Skip to content

"Ci vuole un fiore". L'aquilegia e la sua simbologia nella pittura rinascimentale

Fra reale e fantastico: un mito ed una leggenda sull'aquilegia

A differenza di altre piante adottate dall'arte medievale in poi, non pare che l'aquilegia sia stata conosciuta, o almeno particolarmente considerata, da Greci e Romani. A sorpresa, pare sia stata conosciuta dai Germani, che la consacrarono alla dea Freyja. Nella mitologia nordica, Freyja è la divinità più importante della stirpe dei Vani. È figlia di Njord e sorella di Frej. Il suo nome significa "signora" e, per il suo ruolo tra i Vani, viene chiamata anche Vanadis. Amava la musica, la primavera ed i fiori. Viveva circondata dalle sue fedeli fate. Possedeva Brising, una splendida collana creata da quattro nani, che ricompensò giacendo per una notte con ciascuno di loro. Suo era anche un mantello di penne di uccello che consentiva a chi lo indossasse di trasformarsi in falco e un carro guidato da due gatti. A lei furono consacrati anche i maiali. In quanto dea della bellezza, dell'amore e della fecondità, Freyja fu invocata dalle donne e presiedeva alle nascite e alla morte. Il suo palazzo a Folkvagn fungeva infatti da rifugio alle donne e metà dei guerrieri uccisi in battaglia (gli altri si recavano nel Valhalla di Odino). Ad Odino, agli Aesir (una famiglia di dei) e soprattutto alle donne, Freyja insegnò l'arte di prevedere il futuro e la stregoneria, in quanto considerate indegne degli uomini. Fu sposa prima di suo fratello Frej, poi di Od (forse un'altra forma per Odino). Quando questi l'abbandonò, ella pianse lacrime d'oro, cercandolo per il mondo. Come la dea Egizia Iside e la dea Greca Afrodite. Tornando all'aquilegia, essa fu oggetto anche di una leggenda, molto più recente. Essa ci porta al Medioevo e narra di Teodagne, una giovane "bella come un fiore, di sangue nobilissimo" e piena di virtù, tanto da esser considerata, in questa leggenda, una santa. Una giovane i cui familiari, pur di farla diventare principessa, la inducono a sposare il principe longobardo Rutibando, avente corte a Monza. Uomo brutto, di pessimo carattere, brutale ed estremamente immorale, capace di tradire Teodagne sua sposa già dopo otto giorni di matrimonio e con qualsiasi donna bella e giovane, ricorrendo anche a denaro e violenza. Teodagne sulle prime non vuole credere a questa realtà. Quando finalmente se ne rende conto, va a pregare nella cappella del palazzo per poi, senza lamentarsi, andare fra le braccia del marito per supplicarlo di non infangare più il loro onore con i suoi tradimenti. Lui non dà peso alle sua parole. Lui dimentica le altre donne, dopo averle avute, mentre a lei non fa mancar nulla. Teodagne prega di aver la forza di vincere il male col bene; la sua virtù è adamantina, nonostante i tentativi dei giovani più belli della corte Longobarda di poter vendicare la donna, che invece resta sempre gentile ed affettuosa verso il consorte. Rutibando non si ravvede, anzi. Insiste e la tradisce sempre di più, forse perchè umiliato dalla condotta virtuosa della moglie, forse anche per sommergere l'amarezza derivante dal senso di colpa e dalla gentilezza che ella continua a manifestargli. Rutibando arriva alla sfida, non rientrando la notte o portando a palazzo le sue sgualdrine, nel letto della principessa, ed obbligandola a sopportare la loro presenza a tavola. Lo scandalo dilaga a corte e fra il popolo, nonostante tutti gli sforzi e la buona volontà della donna di tenere nascosta l'infedeltà del marito. Un giorno, le donne più nobili, ricche e belle della città vanno a parlarle. Si sentono offese da ciò che lei deve sopportare. Non possono tollerare oltre quel trattamento, offerto con tanta cattiveria ad una donna così virtuosa e paziente. Bisogna fare qualcosa, agire. Se non per Teodagne, principessa tradita ma di grande pazienza, capace di sorridere nonostante la sua dignità ferita pur di nascondere la propria infelicità, almeno per loro. Donne e longobarde. Non possono sopportare che il principe dia un tale esempio a corte e popolo. Teodagne non vuole vendicarsi. Prende esempio da Cristo, che nonostante tutte le offese a sé arrecate non si vendicò mai. Sono le donne longobarde a pensare ad una lezione per Rutibando. Si riuniscono e propongono le loro idee. Quella che attirò i maggiori consensi fu la lezione ideata della Contessa Teodolinda. Ella ricorda il desiderio di Teodagne: il marito deve restare vivo. Propone dunque di rivolgersi al mago Abracadabra, che vive sul Lago di Como, nella Caverna dell'Orso. L'idea del mago è quella di trasformare l'uomo fedifrago in un fiore e, su consiglio delle donne e di Teodolinda, un fiore brutto, senza odore, con sulla corolla delle corna. Un fiore che nessun innamorato donerebbe mai alla propria amata. Il fiore di cui si scrive è proprio l'aquilegia. La leggenda continua, narrando che a questo fiore i milanesi, discendenti dei Longobardi, danno il significato di perfetto amore perché faccia da monito, rappresentando in sé le corna. Maschili e femminili. Il fiore bruno sarebbe dedicato ai mariti; il fiore roseo alle mogli. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

"Ci vuole un fiore". L'aquilegia e la sua simbologia nella pittura rinascimentale

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Sara Bacchiocchi
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Urbino
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Storia dell'Arte
  Relatore: Monica Grasso
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 141

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

rinascimento
erbario
pisanello
raffaello sanzio
aquilegia
leonardo e leonardeschi
mito e leggenda
dürer albrecht
hugo van der goes
simbolo vegetale

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi