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Costa Concordia: il linguaggio di un naufragio

Il marchio dell’infamia sull’Italia

Le responsabilità di Schettino vanno oltre la semplice cronaca giudiziaria e diventano oggetto di opinioni e commenti che, partendo dal comportamento tenuto dal comandante, arrivano a una conclusione: tutti gli italiani sono codardi.

Una generalizzazione che tocca il suo apice il 23 gennaio 2012, quando il settimanale tedesco Der Spiegel pubblica un editoriale intitolato: Italienische Fahrerflucht (Omissione di soccorso all'italiana). I toni xenofobi scatenano una pesante reazione da parte dei media italiani, di cui vale la pena ricordare quella de Il Giornale, che il giorno dopo risponde con un headline a caratteri cubitali in prima pagina: A noi Schettino, a voi Auschwitz. ‘Like shooting a rabbit with a tank’, commenterà il 31 gennaio The Independent sottolineando quanto si sia perso il senso della misura. Il settimanale tedesco, però, ha almeno l'onestà intellettuale di informare esplicitamente nel sommario che il ragionamento è basato su stereotipi: “Già a scuola impariamo che il carattere nazionale è un’invenzione del passato e che gli stereotipi sulle nazioni sono un’idea antiquata. Ma è davvero così?”. I preconcetti diventano un mezzo per veicolare dei pregiudizi ideologici che si ritrovano anche nei giornali britannici: il comandante diventa l'esempio della codardia italiana e il naufragio della Concordia è la metafora di un Paese che va a fondo, moralmente ed economicamente.
Lo stereotipo rappresenta una classificazione mentale costruita socialmente, con cui gli eventi e gli individui vengono catalogati in schemi. Per Fowler (ibidem, 43), "a schema is a chunk of unconscious knowledge, shared within a group of people and drawn upon in the process of making sense of the world".

Uno dei primi a mettere sotto accusa gli italiani è il columnist inglese Toby Young, che il 17 gennaio 2012, nell'edizione on line del Telegraph, pubblica una opinion. Contrariamente ad un articolo di cronaca, basato sulle notizie, le opinioni e gli editoriali sono processi argomentativi in cui l’autore espone un suo punto di vista cercando di dimostrarne la validità attraverso dei ragionamenti che possono essere basati sui fatti (factual beliefs) o valutativi (evaluative beliefs). L'headline dell’articolo è una domanda: If the captain of the Costa Concordia had been British, would he have abandoned ship? Il tempo è quello del Past Unreal Conditional utilizzato per proporre ai lettori uno scenario immaginario in un evento passato. L’intento dell’autore è quello di convincere il suo target audience britannico che un loro connazionale non si sarebbe mai comportato come Schettino attraverso un solo esempio: quello del capitano del Titanic, Edward John Smith affondato insieme alla sua nave.
Il comportamento di Smith, diversamente da quello di Schettino, rappresenta una generalizzazione positiva: lui si è dimostrato coraggioso, quindi tutti i britannici sono coraggiosi. Un assioma che potrebbe essere facilmente ribaltato, ad esempio mettendo in evidenza la figura del capitano italiano dell'Andrea Doria Pietro Calamai, costretto a lasciare la nave dai suoi ufficiali, e quella del già citato Bruce Ismay, l’inglese alla guida della White Star Line che sul Titanic saltò su una scialuppa scavalcando donne e bambini. Questo per dire che in una opinion, così come in un editoriale, la scelta dei fatti per convincere il lettore ad appoggiare un determinato punto di vista è già di per sé ideologica. […]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Costa Concordia: il linguaggio di un naufragio

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Informazioni tesi

  Autore: Gabriele Franzini
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Parma
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e Letterature Straniere
  Relatore: Gillian Mansfield
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 152

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