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La tutela ambientale nella Repubblica Popolare Cinese

Italia-Cina: partnership strategica su ambiente e green economy

Al fine di onorare l'obbligo internazionale assunto nella tutela ambientale, promuovere la realizzazione dello sviluppo sostenibile della Cina ed al tempo stesso la cooperazione con l'Italia nell'ambito della tutela ambientale, nell'anno 1999 l'Amministrazione statale cinese per la tutela ambientale ed il Ministero italiano dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare hanno firmato un accordo di cooperazione, attivando un progetto di cooperazione sino-italiano nella tutela ambientale. La collaborazione sull’ambiente fra Italia e Cina ha avuto risultati significativi con oltre 200 progetti che vanno dalla lotta all'inquinamento atmosferico alla valutazione del danno ambientale, dalla bonifica dei siti inquinati alla tutela della biodiversità. Tra questi, spicca il progetto 4 C Building, realizzato in Cina, grazie ad un contributo della Banca Mondiale, con tecnologie e materiali italiani eco-efficienti, nell'ambito del programma di cooperazione tra i due paesi.

In questi anni, i dipartimenti governativi interessati, le università, gli organismi di ricerca e le imprese dei due paesi hanno attuato una stretta cooperazione, applicando 57 progetti di cooperazione nei 10 settori principali dello sviluppo sostenibile nelle forme della costruzione di progetti modello, della ricerca in cooperazione e della capacity building nella tutela ambientale. Attualmente i progetti del Padiglione italo-cinese dell'Università di Tsinghua e degli autobus a basse emissioni di Pechino sono stati completati e sono entrati in funzione; inoltre stanno procedendo con ordine progetti come il trattamento delle acque sporche del lago Shichahai di Pechino e l'utilizzo delle risorse rinnovabili nell'Ovest della Cina.

Tali accordi sono frutto dei dialoghi intercorsi fra i due ministeri durante la Conferenza di Durban (COP 17), nella quale l’allora ministro dell’ambiente Corrado Clini ha sottolineato come la Cina sia un partner strategico per uscire da Durban con un risultato positivo e come essa vada supportata nel suo programma nazionale di contrasto ai cambiamenti climatici. I due ministri, in occasione della citata conferenza ONU, hanno ribadito l'importanza della cooperazione tra Cina ed Italia sulla protezione ambientale e sullo sviluppo sostenibile, che nel 2010 ha portato all'avvio di un programma congiunto dedicato al cambiamento climatico. I due ministri hanno annunciato la creazione di un nuovo Centro nazionale di ricerca strategica e di cooperazione internazionale sul cambiamento climatico, presentato a Durban.

Tutti questi progetti hanno avuto i seguenti obiettivi: i) l’efficienza energetica, l’energia pulita e le energie rinnovabili; ii) l’assistenza alla Cina nell’attuazione delle convenzioni internazionali sull’ambiente; iii) il riciclaggio di rifiuti industriali ed urbani; iv) il trasporto e l’agricoltura sostenibile; v) la gestione integrata delle risorse idriche.

Il 13 novembre 2006 si è tenuta a Pechino la seconda riunione congiunta del Comitato Governativo Congiunto Italia-Cina, dove l’attenzione è stata focalizzata, in particolar modo, sulla cooperazione commerciale ed ambientale. Per ciò che riguarda l’ambiente, il Memorandum d’intesa scaturito dalla riunione esprime la volontà dei due Stati di continuare ed incrementare gli investimenti nel Fondo Sino Italiano (Sino Italian Fund, SIF) ed utilizzare tali fondi per accentuare il sostegno a progetti riguardanti energia solare, gasolio biologico ed energia biologica a basse emissioni e progetti di tecnologie innovative per lo sviluppo sostenibile in campo energetico. Le Parti hanno espresso, inoltre, la volontà di accelerare la realizzazione di vari progetti inerenti ai Meccanismi di Sviluppo Pulito.

Il Memorandum analizza i risultati positivi registrati dal 2000 al 2006, evidenziando che i fondi e le tecnologie avanzate italiane hanno dato un impulso fondamentale alla Cina nell’attuazione del Trattato Internazionale sull’Ambiente ed hanno positivamente indirizzato le città e le province sulla strada dello sviluppo sostenibile. Le due Parti condividono la volontà di continuare attivamente la collaborazione bilaterale sull’ambiente, approfondendo quattro aree di cooperazione: i) una collaborazione globale il cui scopo principale sia l’attuazione dei trattati internazionali per l’ambiente; ii) la costruzione di sistemi di monitoraggio e di prevenzione; iii) la protezione dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile per le regioni nell’Ovest della Cina; iv) la formazione per la gestione ambientale.


L’Italia nel marzo 2012 ha siglato un protocollo d’intesa con il Governo cinese al fine di poter investire nel promettente e ricco mercato ambientale cinese, dove è già forte la concorrenza dei tedeschi, dei britannici e dei francesi. Il ministro dell'ambiente Clini ha firmato un protocollo d'intesa sulla cooperazione in campo ecologico e sullo sviluppo dell'economia verde insieme al ministro cinese dell'ambiente Zhou Shengxia. Obiettivo è rafforzare il dialogo politico e la governance ambientale in Cina oltre a gettare anche le basi per la partnership tra i due paesi per lo sviluppo sostenibile del sud del mondo, promuovendo gli investimenti in tecnologie innovative italiane pure in altri paesi dove è rilevante la presenza cinese, come in Africa.

