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Utilizzo delle sequenze T1 MOLLI nella caratterizzazione tissutale del miocardio: confronto tra pazienti sani e patologici

Evoluzione della CMR: il T1 Mapping

Da molti anni, l'identificazione di aree di impregnazione tardiva del mezzo di contrasto nel miocardio (Late Gadolinium Enhancement, LGE) è considerato il gold-standard per il riscontro e la quantificazione di alterazioni strutturali (principalmente fibrosi focale) del miocardio (Kellman P H. M., 2014).
La metodica si basa sul fatto che esiste una differente distribuzione del contrasto tra normale miocardio e aree fibrotiche: la fibrosi è caratterizzata da un maggiore accumulo di gadolinio, pertanto ha un T1 minore di quello del tessuto sano adiacente che presenta un segnale di maggiore intensità (Figura 2.1).
Convenzionalmente per questo tipo di valutazione sono utilizzate delle sequenze Inversion Recovery (IR) Gradient-echo acquisite 10-15 minuti dopo la somministrazione del contrasto.
Le cicatrici ischemiche sono rappresentate da aree di LE a livello subendocardico o transmurale, mentre le aree di fibrosi non ischemica tendono ad essere irregolari intramurali o subepicardiche (Dulce MC, 1993).
Il fattore più limitante della ricerca di aree di LE nelle cardiomiopatie non ischemiche è legato al fatto che spesso il processo di fibrosi non è localizzato, ma diffuso; questo fa sì che non vi siano regioni sane di tessuto miocardico che possono essere utilizzate come riferimento per un confronto del segnale.
Questo problema ha portato allo sviluppo di sequenze potenzialmente in grado di quantificare la fibrosi miocardica diffusa non basandosi sull'intensità del segnale del contrasto.
La RM sfrutta le proprietà magnetiche dei protoni dei nuclei dell'idrogeno posti all'interno di un campo magnetico. Il tempo di rilassamento longitudinale (T1) e il tempo di rilassamento trasversale (T2) sono le due componenti fondamentali.
T1 e T2 sono determinati dalle caratteristiche molecolari del tessuto, in particolare dalla quota di acqua che esso contiene, infatti, l'alterazione del contenuto di acqua o altri cambiamenti dell'ambiente molecolare locale del tessuto miocardico che si registrano in varie patologie determinano un'alterazione della costante di rilassamento longitudinale T1, parametro misurabile con RM e definito come il tempo necessario al recupero del 63% della magnetizzazione longitudinale (Dal Pozzo, 2001).
La composizione del tessuto miocardico quindi può essere analizzata non invasivamente attraverso la misurazione del T1 del tessuto stesso, cioè attraverso il T1 mapping.
Il T1 mapping permette attraverso mappe parametriche di quantificare i valori del rilassamento T1 per ciascun voxel nel tessuto miocardico prima e dopo somministrazione di mdc (Hwang SH, 2013).
Benché non esistano ancora sufficienti evidenze di letteratura si ritiene che le alterazioni identificabili sia nella acquisizione T1 nativa sia in quella dopo somministrazione di mezzi di contrasto a base di gadolinio (Gd) possano rappresentare importanti biomarcatori.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Utilizzo delle sequenze T1 MOLLI nella caratterizzazione tissutale del miocardio: confronto tra pazienti sani e patologici

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Zangari
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Brescia
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia
  Relatore: Roberto Maroldi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 106

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