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Gli organismi geneticamente modificati nell'Unione Europea: disciplina e orientamenti giurisprudenziali

OGM e salute

Uno degli aspetti maggiormente ribadito da coloro che si oppongono all'utilizzo delle colture biotech, riguarda i potenziali effetti negativi che tale tecnologia potrebbe avere sulla salute umana; in particolare, chi si oppone agli Ogm nel settore agroalimentare, sostiene che in seguito al loro utilizzo prolungato potrebbero insorgere allergie o che possano svilupparsi patologie tumorali.
Gli effetti delle modificazioni genetiche sulla salute umana sono stati ampiamente studiati; si stima che tra il 2002 e il 2012, siano stati effettuati circa 2000 studi, a conclusione dei quali non è emersa nessuna prova inconfutabile della pericolosità degli Ogm per l'uomo o per gli animali. A livello comunitario, in un documento preparato dalla direzione generale per la ricerca e l'innovazione, la Commissione ha ammesso che: “la principale conclusione che può essere dedotta dopo più di 130 progetti di ricerca, svolti durante un periodo di 25 anni, che hanno coinvolto più di 500 gruppi di ricercatori indipendenti, è che la biotecnologia, ed in particolare gli OGM, non sono di per se più rischiosi delle tecniche di incrocio tradizionali”.
Nonostante l'assenza di prove inconfutabili, ci sono stati casi che hanno suscitato scalpore e allarmismo, anche a causa del risalto mediatico che hanno scatenato.
Ad esempio, è noto il caso degli esperimenti condotti dalla società Pioneer Hi-Breed all'inizio degli anni '90 su delle varietà di soia; i ricercatori erano intenzionati ad aumentare il valore nutrizionale del prodotto e a tal fine pensarono di inserire all'interno del DNA della soia un gene proveniente dalla noce brasiliana, nota per il suo potenziale allergenico. La società che conduceva gli esperimenti, effettuando le necessarie valutazioni scientifiche, appurò il potenziale rischio di allergie che tale prodotto poteva comportare e ne sospese la sperimentazione. La soia GM contenente il gene della noce, non è mai stata commercializzata, proprio perché i severi controlli ne hanno evidenziato la pericolosità prima che essa potesse essere emessa nell'ambiente o immessa sul mercato.
Un altro caso che ha suscitato le paure dell'opinione pubblica è quello del mais Starlink, una varietà GM contenente il gene BT, di cui sono state trovate tracce all'interno di prodotti confezionati regolarmente venduti nei supermercati statunitensi; il problema nasceva dal fatto che tale varietà di mais aveva ricevuto l'autorizzazione solo per l'alimentazione animale, in quanto il gene inserito era responsabile della sintesi di una proteina ritenuta potenzialmente allergizzante. Sebbene le autorità statunitensi chiarirono che in realtà non si era verificato nessun caso di allergie, il caso suscitò molto scalpore al punto che derrate alimentari inviate dagli USA in Africa, risultate contaminate dal mais Starlink, sono state rifiutate e le polemiche indussero la società titolare del brevetto a ritirare volontariamente il mais Starlink dal commercio. [...]

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Gli organismi geneticamente modificati nell'Unione Europea: disciplina e orientamenti giurisprudenziali

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Informazioni tesi

  Autore: Grazia Pellicano'
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Giovanna Endrici
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 155

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