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La Traduzione: attività individuale o scelta automatizzata?

Attendibilità e limiti della traduzione

Dopo aver esaminato alcuni aspetti della traduzione, dapprima da un punto di vista storico e successivamente da uno teorico, si è scelto di mettere in atto una vera e propria esperienza di traduzione al fine di poter intendere appieno le fasi di cui consta il processo traduttivo, oltre che rendere manifesti i possibili ostacoli ai quali si può venire incontro durante tale processo. L’esperienza è stata condotta su un campione di studenti di spagnolo di madrelingua italiana, iscritti al primo anno del Corso di laurea triennale in Lingue e Letterature Moderne, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo.

Dopo aver selezionato accuratamente determinati testi di lingua spagnola, classificabili di livello A2 secondo quanto stabilito dal MCER, (Marco Común Europeo de Referencia) incentrati su distinte tematiche, si è scelto di attuarne le corrispettive traduzioni con l’aiuto di supporti cartacei, come dizionari bilingue e monolingue, oltre che di strumenti informatici specifici per la traduzione. La prima fase dell’esperienza di traduzione prevedeva una lettura globale del testo nel suo insieme al fine di poter ricavare una prima approssimazione al senso. Proprio attraverso questo iniziale tentativo di comprensione a livello globale del testo si è potuto evincere come tutto, ad un primo approccio, potesse apparire semplice agli occhi degli studenti, ignari del fatto che dietro apparenti banali accezioni si celasse in realtà qualcosa di molto più complesso.

Dopo aver ricevuto svariati input da parte dell’insegnante, gli studenti hanno compreso di aver commesso un grave errore reputando piuttosto semplici i testi presi in esame. A seguito di tale presa di coscienza collettiva ha avuto inizio la vera e propria esperienza di traduzione. Dopo aver attuato una suddivisione della classe in due distinte parti, ad alcuni studenti è stato assegnato il compito di tradurre per mezzo di supporti cartacei, come dizionari monolingue e bilingue, in modo da permettere loro di rintracciare e verificare possibili incongruenze tra idioma italiano e spagnolo e viceversa, ad altri invece è stato assegnato il compito di tradurre per mezzo di strumenti informatici. Su tale base è stato avviato il lavoro di traduzione.

I primi a trovare le possibili soluzioni alle proposizioni da tradurre sono stati coloro che si sono avvalsi dell’utilizzo di strumenti informatici, ma le possibili rese che da suddetti strumenti venivano proposte risultavano essere poco accurate nella forma e soprattutto nei contenuti. Quello che, infatti, sin dal principio è stato rilevato è stato il fatto che gli strumenti informatici mancano spesso di quell’attendibilità e precisione propria dei dizionari. A coloro i quali è stato assegnato il compito di tradurre per mezzo di un computer è stata data nel medesimo tempo la possibilità di scegliere tra una risorsa di rete gratuita dedicata alla traduzione ed un programma di traduzione facilmente scaricabile ed installabile su un computer.

Di fronte a tale opzione, gli studenti hanno scelto di tradurre per mezzo di “Google traduttore” ed “Eurotraductor”, scelta quest’ultima dettata dal fatto che entrambi i mezzi sono semplici nel loro utilizzo. Un primo tentativo di traduzione del testo è stato attuato dagli studenti scegliendo di immettere nell’apposita sezione l’intero testo dopo averlo selezionato per intero e quello che sin dall’inizio è apparso evidente è stato il fatto che le frasi risultavano essere piuttosto sconnesse tra di loro. Nella traduzione ottenuta, infatti, appariva spesso evidente la mancanza di preposizioni o addirittura la mancanza di senso dell’intera frase e quindi si era di fronte ad un vero e proprio caso di agrammaticalità. Nel momento in cui si è venuto ad evidenziare tale limite dello strumento, si è cercato di agire in un altro senso, ovvero attuando una vera e propria segmentazione in parti del testo ed è emerso che, utilizzando tale sistema, la traduzione ottenuta risultava essere molto più aderente all’originale e più strutturata anche se non del tutto soddisfacente.

Anche dopo aver attuato tali frammentazioni, gli strumenti informatici presentavano un limite piuttosto evidente, ossia la mancata capacità di tradurre determinate locuzioni o espressioni proprie della lingua. Le traduzioni che scaturivano dagli strumenti, infatti, altro non erano se non che il risultato delle varie traduzioni attuate online con i medesimi mezzi, immagazzinate nella loro memoria. Tale esperienza ha portato la classe a dedurre che l’attività di traduzione, con l'utilizzo di tali strumenti, si basa su una mera corrispondenza tra termine e termine e tra struttura e struttura, perché essi non sono in grado né di riconoscere casi di omonimie né tantomeno di espressioni tipiche della lingua, il cui significato non può essere dedotto dall’analisi dei singoli componenti costitutivi, espressioni quest’ultime note in ambito linguistico come idiomatiche.

Di conseguenza, di fronte a tale limite, non è risultato difficile comprendere che le traduzioni effettuate con l’ausilio informatico sono di certo meno accurate rispetto a quelle ottenute per mezzo del supporto cartaceo, capace di far scaturire risultati molto più accurati e soprattutto maggiormente strutturati a livello grammaticale e terminologico.
Attraverso il lavoro manuale, così, gli studenti sono stati in grado di compiere scelte molto più adeguate avendo acquisito durante tale esperienza di traduzione una sempre maggiore familiarità con l’argomento oggetto di analisi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La Traduzione: attività individuale o scelta automatizzata?

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Informazioni tesi

  Autore: Stefania Muscarella
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lingue e culture moderne
  Relatore: Chiara Sinatra
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 55

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