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Vita e morte di un giornale: la chiusura del "Corriere Mercantile" dopo 191 anni di cronaca genovese

La crisi dei quotidiani del pomeriggio

Per anni, i quotidiani italiani si sono divisi tra giornali del mattino e giornali del pomeriggio. Ormai questa distinzione non esiste più, dal momento che, prima la televisione e poi le testate online, hanno eclissato il successo di questi ultimi. L'ultimo quotidiano del pomeriggio è stato proprio il "Corriere Mercantile", il quale, dal secondo dopoguerra fino al 2001, anno in cui si è trasformato in giornale del mattino, raggiungeva l'edicola nella seconda parte della giornata. Ma, oltre alla storica testata genovese, i quotidiani del pomeriggio erano parecchi; fogli popolari come "La Notte" e "Milano sera", oppure testate con un preciso colore politico come il romano "Paese Sera" e "L'Ora" di Palermo. Di grande rilievo anche "Stampa Sera" e il "Corriere d'Informazione", edizioni pomeridiane di due colossi dell'informazione nazionale: la "Stampa" e il "Corriere della Sera".

Venduti dagli strilloni, figure mitologiche di un giornalismo che non esiste più, nei punti centrali delle città adiacenti agli uffici, i quotidiani della sera potevano offrire informazioni più fresche rispetto a quelli distribuiti nel corso della notte precedente. Il loro successo derivava dalla possibilità di pubblicare le informazioni relative a fatti avvenuti durante la notte; più volte, anche il “Mercantile” ha sfruttato questo vantaggio per pubblicare notizie dell'ultima ora o accadute il mattino stesso. Con il progressivo successo dei telegiornali nazionali e locali, della radio e dei siti Internet aggiornati in tempo reale, i giornali del pomeriggio hanno gradualmente cessato le pubblicazioni, scomparendo dal mercato o trasformandosi in quotidiani del mattino e in testate online.

Nel corso degli ultimi anni c'è chi ha tentato di riportare in vita la tradizione di questi giornali, come "Il quotidiano della Sera" di Ennio Simeone, fondato nel 2007 proprio in edizione pomeridiana. Il foglio, venduto in tutta Roma dagli strilloni a 50 centesimi a partire dalle 17, dopo soltanto sei mesi di vita ha chiuso i battenti e decretato la fine indiscussa dei quotidiani del pomeriggio.

L'unica eccezione esistente è rappresentata dall'"Osservatore Romano", quotidiano rimasto fedele all'uscita al pomeriggio; nonostante le riforme del 2007 a cura del direttore Giovanni Maria Vian, che ne hanno innovato la veste grafica e la struttura, il quotidiano della Città del Vaticano ha mantenuto l'uscita pomeridiana per descrivere tempestivamente le attività del Pontefice svolte durante la mattinata.

L'esempio più antico di quotidiano del pomeriggio è rappresentato da "L'Ora", fondato a Palermo agli inizi del Novecento per iniziativa della famiglia Florio, proprietaria di una compagnia di navigazione. Il primo numero del giornale esce il 22 aprile 1900 con il sottotitolo di "Corriere politico quotidiano della Sicilia"; da allora, il giornale diventa la principale voce della città di Palermo. Dopo il dominio fascista e la Seconda Guerra Mondiale, il giornale riprende le pubblicazioni il 10 aprile 1946 con una struttura del tutto rinnovata e una nuova testata, "L'Ora del Popolo". Il quotidiano siciliano vive il suo periodo d'oro tra il 1954 e il 1975, anni in cui nasce il giornalismo antimafia; "L'Ora" diventa il primo quotidiano italiano a parlare di criminalità organizzata, svolgendo la prima inchiesta nel 1958 e raccontando i casi di cronaca più significativi.

Le battaglie condotte dal giornale contro la mafia, portano al rapimento e alla morte di tre cronisti della testata palermitana: Cosimo Cristina, Giovanni Spampinato e Mauro De Mauro. Tra i collaboratori del giornale spiccano i nomi di intellettuali come Leonardo Sciascia. "L'Ora" cessa definitivamente di esistere il 9 maggio del 1992, qualche giorno prima della Strage di Capaci. Dopo numerosi tentativi di farlo tornare nelle edicole, il 20 ottobre 2014 una cooperativa di giornalisti fonda l'edizione online chiamata "L'Ora quotidiano" e diretta da Sandra Rizza, ma la testata chiude pochi mesi dopo, l'11 febbraio 2015.

Scrittura vivace e brillante, cronisti intraprendenti, grafica accurata e vasto impiego di fotografie: queste sono le caratteristiche comuni dei quotidiani del pomeriggio che, a partire dal secondo dopoguerra, si sviluppano lungo tutta la penisola e ne costituiscono la più fresca novità. Una delle testate di successo sorte in questo periodo è "Paese Sera", nata il 6 dicembre 1949 come edizione pomeridiana del quotidiano "Il Paese" di Roma, fondato l'anno prima su iniziativa di esponenti comunisti e socialisti. Oltre a trattare fatti di cronaca, il quotidiano romano si distingue dagli altri per lo spirito sarcastico e di protesta che conquista i lettori fin dalle prime uscite.

La redazione, diretta da Tomaso Smith, è composta da una solida pattuglia di giornalisti provenienti dalle più diverse esperienze di vita, uniti dal progetto comune di ricostruire l'Italia dopo la distruzione della guerra fascista. Grazie alle firme eccelse – come Gianni Rodari, Ruggero Zangrandi e Fausto Coen – e a collaboratori della "terza pagina" come Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Edoardo Sanguineti e Vasco Pratolini, il quotidiano raggiunge subito tirature elevatissime, fino ad assorbire la testata del mattino, nel 1963. È di questi anni la nascita dei supplementi "Libri" – motivo per cui Umberto Eco dirà "Paese Sera è stato il primo giornale ad avere il coraggio di fare un supplemento letterario" – e "Arte", curato da Nello Ponente e Claudia Terenzi.

Una delle maggiori peculiarità del quotidiano è costituita dalle strisce di fumetti e vignette, apparse per la prima volta in una pagina intera all'interno di un quotidiano "popolare". Tra i personaggi illustrati figurano "Stradivarius" di Giorgio Forattini, Mafalda e i Peanuts. Anche Hugo Pratt approda al giornale con le avventure di Corto Maltese. Tra le firme dello sport, a "Paese Sera" approdano cronisti che diventeranno figure di spicco del giornalismo sportivo, come Gianni Brera – con le sue memorabili cronache dai campi di calcio, dal bordo ring e dalle piste di atletica – Gianni Ranieri – narratore dei più importanti eventi sportivi, dalle Olimpiadi ai Giri d'Italia, ai mondiali di pugilato – Aldo Biscardi e Gianni Clerici.

Come per la maggior parte dei quotidiani del pomeriggio, la crisi del giornale inizia negli anni Settanta, quando l'espansione delle emittenti radio e delle televisioni private inizia a sottrarre i lettori alla carta stampata; inoltre, la concorrenza di nuovi quotidiani come "Repubblica" e "Reporter" non facilita le cose. La prima chiusura del 3 aprile 1983 suscita scalpore in Italia e all'estero e scatena un movimento di solidarietà che coinvolge tutta l'opinione pubblica; significativi sono gli appelli mossi dal presidente della Repubblica Sandro Pertini, dai colleghi di "Le Monde" di Parigi, dal mondo del cinema e da quello letterario.

La rinascita di "Paese Sera" non tarda ad arrivare, quando il primo dicembre 1983 il comitato di redazione forma la Cooperativa "3 aprile" e pubblica il primo numero della nuova gestione, su cui appare un grosso titolo in rosso "Abbiamo vinto". Ma una nuova crisi colpisce il quotidiano romano, che è costretto a chiudere definitivamente nel luglio 1994. Negli ultimi anni, la testata ha provato a rinascere in edizione online con il nome di "Nuovo Paese Sera", ma ha chiuso tre anni fa. Oltre all'importanza storica e culturale, "Paese Sera" è stata anche una grande scuola di giornalismo, da cui si sono formate decine tra le migliori firme della cronaca e della politica italiana; dopo l'esperienza al quotidiano romano, molti giornalisti hanno continuato le carriere al "Corriere della sera", alla "Stampa", alla "Repubblica", al "Messaggero", o sulle emittenti Rai, nei ruoli di direttore, caporedattore, editorialista o inviato.

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Vita e morte di un giornale: la chiusura del "Corriere Mercantile" dopo 191 anni di cronaca genovese

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Informazioni tesi

  Autore: Chiara Tasso
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo
  Relatore: Mario Bottaro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 119

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