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Il legendarium di Pietro Calò. Saggio di edizione (capitoli 576-586)

Recensio. Collazione delle varianti

Il testo di base per il confronto è il manoscritto V. Lo si è scelto in quanto meglio leggibile rispetto a B, spesso sbiadito, e ad E, dalla scrittura meno chiara; si tratta comunque di una scelta convenzionale. Non sono state registrate le varianti grafiche, come ad esempio f/ph, i/y, ti/ci, mihi/michi ecc., la presenza o meno delle doppie o dell’h (se prive di valore distintivo) e neanche i differenti modi di indicare i numerali. La variabilità è tale infatti, sia fra i diversi manoscritti sia al loro interno, che si appesantirebbe eccessivamente la recensio, distogliendo dalle varianti veramente significative; inoltre, anche qualora risultasse possibile una selectio meccanica, ne deriverebbe un testo disomogeneo e, comunque, senza esser sicuri che corrisponda alle abitudini grafiche dell’autore. Per i criteri seguiti in questi casi nella ricostruzione, vedi infra “note al testo”.

Oltre a confrontare con V i manoscritti B e E, si sono confrontate anche le fonti, dove individuate. Ciò è reso legittimo dal tipo di opera, che è di compilazione e spesso risulta copiare da altre opere, anche se altre volte c’è una maggiore rielaborazione. Chiaramente il confronto con le fonti può essere problematico: innanzitutto quelli che ci sembrano errori del copista potrebbero essere già stati presenti nella copia dell’opera consultata (che non sappiamo quale fosse) ed essere così passati nel nostro originale; inoltre, rispetto alla fonte consultata, l’autore potrebbe avere, e spesso ha effettivamente, operato delle modifiche, volontarie o meno.

In entrambi i casi, insomma, il rischio sarebbe di correggere l’autore, per così dire, e non è certo questo l’obiettivo. Dunque si è fatto ricorso alle fonti solo laddove ci fossero lezioni discordanti fra i nostri testimoni, o nel caso tutti e tre fossero errati o dal significato dubbio. In questi casi, infatti, se la lezione presente nella fonte non ha la certezza di essere quella originale, ha comunque una maggiore probabilità. Ciò, come si vedrà, ha permesso di individuare come errori delle varianti a prima vista adiafore. Fanno eccezione le inversioni e l’aggiunta o omissione di elementi che potevano essere sottintesi (congiunzioni, preposizioni, pronomi ecc.). Varianti di questo tipo non sono state individuate come errori dal confronto con le fonti, sia perché le operava l’autore stesso, sia perché spesso il testo non è così fedele alla fonte da poter dire qual è l’innovazione, essendo la frase costruita diversamente.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il legendarium di Pietro Calò. Saggio di edizione (capitoli 576-586)

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Informazioni tesi

  Autore: Filippo Molteni
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Paolo Chiesa
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 119

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letteratura latina
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