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I Bilanci delle società calcistiche:gli effetti del fair play finanziario

Gli effetti sui bilanci delle società calcistiche

Il fair play finanziario può davvero cambiare il mondo del calcio. Il fatto che questo regolamento sia applicabile al solo fine dell’ottenimento della Licenza UEFA, dalla quale non si può prescindere per poter competere a livello europeo, non significa che i club siano disinteressati al raggiungimento dei requisiti imposti dal regolamento. Questo a causa del ritorno sia di immagine che economico che comporta una competizione europea. Per quanto riguarda la Champions League ad esempio, per il triennio 2015/2018, sono previsti dei premi davvero molto importanti per le società partecipanti. Il solo accesso al girone eliminatorio porta nelle casse del club partecipante 12 mln di euro.

Nella stessa fase della competizione una vittoria frutta 1,5 mln, mentre un pareggio 500 mila euro. Dunque il premio massimo nel girone eliminatorio si aggira intorno ai 21 mln di euro, se il club consegue 6 vittorie. Per quanto riguarda le fasi successive, l’accesso agli ottavi di finale frutta 5,5 mln, l’accesso ai quarti 6 mln e l’accesso alla semifinale 7 mln di euro per un totale di 18,5 mln di euro. Il club secondo classificato incassa 10,5 mln e il vincitore della Champions League ben 15 mln. Sommando i vari premi un club che si classifica secondo nella massima competizione europea incassa 50 mln di euro, mentre il vincitore 54,5 mln di euro. Inoltre si devono considerare i ritorni di immagine che si ripercuotono positivamente sul numero degli utenti disposti “a seguire il club”, il che comporta un aumento di varie voci positive del conto economico come i ricavi da biglietteria, gli abbonamenti nonché i proventi pubblicitari, le sponsorizzazioni e i diritti televisivi. Insomma partecipare alle competizioni europee è un vero toccasana per i conti dei club del vecchio continente.

Il fair play finanziario può solo contribuire al miglioramento di tutto ciò. Tale regolamento, tenendo conto soltanto di alcune tipologie di costi e ricavi ai fini dell’ottenimento del pareggio di bilancio impone, innanzitutto, una diversificazione dei ricavi volta soprattutto ad aumentare quelle poste che sono definite relevant income. Tra questi sono presenti i ricavi da biglietteria e i ricavi da altre attività commerciali. Una strategia ottimale sarebbe quella di abbassare i costi del personale (che fanno parte dei relevant cost) per investire nella ristrutturazione dello stadio. Si potrebbe aumentare la capienza, così da ottenere maggiori ricavi da biglietteria. Inoltre si potrebbero sfruttare gli spazi dello stadio non solo durante i match ma anche in altre occasioni attraverso la creazione di musei dedicati alla squadra, di parco giochi per bambini, hotel e ristoranti andando ad aumentare quindi la voce ricavi da altre attività commerciali.

Emblematica è la “trovata” della squadra spagnola Atletico Madrid, che ha creato un cimitero, antistante allo stadio, appositamente per quei tifosi che “vogliono restare per l’eternità” al fianco della squadra del cuore: il costo di ogni tomba varia a seconda della grandezza e degli "optional". Sono costi che vanno dai 1500 ai 4000 euro, più le spese di mantenimento, da 50 a 150 euro annui e il cimitero può contenere fino a 4210 urne funerarie: senza tenere conto delle spese annue, il cimitero frutterà alla squadra spagnola circa 11 mln di euro. Altro esempio di diversificazione dei ricavi, è presente in Italia nel nuovo stadio della Juventus: il club difatti dà la possibilità agli appassionati, spendendo poche centinaia di euro, di incidere il loro nome su una delle stelle presenti sulla pavimentazione dello Juventus Stadium così da legarlo indelebilmente alla leggenda bianconera.

Investire sulla struttura dello stadio potrà essere tuttavia possibile solo se lo stadio in questione è di proprietà del club. Costruire quindi uno stadio di proprietà, dati i possibili investimenti effettuabili, tenuto conto anche del fatto che i costi da sostenere relativi alla costruzione di infrastrutture non saranno considerati costi pertinenti, allora diventerà per i club quasi un obbligo.

