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Lupi Homines, Evoluzione della figura del lupo mannaro dall'antichità ad oggi

Mal di luna tra storie e psicosi

Nella tradizione popolare italiana la licantropia è una patologia, un male involontario che induce chi ne è soggetto a trasformarsi in lupo durante le notti di luna piena.
Vi è un documento, scritto da Giorgio Finamore Tradizioni popolari abruzzesi in Archivio per lo studio delle tradizioni popolari, che sintetizza le credenze abruzzesi sul lupo mannaro; uno dei modi per diventare lupo mannaro (o strega se si tratta di femmine) è di nascere la notte di Natale, in quanto è un affronto alla divinità. Il bambino, però, può scampare alla condanna se il padre, per tre notti di Natale di seguito, marchia con una croce attraverso la punta di un ferro rovente il piede del bambino. Se non facesse a questo modo il bambino, una volta raggiunti i vent'anni avrebbe accusato il male e sarebbe stato condannato a trasformarsi.
L'unico modo per liberare il malato è che qualcuno lo ferisca durante una crisi e lo faccia sanguinare. Non è semplice, però, perché una volta trasformato il lupo mannaro è feroce e ha una forza sovrumana.
Il malato, comunque, sa quando avrà un attacco e può avvisare i propri cari per tenerli al sicuro e allontanarsi. Un posto al riparo dal lupo mannaro sono i tetti, o comunque dei piani sopraelevati rispetto al malato; questi, infatti, non può volgere lo sguardo in alto e non può salire le scale.
La narrazione di episodi di licantropia oscillano tra il fiabesco, che reca la solita formula del c'era una volta e l'esperienza vissuta, riportata da Argondizza nel suo Driadi, lupi minarii, streghe e fate dove l'autore si fa raccontare da un vecchio calabrese un episodio:

"… vi rimasero a guardare il frumento Ferdinando ed un altro contadino, suo compagno di lavoro. A mezzanotte Ferdinando a voce bassa ed in tono misterioso disse al compagno: «Caro amico, noi nasciamo tutti sotto l'influsso della propria stella, spesso buono e spesso anche cattivo! Ebbene! Il mio funesto destino mi porta a mutarmi in lupo-minario, e già si appressa l'ora della mia trasformazione! Tu non avere paura; Sali su questa bica e statti al salvo; non discendere da essa se non quando io, tornato in forma umana, t'inviterò a scendere». Così parlò Ferdinando, ed il compagno, pallido in volto, si arrampicò alla bica, di cui in pochi secondi raggiunse la punta estrema, d'onde guardava senza pericolo e con grande curiosità i movimenti di Ferdinando, il quale versò dall'orciuolo dell'acqua nella polvere, vi si rotolò tre volte e, nel sorgere da terra era già lupo. Levò la feroce testa cogli occhi iniettati di sangue, spalancò le terribili fauci e diede replicati e spaventevoli urli, che fecero fare a pelle d'oca ed agghiacciare il sangue al povero compagno, che tremava a verga! (…) dopo qualche ora ritorna sull'aja un lupo solo con una mezza pecora in bocca, che depone sulla paglia, volge attorno gli occhi feroci, ed assicuratosi di non essere visto da altri, che dal compagno sulla bica, torna a rotolarsi altre tre volte nella povere bagnata e riprende le forme umane. È Ferdinando in carne ed ossa, che dice al compagno: «Scendi pure, tutto è finito»"

Nel libro Rivista delle tradizioni popolari Italiane Raccuglia descrive il lupo mannaro siciliano, affetto dal mal di luna.
Chi viene concepito durante il novilunio o chi dorme all'aria aperta sotto la luna piena è destinato a diventare un lupo mannaro.
La crisi gli si presenta ad ogni luna piena ed egli si trasforma in una bestia feroce, pronta a sbranare chiunque gli si pari innanzi, nemico o amico. Non miete, però, alcuna vittima, poiché il previo avviso alla famiglia e le urla che emette, durante il suo cammino, avvisano le altre persone, che si barricano in casa. Secondo la tradizione di Francoforte quando un marito, un figlio o un padre lupo mannaro bussa due volte alla porta, alla terza si può aprire perché è tornato alla forma umana. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Lupi Homines, Evoluzione della figura del lupo mannaro dall'antichità ad oggi

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Informazioni tesi

  Autore: Alessia Ceraolo
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2014-15
  Università: Accademia di Belle Arti
  Facoltà: Arti Visive
  Corso: Grafica
  Relatore: Tiziana Valzelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 92

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