Con la firma di questo protocollo la cooperazione diventa un partenariato strategico tra i due ministeri dell'ambiente al fine di: i) rafforzare il dialogo politico e lo scambio di informazioni sulle misure nazionali ed i negoziati internazionali sull’ambiente e sullo sviluppo sostenibile; ii) creare una piattaforma per lo scambio e la condivisione di esperienze e best practices; iii) rafforzare lo sviluppo sostenibile delle aree cinesi più povere; iv) avviare altre forme di partenariato per supportare in materia ambientale i paesi in via di sviluppo.

I ministri italiani e cinesi concordano sul fatto che l’efficienza energetica è lo strumento principale per separare la crescita economica dalle emissioni di anidride carbonica e che, se precedentemente l’ambiente era percepito come un limite alla crescita economica, attualmente, al contrario, è ritenuto lo strumento principale della crescita economica.

Prendendo spunto dalle esperienze sviluppate congiuntamente da Italia e Cina, le best practices saranno applicate nel sud del mondo con lo scopo favorire una crescita equilibrata e sostenibile. Tale protocollo è completato da un’intesa sulla cooperazione scientifica e tecnologica per lo sviluppo sostenibile al fine di creare una piattaforma permanente per gli scambi fra scienziati e ricercatori italiani e cinesi con lo scopo di promuovere studi e ricerche su tecnologie e processi innovativi per la protezione dell’ambiente e lo sviluppo della low carbon economy.

Le aziende italiane potranno avere un ruolo da protagoniste attraverso l’iniziativa congiunta per la creazione di una piattaforma sino-italiana per l’innovazione del settore delle tecnologie per l’ambiente, per lo sviluppo sostenibile e per la creazione di strutture, operanti in Italia ed in Cina, in grado di assistere aziende ed investitori di entrambi i paesi che desiderino sviluppare iniziative ed opportunità di business nel settore dell'economia verde ed a basso tenore di carbonio. Tale prospettiva sarà favorita facilitando investimenti privati, forme di partenariato tra enti pubblici e privati e joint venture ad alto contenuto di innovazione tecnologica nell'economia verde ed a basse emissioni di CO2. 

L’intesa sottoscritta dai due paesi prevede un accordo quadro sulla cooperazione sui cambiamenti climatici, con la nascita di un coordinamento anche su questo tema. Nascerà una struttura con coordinatori a livello di direttori generali per stabilire il dialogo politico e la consultazione per migliorare il dialogo e lo scambio di informazioni sulle politiche e sulle misure nazionali adottate sui cambiamenti climatici, facilitando il confronto produttivo e lo scambio di informazioni nell'ambito dei negoziati internazionali sui cambiamenti climatici ed indicando le priorità della cooperazione.

La promozione di tali progetti hanno contribuito a portare in Cina tecnologie avanzate, attrezzature e metodologie provenienti dall’Italia in grado di migliorare le tecniche di tutela ambientale esistenti, trasformando la cooperazione sino-italiana in un laboratorio dove verranno sviluppati ed aggiornati nuovi protocolli ambientali. La ricerca cooperativa è un tassello fondamentale che comprende uno studio su come adattare al meglio le nuove tecnologie utilizzare alle diverse situazioni provinciali del territorio cinese, valutando il loro impatto sui vari aspetti dello sviluppo sociale ed economico.

Il programma attribuisce, inoltre, notevole importanza alla formazione di esperti da inserire negli organi istituzionali che si occupano di ambiente: la consapevolezza, la risoluzione e la cooperazione istituzionale sono più importanti dei fondi e delle tecniche di protezione ambientale poiché conducono a risultati più duraturi. Tale approccio permette di trasformare immediatamente i suggerimenti di esperti italiani e cinesi in azioni politiche concrete da parte del Governo. Dal 2003 circa 2.800 funzionari del Governo cinese hanno partecipato a corsi di formazione in materia di sviluppo sostenibile tenutisi in Italia, dimostrando ancora una volta la consapevolezza del Governo cinese della centralità di avere all’interno degli organi istituzionali personale competente ed esperto in materia.

Dal 1999 ad oggi i 176 milioni di euro investiti in Cina hanno consentito alle imprese italiane di ottenere 338 milioni di euro per circa 90 progetti diretti. Le società tricolore, capaci di proseguire la collaborazione indipendentemente dall'ausilio del Ministero, hanno poi trasformato questo trampolino di lancio in guadagni per una stima approssimativa di 1.240 milioni di euro.

Il ruolo della Cina in materia di lotta ai cambiamenti climatici è delicato e perciò la collaborazione tra Roma e Pechino continuerà su vari fronti, dalla lotta alla desertificazione alle fonti energetiche rinnovabili, dalla formazione dei funzionari cinesi al risparmio energetico. Le prospettive in campo ambientale per le compagnie italiane in Cina, pertanto, sembrano allargarsi costantemente ed a conferma di tale affermazione nel novembre del 2012 il Governo italiano ha stretto ulteriori accordi, per un valore di 1,27 miliardi di dollari, con la Cina nel settore energetico e nella green economy.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La tutela ambientale nella Repubblica Popolare Cinese

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Garruba
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Giampaolo Rossi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 154

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