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La Via Francigena tra le Province di Pisa e Lucca. Valorizzazione per il turismo religioso.

Percorrere la Via Francigena oggi

I mesi migliori per intraprendere il cammino lungo la Via Francigena sono da Maggio a Giugno e Settembre-Ottobre, evitando perciò i mesi troppo caldi e troppo freddi, in particolar modo se si percorre l'intero tracciato, valicando montagne dove le temperature sono più fredde e spesso è presente la neve, e attraversando zone con poca ombra nelle zone pianeggianti.

Le colline toscane offrono un clima mite per il percorso. Seguendo il tracciato ufficiale le tappe toscane hanno una lunghezza media di 25km, ma è sempre possibile modificare il percorso secondo le proprie capacità, forze, interessi, come faceva l'antico viandante medievale “costruttore di cammini”, che sceglieva il proprio percorso in base alle proprie necessità, condizioni fisiche, le motivazioni ed ovviamente secondo le condizioni meteorologiche, oltre a quelle politico-sanitarie del territorio.

In generale percorrere il sentiero non implica particolari difficoltà, se non quelle dovute al peso dello zaino e alla lunghezza del percorso. Per ovviare al problema del peso dei bagagli, alcuni tour operator e associazioni che organizzano viaggi lungo la Via Francigena, anche in mountainbike, prevedono un servizio di trasporto bagagli da tappa a tappa, in modo tale da permettere ai viaggiatori di percorrere comodamente la strada. Purtroppo questo servizio è presente solamente in viaggi organizzati, a differenza del Cammino di Santiago, lungo il quale si trovano i cosiddetti “mocilla bus”, servizio offerto a tutti i pellegrini in cammino.

Ciò dimostra che i pellegrini sono decisamente cambiati, così come le loro esigenze. Alloggiare in un ostello, in una foresteria o in altri tipi di strutture ricettive a basso costo, non prescinde dal fatto che il servizio offerto deve disporre di alcune comodità, di professionalità degli operatori, di pulizia, ma soprattutto ciò che i viaggiatori lungo la Via ricercano è il contatto con gli altri viaggiatori e pellegrini e l'accoglienza di chi li ospita.

L'ospitalità “francigena” ricercata si differenzia per la presenza di calore famigliare, semplicità, accoglienza e capacità di capire le esigenze dei pellegrini provenienti da diverse culture; diversamente da un hotel che per quanto le politiche d'azienda vadano verso questi desideri non riesce a trasmettere appieno il calore del “sentirsi a casa”, insieme ad altri viaggiatori simili. Il pellegrino spesso viaggia da solo o in piccoli gruppi, perciò uno dei suoi interessi maggiori è quello di instaurare rapporti con gli altri viaggiatori, ma anche con chi lo ospita. A tal proposito è bene citare la Casa del Pellegrino di Valpromaro, allestita dal maggio 2013 all'interno della canonica della frazione di Camaiore in provincia di Lucca, e gestita da ospitalieri volontari che ruotano su turni di due settimane.

Fin dal Medioevo, la canonica in cui risiedeva il parroco ha sempre avuto una stanza dedicata all'ospitalità e al ristoro dei pellegrini, ora è interamente dedicata a questo scopo, disponendo di diciannove posti letto, cucina, wi-fi, lavanderia, bagni e posto per le biciclette, muli e cavalli. La Casa del Pellegrino è aperta tutto l'anno ed è sostenuta interamente dalle offerte lasciate dai pellegrini e dal lavoro volontario degli ospitali. In questo ambiente si riscontra la relazione umana che i pellegrini ricercano con chi li ospita e con gli altri viandanti. I pranzi ad esempio vengono preparati mettendo in comune sia gli alimenti che le capacità di ogni pellegrino, creando un momento di convivialità e condivisione. La Casa, che rappresenta il primo esempio di accoglienza gratuita e volontaria in Italia, sulla base del sistema ormai consolidato sul Cammino di Santiago e reso possibile dalla partecipazione di esperti camminatori e appassionati di pellegrinaggio, ha ospitato finora circa cinquecento pellegrini all'anno.

Numerosi sono i corsi per diventare ospitalieri volontari, durante i quali viene formato il personale, indicando alcuni consigli pratici per la gestione efficiente dell'ospitale e per saper soddisfare i bisogni dei pellegrini. Un Ospitale aperto, per esempio, deve essere segnalato almeno tre Ospitali prima e durante il cammino con l'indicazione dei mesi di apertura e la distanza chilometrica, i segnali devono essere continuamente monitorati dai volontari in modo tale da essere sicuri che siano visibili, integri etc. All'esterno dell'Ospitale deve esserci un faro in modo tale che sia individuabile anche di notte e deve essere presente una fontana con l'abbeveratoio a disposizione dei cittadini e dei pellegrini anche di passaggio.

È difficile individuare in Italia una rete di “accoglienza povera”, cioè di strutture e locali di enti pubblici, privati o religiosi adibiti all'ospitalità dei pellegrini, in quanto non esistono censimenti, inoltre gli ostelli per pellegrini non rispondono a specifiche normative regionali, e per tale motivo non è di fatto possibile individuare caratteristiche comuni a tutte le strutture.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La Via Francigena tra le Province di Pisa e Lucca. Valorizzazione per il turismo religioso.

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Informazioni tesi

  Autore: Federica Peraboni
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Scienze del turismo
  Relatore: Lorenzo Bagnoli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 66

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Parole chiave

giubileo
pellegrinaggio
toscana
turismo religioso
via francigena
movimento lento

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