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Percezione genitoriale e comportamento alimentare del bambino: quale relazione?

I genitori sanno cosa i figli mangiano? Il ruolo della percezione genitoriale

Nella letteratura scientifica è ampiamente documentato che le madri di bambini obesi, in particolare quelle con basso livello di istruzione, tendono a sottostimare lo stato ponderale dei propri figli e la quantità di alimenti assunti con la dieta.

Ciò trova conferma anche nelle rilevazioni del programma nazionale Okkio alla salute: dai dati del 2014, come nel passato, emerge che tra le madri di bambini in sovrappeso o obesi ben il 38% ritiene che il proprio figlio sia sotto-normopeso, e solo il 29% pensa che la quantità di cibo dal bambino assunta sia eccessiva.

Diversi studi hanno inoltre dimostrato che la percezione genitoriale dello stato ponderale e del comportamento alimentare del bambino, più che lo stato ponderale e il comportamento effettivo, predicono le strategie che il genitore mette in atto per regolare il comportamento alimentare del bambino.

Nonostante l’inadeguatezza quantitativa e qualitativa dell’alimentazione rappresenti un importante fattore di rischio per la genesi dell’obesità infantile, nonché di diverse e frequenti condizioni patologiche la cui incidenza aumenta con l’età, e che non necessariamente sono associate all’aumento dello stato ponderale, le ricerche che hanno cercato di valutare l’adeguatezza della percezione genitoriale si sono focalizzate su campioni di bambini obesi, trascurando invece quei bambini che violando in modo più o meno sistematico le linee guida alimentari, presentano fattori di rischio per la salute senza mostrare un aumento significativo dello stato ponderale.

Sulla base di queste considerazioni, la ricerca che sarà presentata nel terzo capitolo intende invece valutare l’adeguatezza della percezione genitoriale del comportamento alimentare dei bambini a prescindere dal loro stato ponderale. Più specificatamente, la ricerca intende verificare se i genitori di bambini il cui profilo alimentare si discosta significativamente dalle linee guida nazionali ed internazionali, tendano a sovrastimare la frequenza con cui i propri figli mangiano alimenti che rappresentano un fattore protettivo, come frutta e verdura, e/o a sottostimare la frequenza con cui i figli consumano alimenti che invece costituiscono un fattore di rischio per la salute, come affettati, e alimenti ricchi di zuccheri, come merendine e bibite gasate.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Percezione genitoriale e comportamento alimentare del bambino: quale relazione?

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Informazioni tesi

  Autore: Lorenzo Cioni
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Dina Di Giacomo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 82

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Parole chiave

età evolutiva
obesità infantile
comportamento alimentare
dieta mediterranea
alimentazione infantile
globalizzazione alimentare
industrializzazione alimentare
percezione genitoriale
il ruolo dei genitori
educazione alimentare

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