alla regolamentazione, auspicabile, di relazioni tra persone a cui l’istituto matrimoniale resta precluso.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le recenti riforme del diritto di famiglia spagnolo in prospettiva comparatistica

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Informazioni tesi

  Autore: Marianna Vittore
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Teramo
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Anna Veneziano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 147

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