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Turismo sostenibile: presente e futuro. La realtà del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi

Sostenibilità dello sviluppo turistico e politiche ad hoc

I due strumenti descritti in precedenza hanno si un carattere autonomo di analisi ma possono essere anche combinati assieme al fine di calcolare, per ogni singola fase del ciclo di vita, quanto e come lo sviluppo turistico sia sostenibile. Questo utilizzo congiunto delle due teorie fornisce un saldo dei vari effetti positivi/negativi che si avranno, suggerendo implicitamente quali politiche è opportuno adottare in conseguenza ai risultati, tenendo presente però che non esiste un’unica politica turistica da adottare per tutte le località; essa varia sia a seconda delle località, ma soprattutto varia a seconda delle fasi del ciclo di vita in cui ci si trova. Si può quindi affermare che le politiche turistiche da adottare devono essere diversificate in base alla fase del ciclo di vita in cui la località si trova e in base alla situazione specifica in cui essa si trova, ponendosi l’obiettivo del rispetto della sostenibilità del turismo assicurando la tutela delle risorse primarie nel tempo. È importante organizzare il turismo in modo tale da non arrecare danni alla località, ma anzi ne favorisca lo sviluppo economico.

• La prima fase, il lancio, è la fase di avvio: caratterizzata dai primi investimenti e dai primi, seppur modesti, costi di gestione. Gli effetti negativi sono prevalenti poichè è ancora troppo presto per riscontrarne di positivi (sono nulle anche le esternalità negative, sempre per una questione temporale). Gli esborsi effettuati non vengono coperti dai ricavi, ciò significa che il turismo non è sostenibile in questa fase.

La politica turistica da adottare per le località che si trovano nella fase di lancio si può sintetizzare in quattro punti:

1. incentivare gli investimenti privati per sviluppare e ampliare il prodotto secondario;

2. iniziare la cosiddetta "zonizzazione", che consiste nell'individuare le zone della località da dedicare al turismo e le zone da dedicare allo sviluppo degli altri settori;

3. iniziare a pubblicizzare la località sotto il punto di vista turistico, con la conseguente creazione di una immagine;

4. creare e/o espandere l'accessibilità interna ed esterna per facilitare l'arrivo e la circolazione dei flussi turistici.

• La seconda fase, la crescita, è la fase di espansione: iniziano a concretizzarsi i ricavi auspicati nella prima fase. Gli aspetti positivi, quali l'aumento del reddito, della qualità della vita, dell'occupazione, la nascita dei primi network, la crescita dell'immagine della località, iniziano a verificarsi. Sotto il profilo temporale, non si hanno ancora aspetti negativi legati alle esternalità, perciò si dovrà far fronte solamente ai costi di gestione relativi alle attività/strutture, con conseguente prevalenza di un saldo positivo; in questa fase si manifesta al meglio un turismo in grado di sostenere l'economia.
Le politiche da adottare devono cercare di mantenere il più a lungo possibile la località nella fase di crescita, a causa del vantaggio dato dal saldo nettamente positivo di questa fase, puntando sulla conservazione di un'alta qualità del prodotto turistico. Per evitare il raggiungimento della soglia critica, altro obiettivo fondamentale delle politiche di gestione del turismo, una soluzione importante è quella di iniziare a puntare sulla destagionalizzazione dei flussi turistici, anche attraverso la differenziazione, come il turismo sportivo, quello religioso o quello culturale. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Turismo sostenibile: presente e futuro. La realtà del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi

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Informazioni tesi

  Autore: Jacopo Maria Gasparotto
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Jan Van der Borg
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 57

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