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Riabilitazione e Neuroni Specchio: applicazione nel recupero funzionale dei deficit motori e cognitivi

Interfaccia neurale della Mirror Therapy in pazienti con ictus cronico: uno studio di imaging

Il recupero funzionale di pazienti che hanno subito un ictus viene mediato dalla plasticità neurale: le terapie neuro-riparatorie, infatti, sono volte a migliorare i risultati del paziente attraverso la promozione del recupero e del ripristino della funzione in fase sub-acuta o cronica, come ad esempio la terapia cellulare e genica, le tecniche di fisioterapia, la stimolazione elettromagnetica. Gli studi longitudinali suggeriscono che circa il 50% dei pazienti con una significativa paresi del braccio riescono a recuperarne la funzione entro i primi 3 anni dall’ictus (Michielsen M., Selles R., van der Geest J., et al. 2011).

La Mirror Therapy è stata utilizzata da Ramachandran e collaboratori (Ramachandran V., Altschuler E., 2009) per alleviare il dolore dell’arto fantasma in soggetti amputati (Cacchio A., De Blasis E., Necozione S., di Orio F., Santilli V., 2009) in uno studio volto a valutare l’efficacia di questa terapia su 20 pazienti, monitorando il grado di attivazione corticale. Il trattamento, che ha utilizzato i principi della realtà virtuale (VR) e dell’immaginazione motoria (Sawner K, Lavigne J., 1992), (Naghdi S., Ansari N., Mansouri K., Hasson S., 2010), consisteva nella visione di alcuni movimenti bilaterali della mano proiettati su un computer in modo tale che il paziente immaginasse che ad eseguire il movimento fosse la mano paralizzata, cercando poi di imitare il movimento nell’ambiente reale. Il movimento della mano non paralizzata veniva catturato utilizzando una telecamera e l’immagine speculare dello stesso movimento veniva proiettata sullo schermo portatile al soggetto (Moseley G., Gallace A., Spence C., 2008).

Le strategie richieste erano due: (a) produrre una rappresentazione visiva del movimento dell’arto durante l'osservazione di un movimento (immagine visiva, [VI]); (b) simulare mentalmente il movimento associato ad una sensazione cinestetica, durante l'esecuzione del movimento (immagini cinetica). I risultati hanno evidenziato che un regime di esercizio strutturato comporta un notevole miglioramento del recupero clinico e funzionale, attribuito a processi di riorganizzazione cerebrale, possibile solo quando il danno al sistema è parziale. Tuttavia, quando un sistema funzionale è completamente danneggiato, il recupero è ottenuto principalmente mediante un processo di sostituzione, cioè, altre aree cerebrali sono reclutate per assumere le funzioni delle zone danneggiate (Yun G., Chun M., Park J., Kim B., 2011; Thieme H., Mehrholz J., Pohl M., Behrens J., Dohle C., 2012).

Le osservazioni di questo studio suggeriscono un aumento di attivazione dell’area motoria primaria dopo la terapia, che spiegano il principio di "restituzione" di plasticità neurale. È stato inoltre suggerito che questa terapia sia in grado di promuovere un’attivazione mirata del cervello danneggiato, aumentandone il recupero funzionale. Tutti i pazienti in questo studio hanno mostrato un aumento di attivazione cerebellare (ipsilaterale o controlaterale al movimento della mano paralizzata) e ciò è coerente con l’ipotesi per cui il flusso sanguigno e la rete cortico-cerebellare facilitino l’inizio del movimento o l’esecuzione di una nuova attività in soggetti malati (Jacobs B., Boden-Albala B., Lin I, Sacco R., 2002; Ganguli M., Ratcliff G., Chandra V., et al. 1995).

La plasticità anatomica della corteccia cerebrale suggerisce che le connessioni neuronali corticali possono essere rimodellate dall’esperienza, dall’apprendimento e da input sensoriali (Hashimoto K., Higuchi K., Nakayama Y., Abo M., 2007). Durante l’osservazione di un movimento, le aree della corteccia pre-motoria si attivano quando viene eseguito lo stesso movimento. Durante i movimenti bilaterali della mano, quando il paziente doveva osservare l’immagine speculare della mano non paralizzata sullo schermo del computer, pensando che fosse la mano plegica, viene rinforzato per spostare la mano colpita nel mondo reale. Questo tipo di cognizione e di attività mentale stimola i processi motori e mostra un miglioramento clinico e funzionale nella mano colpita (Gygax M., Schneider P., Newman C., 2011; Rothgangel A., Braun S., Beurskens A., Seitz R., Wade D., 2011).

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Riabilitazione e Neuroni Specchio: applicazione nel recupero funzionale dei deficit motori e cognitivi

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Informazioni tesi

  Autore: Roberta Tuscano
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze della Mente
  Relatore: Marina Zettin
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 99

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