Skip to content

L'arresto e il fermo

Le impugnazioni

Secondo quanto disposto dall’art. 391, comma 4, c.p.p., «Contro l’ordinanza che decide sulla convalida, il pubblico ministero e l’arrestato o il fermato possono proporre ricorso per cassazione». Tale previsione ci permette di affermare che in tal senso possono farsi valere esclusivamente ragioni volte ad accertare la legittimità della misura adottata con riferimento al titolo del reato ascritto, all’esistenza dello stato di flagranza, all’intervento di cause di inefficacia nella procedura adottata dalla polizia giudiziaria o dal pubblico ministero. In sostanza, come peraltro affermato dalla Suprema Corte, i motivi del ricorso saranno incentrati sul processo logico seguito dal giudice per arrivare all’adozione del provvedimento, «essendo sottratta al giudice di legittimità quella valutazione di merito circa le condizioni in presenza delle quali il fermo o l’arresto furono eseguiti dalla polizia giudiziaria, che deve rinvenirsi nella decisione sulla convalida, la quale costituisce l’oggetto del sindacato di legittimità».

Tale limitazione di impugnabilità dell’ordinanza di convalida della misura precautelare potrebbe considerarsi una scelta poco coerente con il nostro sistema di garanzie in tema di libertà personale dell’individuo. Non di meno comunque si può certo affermare che il sindacato della Corte di Cassazione sia particolarmente vasto e penetrante. Il giudice di legittimità, nell’andare ad analizzare la struttura argomentativa dell’ordinanza di convalida emessa dal G.I.P., si trova a dover ricostruire dettagliatamente i fatti in modo da poter comprendere se i presupposti richiesti dalle norme perché l’ordinanza sia legittima, sono presenti.

In questo senso è possibile quindi affermare che, di fatto, la Corte di Cassazione finisce per emettere un giudizio anche in ordine al “merito”, intendendo con questo termine il contenuto o la fondatezza della decisione. In questo contesto i confini tra le questioni diventano indistinguibili tanto da non permettere la separazione di un controllo sui fatti da un controllo sull’accertamento dei fatti operato dal G.I.P.
I soggetti legittimati, i quali dovranno presentare l’eventuale opposizione all’ordinanza del G.I.P. entro quindici giorni «dalla lettura del provvedimento in udienza ovvero dalla sua comunicazione o notificazione» se non presenti in aula, sono quindi il pubblico ministero, l’arrestato o il fermato e il difensore a norma dell’art. 571, comma 3, c.p.p.

Pare logico pensare che il pubblico ministero impugnerà esclusivamente il provvedimento che non convaliderà la misura precautelare, anche qualora, in presenza di più reati contestati, la convalida avvenga solo per alcuni capi di imputazione, mentre l’arrestato o il fermato quello che invece confermerà la legittimità dei provvedimenti adottati dagli investigatori.

Il ricorso dovrà essere depositato, ex art. 582, comma 2, c.p.p., nella «cancelleria del Tribunale o del Giudice di Pace del luogo in cui si trovano, se tale luogo è diverso da quello in cui fu emesso il provvedimento, ovvero davanti ad un agente consolare all’estero […]». L’indagato in vinculis potrà presentare l’impugnazione, ai sensi dell’art. 123 c.p.p., al Direttore dell’Istituto Penitenziario in cui si trova ristretto.
Il ricorso per Cassazione dovrà essere deciso in Camera di Consiglio secondo le disposizioni generali previste dagli artt. 610 e 611 c.p.p.

Nel caso in cui il pubblico ministero faccia opposizione in unica soluzione all’ordinanza contenente, allo stesso tempo, la mancata convalida dell’arresto/fermo ed il rigetto dell’applicazione della misura cautelare, stante il carattere del tutto autonomo dei due provvedimenti, la Cassazione si preoccuperà di decidere esclusivamente sulla convalida e non sulla misura cautelare, rimettendo per quest’ultima valutazione, gli atti al “Tribunale della Libertà”, qualificando l’atto di impugnazione come appello cautelare.
I due provvedimenti sono, si ribadisce, distinti e quindi la convalida della misura precautelare dovrà essere impugnata di fronte alla Cassazione, mentre nei confronti della misura cautelare l’indagato potrà proporre il riesame ex art. 309 c.p.p. (entro dieci giorni dalla esecuzione o notificazione del provvedimento) oppure il ricorso per saltum ex art. 311 c.p.p. (entro gli stessi termini previsti per il riesame direttamente alla Corte di Cassazione), mentre il P.M. potrà promuovere l’appello cautelare ai sensi dell’art. 310 c.p.p.

Abbiamo sopra accennato come il pubblico ministero possa, nel caso sia stato eseguito un arresto in flagranza di reato e non sussistano gli estremi per la liberazione dell’indagato, chiedere, anziché la convalida della misura precautelare, l’esercizio del “rito direttissimo” presentando, a norma dell’art. 449 c.p.p., direttamente il detenuto davanti al giudice del dibattimento per la convalida e il contestuale giudizio, il tutto entro quarantotto ore dall’applicazione della misura custodiale.
Nel caso in esame la polizia giudiziaria dovrà portare il pervenuto davanti al giudice, secondo quanto disposto dal pubblico ministero, perché esso possa esprimersi in merito all’applicazione della misura precautelare e procedere con il rito richiesto.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'arresto e il fermo

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Marco Vaccai
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze dei servizi giuridici
  Relatore: Luigi Ludovici
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 112

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi