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L'aggregazione di impresa a sostegno dell'internazionalizzazione delle PMI agro-alimentari

Knowledge management all’interno dell’organizzazione

La vastità e la complessità del tema rende la gestione della conoscenza all’interno dell’organizzazione un’attività non semplice ed allo stesso tempo imprescindibile dalla creazione di processi disegnati ad hoc che tengano in considerazione le caratteristiche uniche di ciascuna impresa nonché delle persone che in essa lavorano.

Il processo di creazione e diffusione della conoscenza aziendale inizia, come visto precedentemente, dalla conoscenza posseduta dal singolo individuo e dalla sua abilità di assorbire e sviluppare nuove competenze, per poi riflettersi sulle diverse aree organizzative.
Questo processo, caratterizzante il ciclo di vita della conoscenza, è rappresentabile mediante il modello di creazione e condivisione della conoscenza elaborato da Nonaka (1994). Il modello evidenzia quali processi consentono alla conoscenza tacita di divenire esplicita e di rigenerarsi continuamente. Esso si basa sulle due dimensioni legate alla creazione della conoscenza in azienda:

1. EPISTEMOLOGICA: evidenzia la distinzione tra conoscenza tacita e quella esplicita ovvero la differenza tra la dimensione strettamente personale, difficile da formalizzare e comunicare e quella esplicita, codificata e facile da trasmettere anche informalmente.
Questa distinzione risulta fondamentale all’interno del processo di “knowledge creating” in quanto è proprio la dimensione tacita la vera fonte di innovazione e quindi quella a maggior valore per l’impresa.

2. ONTOLOGICA: sottolinea lo stato dinamico della conoscenza, che partendo dall’individuo, si sposta verso il team, l’organizzazione fino al livello inter-organizzativo. Tale sviluppo attraversa quattro stadi, ricondotti nell’ordine a: internalizzazione, combinazione, socializzazione ed esternalizzazione.

Come si evince dall’immagine, si tratta di un processo ciclico all’interno del quale la conoscenza si amplia fondendosi con la base conoscitiva iniziale e si sviluppa nuovamente integrandosi con la nuova conoscenza prodotta.
In questo senso risulta evidente come il ruolo dell’IT all’interno dell’intero processo di creazione di nuova conoscenza possa essere estremamente rilevante, abilitando e facilitando la collaborazione, il coordinamento e l’interazione tra gli individui.
Alavi e Leidner (2001) partendo da questi studi, hanno in seguito implementato un nuovo framework per agevolare l’interpretazione del potenziale ruolo dell’information technology all’interno dei processi di knowledge management aziendale.
Proprio in questo contesto si inseriscono i KMS (Knowledge Management System): “a class of information systems applied to managing organizational knowledge” (Alavi e Leidner, 2001).

Sebbene una buona parte di operazioni di knowledge management possano essere condotte utilizzando strumenti tradizionali, senza necessariamente trovare particolari giovamenti dall’utilizzo dell’IT, vi sono alcune applicazioni per le quali l’utilizzo dell’informatica ê diventata una prassi comune e rilevante per il raggiungimento degli obiettivi preposti in modo più efficiente. Alcune di queste riguardano la codifica e la condivisione di best practice, e la creazione di reti di conoscenza interne all’azienda o interaziendali. Una delle applicazioni più comuni dell’IT nei processi di KM ê proprio quella a sostegno del benchmarking interno con l’obiettivo di trasferire e diffondere le best practice e conoscenze tra gli individui di una stessa organizzazione (KPMG 1998a).

Una chiaro esempio di questo concetto è proposto all’interno dell’elaborato di Alavi e Leidner (2001): all’interno del caso di studio viene spiegato come all’interno di una compagnia di assicurazioni alle prese con un consistente calo di profitti, l’introduzione di un KMS finalizzato al confronto e alla diffusione delle migliori pratiche di “decision making”, abbia permesso alla compagnia di muoversi con rapidità verso mercati di nicchia più redditizi.

Questi strumenti informatici possono quindi, secondo i due ricercatori, stimolare la creazione di comunità interne che alimentano e sviluppano quei macro processi alla base del KM all’interno di un’organizzazione che diventa essa stessa un “knowledge system”. Il framework di riferimento vede la scomposizione dei processi di knowledge in: creazione, conservazione, trasferimento ed applicazione.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'aggregazione di impresa a sostegno dell'internazionalizzazione delle PMI agro-alimentari

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Informazioni tesi

  Autore: William Vecchiato
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università Carlo Cattaneo - LIUC
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria gestionale
  Relatore: Luca Cremona
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 146

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