Un’altra posta appartenente ai relevant income su cui poter lavorare sono sicuramente i ricavi da sponsorizzazioni. La trovata dello United è molto innovativa in merito. Difatti nel 2008 è riuscito a strappare 40 mln di euro ad una società di spedizioni per la sponsorizzazione del completo di allenamento. Bisogna dire che la visibilità del completo di allenamento non ê delle migliori e ciò non semplifica un’impresa del genere, quindi sono da riconoscere le qualità del management del club inglese.

Nel calcolo del break-even requirement si tiene anche conto delle plusvalenze da alienazione. Le società calcistiche dovranno quindi avere dei calciatori con un valore contabile basso, per poter rivendere in modo da creare plusvalenze. La soluzione è quindi quella di abbassare i costi di acquisizione dei tesserati, facendo leva soprattutto sul settore giovanile. Molti club dunque devono porsi l’obiettivo del rilancio del settore giovanile e delle infrastrutture a loro dedicate: ê molto importante quindi cercare di “creare in casa” i nuovi talenti, così da non doverli acquistare a costi esorbitanti da altre società. Devono inoltre essere migliorate le attività di scouting, poiché molte società cercheranno di puntare sui giovani aumentando dunque la “saturazione” del mercato dei giovani talenti. Per questo si richiede uno scouting più efficiente. Per contribuire al miglioramento dello scouting sono nate agenzie che offrono un servizio di videoscounting, che garantiscono la registrazione dei match in qualunque parte del mondo, aiutando gli osservatori nella loro attività. Le capacità degli osservatori e del management restano comunque determinanti per il successo in questo senso.

Tra i relevant cost, sotto osservazione sono sicuramente i costi del personale i quali dipendono soprattutto da due fattori:
* Stipendi dei calciatori;
* Rosa del club.

Gli stipendi dei calciatori sono una delle piaghe del calcio a livello mondiale. Le cifre sono davvero astronomiche. In vetta ai calciatori più pagati al mondo c’ê Cristiano Ronaldo (Real Madrid) con uno stipendio all’incirca di 17,5 mln di euro l’anno, più bonus. Per fare un esempio di un club italiano, la Roma, nel bilancio chiuso al 30.6.2015 i costi del personale rappresentano il 69 % del totale dei costi pari al 75 % del fatturato. I costi del personale delle società calcistiche, hanno subito un’impennata grazie alla Legge Bosman conseguente alla omonima sentenza. Come già indicato nel capitolo 1, paragrafo 1.3.2, la legge Bosman deriva da una sentenza (sulla libera circolazione dei lavoratori) emessa il 15 dicembre 1995 dalla Corte di Giustizia della Comunità Europea che ha prodotto come conseguenza la possibilità per i calciatori professionisti dell'Unione Europea di trasferirsi gratuitamente a una nuova società alla scadenza del contratto con l'attuale squadra. Non potendo più bloccare i propri calciatori in scadenza, le società di calcio si sono trovate costrette a rinnovare di volta in volta il contratto.

Praticamente i calciatori nella stipulazione del contratto, grazie alla sentenza Bosman, hanno ottenuto un maggiore potere contrattuale e i club per trattenerli hanno dovuto aumentare i loro stipendi. In questa situazione è davvero molto complicato ridurre questi costi, poiché se il club non rinnova il contratto avrà un mancato guadagno; inoltre ci sarà sicuramente un altro club disposto a pagare uno stipendio al calciatore svincolato e quindi si ripartirà da zero. È evidente che se i calciatori in scadenza di contratto non rimangono legati al club, questo degli stipendi rimane solo un problema di cultura: d’altro canto se tutti i club riducessero gli stipendi, i calciatori cambierebbero mestiere?

Una strategia ottimale sarebbe ridurre la rosa giocatori a disposizione del club. In media le squadre di calcio iscritte al campionato di Serie A nel 2014/2015 avevano una rosa composta da 33 calciatori ed è stato quindi impossibile poterla sfruttare al 100 %. Ridurre la rosa comporterebbe uno sfruttamento maggiore delle risorse del club e simultaneamente un impatto positivo sul risultato di esercizio, proprio a causa dei minori costi del personale.
Infine con il fair play finanziario la figura del mecenate diventerà meno importante nel sistema calcio. Non scomparirà di certo, ma potrà essere importante solo in riferimento ai cosiddetti costi nobili, ovvero gli investimenti nel settore giovanile e nelle infrastrutture.

Questo brano è tratto dalla tesi:

I Bilanci delle società calcistiche:gli effetti del fair play finanziario

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Informazioni tesi

  Autore: Achille Penna
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Marco Bisogno
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 27

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