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Media e Comunicazione tra Italia e Romania durante la Guerra Fredda. Stampa, radio e televisione a confronto.

Confronto tra la stampa italiana e quella romena

Gli aspetti visti fin qui sono abbastanza complessi e intrecciati e per capire meglio quali sono le somiglianze e le differenze tra i due paesi dal punto di vista della stampata è necessario riepilogare le particolarità trovate.

Prima di tutto va fatta una considerazione politica. Se in Italia la Democrazia Cristiana domina la scena politica dal 1945 al 1981 e i comunisti vengono tenuti in disparte, in Romania nel periodo della guerra fredda il Partito Comunista Romeno è l'unico partito politico del paese e non ammette l'esistenza di altri partiti. Certo, la stampa italiana nel secondo dopoguerra rappresenta il miglior terreno di battaglia per i partiti politici, ma mai come in Romania dove gli scontri subito dopo la guerra tra partiti e organi di stampa di diversi schieramenti sono davvero violenti. E se i quotidiani italiani più importanti si schierano con le varie aree politiche, la stampa romena non può schierarsi che solo da una parte. Esiste solo il partito comunista ed esistono solo quotidiani e periodici politici di sinistra.

Quotidiani di opposizione come Adevǎrul, giornale democratico, e Dreptatea, organo ufficiale del Partito Nazionale Contadino, vengono subito eliminati così come vengono neutralizzati anche tutti gli avversari del regime. In Romania il giornale più diffuso è Scânteia, organo del partito comunista, seguito da România Liberǎ, giornale politico che si schiera per vocazione e necessità con il regime, ma la lista dei giornali che si piegano alla dittatura è davvero lunga. Nascono altri quotidiani, settimanali ed anche mensili che affiancano il lavoro di propaganda di Scânteia, occupandosi di argomenti piuttosto vasti e puntando a conquistare varie fasce di pubblico. La propaganda comunista mirava ad ogni strato sociale ed ogni singolo individuo.

In Italia, come abbiamo visto, i principali organi di stampa si allineano con i vari partiti politici. Così, se Corriere della Sera si schiera negli anni '70 con la sinistra, La Stampa diventa il punto di riferimento dei moderati, mentre La Repubblica oscilla tra la sinistra extraparlamentare e il PCI. Tra i più importanti organi di partito ci sono l'Unità, l'organo dei comunisti, e Avanti!, organo dei socialisti. I quotidiani d'informazione italiani hanno la meglio su quelli di partito grazie ai loro notiziari, alle corrispondenze estere, alla tradizionale terza pagina e alle “firme” di prestigio. In Romania invece la linea di confine tra quotidiani politici e quotidiani d'informazione è talmente sottile da farli coincidere e i quotidiani più venduti sono proprio quelli di partito. Scânteia, organo del partito comunista, ha tutte le caratteristiche di un quotidiano d'informazione italiano genere “omnibus” e dalla metà degli anni '70 comincia anche a riportare articoli già pubblicati sul Corriere italiano.

La stampa italiana come anche quella romena è caratterizzata dalla presenza del giornale “generalista” e da una mancata distinzione tra una stampa popolare e una d'élite. «Tarda quindi a manifestarsi in Italia il fenomeno - invece cruciale in altri paesi - di una stampa popolare e di intrattenimento, con la sua particolare attenzione per la cronaca e le alte tirature. È questo il sintomo di un ritardo più generale nello sviluppo sia di una cultura di massa omologante e condivisa, sia di un ceto sociale intermedio e di uno stile di vita definito dalla acquisizione dei beni di consumo durevoli messi a disposizione dalla produzione industriale in volumi sempre più vasti.» I quotidiani prenderanno il posto della stampa d'élite, mentre i settimanali sostituiranno la stampa popolare. Intorno agli ani '70 il panorama italiano, ma anche quello romeno, è dominato da settimanali non politici che vengono considerati molto più interessanti dei quotidiani. Se in Italia il numero di giornali aumenta sempre di più dopo la guerra, in Romania il numero delle pubblicazione diminuisce. Tanti giornali chiudono e trasferiscono le loro sedi in altri paesi, continuando fuori da ogni pericolo la loro politica contro il regime. Dopo i primi anni '80 la stampa romena vive un vero e proprio periodo di crisi. Tutte le pubblicazioni minori vengono chiuse, il numero di pagine si riduce a 4, massimo 6, e il formato dei quotidiani si restringe. […]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Media e Comunicazione tra Italia e Romania durante la Guerra Fredda. Stampa, radio e televisione a confronto.

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Informazioni tesi

  Autore: Silvia Ilaria Bolohan
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo
  Relatore: Marco Deriu
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 113

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